Spirit of the North 2: la Recensione del ritorno della Volpe

Cinque anni fa Spirit of the North, adesso il sequel: ne vale la pena?

Nel 2020, in pieno periodo di pandemia, lo sviluppatore Infuse Studio debuttò con la sua avventura open world Spirit of the North. Il gioco, pur ricevendo un'accoglienza tiepida dalla critica, ebbe un discreto successo sulle piattaforme digitali e ancora oggi gode di una valutazione “molto positiva” su Steam. A distanza di 5 anni il team ci riprova con questo Spirit of the North 2, che del capitolo precedente costituisce una sorta di sequel stand-alone.

Spirit of the North 2: una nuova volpe in giro per la tundra

Due luci si rincorrono nel cielo stellato delle regioni del nord: sono gli spiriti di due volpi [quelle del primo gioco, probabilmente] che giocano tra le stelle, fino a toccarsi e lasciar cadere una terza luce [il figlio?] sull'Isola delle Volpi, l'ultimo luogo dove ancora si trova un po' di vita. Le terre circostanti, appartenente alle tribù dell'Orso, del Corvo, del Cervo, dell'Ariete e dei Lupi sono infatti devastate da quando lo sciamano Grimnir ha scatenato una guerra il cui unico esito è stato caos e distruzione. Cosa può fare una sola volpe, accompagnata da un corvo, per riportare la vita e la pace? Beh, un buon inizio sarebbe magari quello di evitare di risvegliare Grimnir dalla sua prigione... ma [oops!] è proprio quello che succederà all'inizio della storia...

Spirit of the North 2 fa dunque riferimenti occasionali al predecessore ma è in generale un'avventura nuova e indipendente: protagonista pilotata dal giocatore sarà comunque nuovamente una volpe che dovrà bighellonare per un mondo principalmente avvolto dalla natura in cui qua e là saranno rinvenibili i resti degli insediamenti umani, in abbandono e rovina da centinaia di anni. Lo scopo è quello di raggiungere gli spiriti degli animali-totem delle varie tribù, tutti in qualche modo corrotti dall'opera di Grimnir, per purificarli dalle loro sofferenze e tramite il loro aiuto sconfiggere lo sciamano e riportare il mondo in salute.

Spirit of the North 2: la Recensione del ritorno della Volpe
Passaggi da equilibrista per raggiungere questo insediamento sugli alberi

Di base, i comandi si limiteranno alla corsa e al salto, che in svariate circostanze sarà precalcolato – il ché vuol dire che se premerete il tasto quando compare una piccola freccia azzurra la volpacchiotta raggiungerà automaticamente il punto in questione. Man mano che si prosegue nell'avventura si otterranno delle Rune e le Benedizioni degli spiriti, sbloccando così ulteriori manovre come il doppio salto, la planata, lo scatto in avanti o la possibilità di assumere temporaneamente una forma spirituale. La volpe potrà anche raccogliere un oggetto [uno alla volta], il ché implementa nel gioco una meccanica del tipo chiave/serratura, oppure interagire con leve o altri elementi meccanici. Non mancheranno naturalmente piattaforme mobili su cui saltare, getti d'aria o d'acqua da cavalcare, interruttori a pressione, trappole infuocate e altri ostacoli che potranno portare il canide a una fine prematura – e al ritorno all'ultimo checkpoint visitato.

Quando morirete perderete anche i cristalli trasportati – valuta spendibile in vari modi per ottenere ad esempio Rune aggiuntive preso le Grotte dei Procioni o per attivare gli Obelischi che rivelano la mappa – ma in maniera simile a quanto avviene nei souls-like sarà possibile recuperarne una parte raggiungendo il luogo della morte. Alcune quest, sia principali sia opzionali, permetteranno di ottenere punti da spendere sull'Albero delle Abilità migliorando le riserve di vita, di energia spirituale, di cristalli conservabili o di Spiritelli trasportabili – altra valuta particolare, difficile da reperire ma fondamentale per portare avanti la vicenda.

Tra spine velenose reggendo una torcia tra le fauci
Tra spine velenose reggendo una torcia tra le fauci
La lore sarà descritta da queste pergamene
La lore sarà descritta da queste pergamene
Qui qualcuno si è dimenticato qualche texture...
Qui qualcuno si è dimenticato qualche texture...

