The Inquisitor – Medioevi Alternativi – Recensione PC

The Dust ci racconta un mondo dove il Medioevo si mescola con il fantasy in un'avventura ricca di mistero e intrighi.

The Inquisitor  Medioevi Alternativi  Recensione PC

Il Medioevo, con la sua aura di mistero e fascino antico, esercita da sempre un'attrazione irresistibile sull'immaginario collettivo. Parliamo di un periodo storico complesso, spesso erroneamente dipinto come un'epoca buia, che in realtà si rivela, quando approfondito, come un caleidoscopio di culture, eventi e personaggi di straordinaria complessità.

Questa fase storica ricca di stimoli offre un terreno fertile per la creazione di storie coinvolgenti capaci di attirare l'interesse del pubblico. Dai racconti epici dei cavalieri alle complesse vicende di corte, dai viaggi fantastici alle lotte per il potere, il periodo medievale presenta una vasta gamma di scenari e personaggi adatti a una varietà di generi narrativi.

Non sorprende che il fantasy, il romanzo storico, i videogiochi e persino la commedia trovino nel periodo medievale un ambiente ideale per creare mondi immaginari o reinterpretare con originalità eventi storici. Inoltre, il Medioevo consente di esplorare temi universali come la lotta tra il bene e il male, il coraggio, l'onore, la fede e l'amore, in un contesto storico distante dalla modernità ma ancora in grado di colpire nel profondo il pubblico contemporaneo.

Tra i numerosi prodotti ambientati nel Medioevo, abbiamo recentemente esplorato il mondo di The Inquisitor, un titolo sviluppato dal team polacco The Dust, che ci offre una visione alternativa del mondo, ispirata ai romanzi di Jacek Piekara.

The Inquisitor – Medioevi Alternativi – Recensione PC

The Inquisitor – E se fosse Successo qualcosa di Diverso?

Il concetto di multiverso, che sottintende l'esistenza di molteplici universi paralleli, ha assunto un ruolo di primaria importanza nel panorama cinematografico e videoludico degli ultimi anni. Questa affascinante concezione consente di esplorare una vastità di possibilità narrative, dando vita a storie intricate e coinvolgenti che si dipanano attraverso molteplici realtà alternative.

La capacità di attraversare universi paralleli consente di manipolare il tempo e lo spazio, dando vita a storie ricche di paradossi temporali, realtà alternative e molteplici incarnazioni dei medesimi personaggi. In aggiunta, il multiverso fornisce un fertile terreno di indagine per esplorare tematiche quali la scelta, il destino e il libero arbitrio, ponendoci di fronte alle possibili conseguenze delle nostre azioni in svariati contesti reali.

E se Gesù Cristo non fosse mai morto sulla croce? La risposta a questo "evento multiversale" si svela in The Inquisitor, videogioco che ci trasporta in un'ambientazione dark fantasy cupa e opprimente, intrecciata con un Medioevo alternativo davvero suggestivo.

In The Inquisitor, il giocatore assume il ruolo di Mordimer Madderdin, un Inquisitore al servizio degli Altissimi Vescovi di Hez Hezron. Il suo incarico consiste nell'investigare su eresie, culti blasfemi e minacce occulte che minacciano l'ordine religioso e sociale del regno. Chiamato dalla Chiesa a indagare sulle voci di un presunto vampiro attivo nella città di Koenigstein, Mordimer si trova coinvolto in un'indagine intricata e pericolosa. Ben presto, si trova di fronte a una serie di efferati omicidi rituali e sospetta che dietro di essi si nasconda un complotto tanto sinistro quanto profondo.

The Inquisitor – Medioevi Alternativi – Recensione PC

La trama di per sé risulta estremamente affascinante, soprattutto grazie all'ambientazione alternativa; tuttavia, nel corso della narrazione, la sua potenza espressiva si affievolisce a causa del ritmo rallentato, principalmente dovuto a dialoghi eccessivamente prolissi che talvolta mancano di mantenere il giusto pathos. Durante il gioco, insieme al protagonista Mordimer, ci troviamo immersi in una serie di conversazioni che tendono a essere troppo ridondanti, limitando la libertà espressiva del giocatore, specialmente nelle scelte di domande e risposte che sembrano predefinite e prive di una vera costruzione a simulare un'esperienza da gioco di ruolo.

Superata la fase di tutorial, The Inquisitor mostra difficoltà nel decollare, conducendo il giocatore attraverso un percorso di eventi quasi predeterminati. Questa sensazione diventa evidente fin dalla prima indagine, dove la libertà di scelta è estremamente limitata. Il gioco ci tiene per mano tutto il tempo, spostandoci da un luogo all'altro e spingendoci a cercare continuamente il punto X sulla mappa per procedere con l'indagine.

The Inquisitor – Poliziesco senza (quasi) Combattimenti

In veste di investigatore, a volte Mordimer ha l'opportunità di intercettare conversazioni, esaminare vittime di omicidio e perlustrare scene del crimine. Tali momenti sono solitamente regolati da passaggi predeterminati, che ci impediscono di avanzare finché non vengono scoperti tutti gli indizi necessari per procedere.

