Soul Reaver 2

di Redazione Gamesurf
TRA TECNICA E CONCEPT
Soul Reaver 2 quindi é una interessante miscela di vari elementi, nobilitato da una realizzazione tecnica di tutto rispetto; ma é innovativo come vorrebbe essere? Forse no. A ben guardare molto della sua struttura ricalca elementi classici presenti in altri arcade-adventure. Sorprende, nel corso della prima ora di gioco, la poliedricità del personaggio di Raziel, che potrebbe essere potenzialmente messa al servizio di livelli dal concept innovativo, ma che poi, in definitiva, si diluisce in po' per colpa di alcuni schemi un po' tradizionali, nella struttura se non nella tecnica, che pure subisce una lieve battuta di arresto in alcuni passaggi del gioco, i più oscuri e spogli. Nelle caverne e in certi passaggi sottomarini é difficile orientarsi per via della luce scarsa e di una telecamera virtuale che occasionalmente fa fatica a scegliere l'inquadratura giusta

E' pur vero che si possono prendere le fiaccole appese ai muri, ma anche queste fanno complessivamente poca luce. Forse anche per questo é stata prevista un'opzione di correzione cromatica, in modo da schiarire a comando gli ambienti troppo bui. Soul Reaver 2, in altre parole, non é sempre uniforme qualitativamente parlando: ad ambienti favolosi e stracolmi di dettaglio si alternano alcune zone praticamente vuote, popolate da rari elementi grafici ripetuti in modo stucchevolmente frequente. Gli stessi combattimenti potevano beneficiare di una struttura più aggiornata, simile a quella dei picchiaduro come Soul Calibur, invece il gameplay é abbastanza tipico e questo toglie un po' di spessore all'insieme. Questo comunque non intacca la longevità del gioco, che si mantiene su livelli medi, anche se il fattore rigiocabilità, a causa della trama completamente lineare, é praticamente nullo.