Spirit of the North 2: troppi problemi

Il primo impatto con il lavoro di Infuse Studio è tutto sommato gradevole: il mondo è certamente molto spoglio, ma alberi, strutture e il modello della Volpe, tra l'altro personalizzabile, non sono male – certo, non ai livelli di una produzione AAA, ma comunque notevoli per un team Indie. Basta però fare qualche passo all'aperto per rendersi conto che su PS5 in modalità Fedeltà il frame-rate cala un bel po' e per mantenere il gioco alla massima fluidità occorre switchare su Prestazioni, con conseguente ridimensionamento della qualità generale. Eppure gli ambienti sono essenzialmente spogli: esclusi la volpe e il corvo i modelli animati sono veramente pochissimi [ma non ci sono altri animali in 'sto mondo?] e la sensazione di “vuoto” è spesso imperante.

Ciò che ci sconcerta è il fatto che lo sviluppatore sembra aver campato di rendita con il motore Unreal Engine e gli assets del primo Spirit of the North, ma che non abbia fatto alcun passo avanti: malgrado i 5 anni di distanza tra i due giochi, paragonando le sequenze di gameplay ci si rende conto che il secondo capitolo è tecnicamente un more of the same, quasi fosse un enorme DLC rilasciato a parte. Come se ciò non bastasse, il problema della fluidità è forse il più marginale che il gioco presenta: il più grave è invece quello dell'illuminazione. Nell'intento di rendere le luci ambientali dinamiche, con tanto di “adattamento progressivo” della vista della volpe quando si passa dalle zone aperte a quelle chiuse, troppo spesso capita che il sistema sbarelli e ci si ritrovi circondati dal buio più assoluto. In questi casi si può sperare di risolvere ritornando sui propri passi (se ancora la strada è percorribile) o in extremis uscendo e rientrando nel gioco... ma talvolta non basta neppure questo.

Anche l'audio, che pure è limitato agli effetti sonori e a pochi temi di accompagnamento, in certi contesti presenta dei difetti, come “gracchi”, stuttering o altri glitch. Ma la cosa che più irrita l'esperienza di gioco è l'interfaccia e la risposta ai comandi, che è veramente rognosa e decisamente mal ottimizzata per il supporto joypad [e anche in questo caso ricordiamo che il primo gioco è uscito 5 anni fa]: basti pensare al fatto che lo scatto non lanci la volpe nella direzione in cui si sta muovendo ma bensì verso il centro dell'inquadratura... anche nella gestione del doppio salto abbiamo trovato scelte assai discutibili che derivano dalla trascuratezza più che dall'inesperienza, sebbene la patch del day-one abbia risolto parte del problema.

Spirit of the North 2: la Recensione del ritorno della Volpe
Questa nebbia è in effetti il frutto della pioggia

Spirit of the North 2: giudizio severo a malincuore

Quanto detto impatta ovviamente in maniera negativa sul giudizio su Spirit of the North 2 e questo è, in tutta sincerità, un peccato: il gioco ha i suoi numeri in un mondo molto vasto da esplorare – il vuoto che si percepisce nasconde infatti Spiritelli da trovare e occasionali grotte e quest secondarie – in enigmi talvolta intriganti, in una Lore affascinante da scoprire tramite le pergamene sparse qua e là [la storia di Grimnir è tutt'altro che quella di un “cattivo da operetta”], in boss-fight tutte differenti e con una valida curva di difficoltà crescente, con una longevità che può tranquillamente superare le 12-15 ore, anche 20 per i completisti.

Ma come uno studente pigro che “è intelligente ma non si applica” e preferisce vivere di rendita del compitino fatto 5 anni fa, questo secondo capitolo della volpe si accontenta di una striminzita sufficienza. Se però avete apprezzato il primo Spirit of the North e non vedete l'ora di tornare a vestire la pelliccia della volpe nel mondo del nord, allora è il gioco che fa al caso vostro.

Gallery

Spirit of the North 2

Versione Testata: PS5

6

Voto

Redazione

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Spirit of the North 2

Spirit of the North 2 è tanto un “more of the same” del primo capitolo quanto un'occasione mancata per il team di sviluppo di spiccare il volo con un prodotto di qualità superiore. La Lore e la struttura del gioco sono accattivanti, questo è innegabile, ma i problemi tecnici e le leggerezze nell'interfaccia rendono il gameplay ostico e farraginoso, impedendoci di dargli un giudizio superiore alla sufficienza. Ed è sinceramente un peccato...

 

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