La raccolta di questi indizi è ampiamente agevolata dalla Visione Inquisitore, una meccanica di gioco che richiama l'approccio presente in titoli come Sherlock Holmes, ma con l'aggiunta di un tocco di soprannaturale. Quando Mordimer si accinge a raccogliersi in preghiera, l'ambiente circostante si trasforma in bianco e nero, e gli elementi cruciali come la destinazione, le note collezionabili, gli indizi e le tracce di odore da seguire vengono evidenziati con una colorazione arancione neon, seppur talvolta fastidiosa.

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Sebbene queste modalità possano sembrare un male necessario considerata la complessità nell’individuare piccoli dettagli in un mondo ricco di elementi, l'uso frequente delle stesse può portare a una dipendenza eccessiva da questa meccanica. Diventa infatti difficile distinguere gli elementi interattivi da quelli statici o percepire dettagli cruciali utile al completamento della missione. Tuttavia, avere costantemente gli elementi chiave illuminati di arancione elimina la necessità di spremere le meningi quel tanto di più per sviluppare un proprio pensiero, motivo che azzera quasi del tutto il coinvolgimento investigativo.

Questa perdita di coinvolgimento emotivo emerge anche grazie alla capacità di Mordimer di accedere all'Unworld, un piano astrale abitato da creature mostruose, dove è possibile rivivere visioni di eventi passati e scoprire la verità al di là delle bugie raccontate delle persone interrogate.

Queste sequenze concedono a Mordimer un vantaggio soprannaturale, fornendo informazioni che altrimenti non avrebbe, ma al contempo rendono molte delle ricerche di indizi e interrogatori quasi superflui. Inoltre, riguardo alla presenza dei mostri, dopo la prima fase tutorial, ci si accorge che esplorare queste aree significa semplicemente muoversi da un punto all'altro dello schermo senza affrontare alcun reale rischio, minando in qualche modo l'intento di svolgere il compito in modo accurato.

Il gioco offre anche un sistema di combattimento piuttosto rudimentale, che comprende attacchi leggeri, pesanti, schivate e parate. Tuttavia, procedendo nell'avventura, diventa evidente che The Inquisitor non sembra essere stato progettato per far utilizzare appieno tali meccaniche, poiché la maggior parte delle sfide può essere risolta semplicemente eseguendo una parata perfetta seguita da un colpo pesante.

Il sistema di combattimento risulta macchinoso, a tratti davvero lento, incapace di reggere il confronto con altre offerte presenti sul mercato, anche da parte di giochi che non vantano un budget cinque stelle come i titoli Tripla A. Questo ci fa riflettere sull'approccio adottato dal team di sviluppo The Dust, che avrebbe potuto optare per una proposta più simile a giochi come Sherlock Holmes, concentrandosi maggiormente sull'aspetto investigativo.

The Inquisitor – Medioevi Alternativi – Recensione PC

The Inquisitor – Buono l’Audio, ma la Grafica … 

Il motore grafico del gioco presenta alti e bassi nella sua resa visiva. Dobbiamo riconoscere il merito allo studio indipendente The Dust per aver realizzato un gioco dall'aspetto complessivamente unico, specialmente considerando il level design accurato in alcune zone, sia all'aperto che al chiuso. Tuttavia, va notato che questa qualità tende ad essere altalenante quando osservata nel suo complesso.

È complesso esprimere a parole la sensazione evocata durante il gioco: mentre si esplora la città di Koenigstein, si avverte davvero la sensazione di passeggiare per un borgo medievale, con i suoi stretti vicoli e le piazze affollate di persone attorno al mercato. Gli ambienti interni, come una cattedrale o le prigioni, sono altrettanto impressionanti, curati quasi praticamente in ogni minimo dettaglio. Tuttavia, a volte si entra in contatto con NPC che sembrano provenire da un'epoca videoludica passata, con modelli poligonali superati e animazioni poco convincenti, che risultano un po' deludenti in confronto alla qualità degli ambienti circostanti.

Anche le animazioni e le voci dei personaggi mostrano una variazione drastica nella qualità. Il doppiatore di Mordimer, in particolare, trasmette un'ottima impressione, grazie alla sua voce profonda e alla recitazione convincente, che richiama quasi alla mente quella di Doug Cockle (anche se potrebbe sembrare un'affermazione audace, nel complesso è stato fatto un buon lavoro). Tuttavia, lo stesso livello di qualità non si riscontra necessariamente negli altri attori presenti nel gioco, il cui contributo può risultare altalenante nel complesso.

The Inquisitor

Versione Testata: PC

6.5

Voto

Redazione

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The Inquisitor

In definitiva, The Inquisitor offre un'affascinante esplorazione di un Medioevo alternativo intriso di mistero e oscurità, dove il protagonista, Mordimer Madderdin, si trova a fronteggiare minacce sovrannaturali in un'indagine che mette in discussione la sua stessa fede e le sue convinzioni. Tuttavia, nonostante l'ambientazione suggestiva e le premesse interessanti, il gioco soffre di una narrazione rallentata da dialoghi prolissi e una mancanza di libertà decisionale, limitando l'esperienza complessiva.