Sherlock Holmes The Awakened, scienza contro esoterismo – Recensione PC

L'investigatore più famoso del mondo torna in formato videoludico. Enigmi, puzzle e logica saranno messi a dura prova. La recensione di Sherlock Holmes The Awakened

Eliminato l'impossibile, ciò che resta, per quanto improbabile sia, deve essere la verità. Siamo stati abituati al mito di Sherlock Holmes, quel detective forense che Arthur Conan Doyle trasformò, grazie ai suoi libri, nel più grande punto di riferimento sulla professione. 

Ne conosciamo le avventure non solo tramite il mondo letterario, ma anche e soprattutto tramite cinema e serie tv, due generi che hanno permesso al personaggio di superare la “barriera cartacea”, raggiungendo un pubblico molto più ampio e di tutte le età grazie all’interpretazione di Robert Downey Jr. 

Anche il medium videoludico ha subito il fascino di Sherlock Holmes, e tra i più popolari ricordiamo la serie creata da Frogwares, serie tra cui spiccano titoli quali Crimes and Punishments, The Devil’s Daughter, nonché l’ultimo capitolo Chapter One, quello più ambizioso dato che inseriva anche l’elemento open world.

Purtroppo, gli eventi recenti non hanno permesso agli sviluppatori di puntare più in alto, magari con un sequel naturale dell’ultimo prodotto sopracitato, ed è forse per questo che la campagna Kickstarter sfruttata per finanziare il remake di “The Awakened” può essere considerata come frutto di una delle difficili circostanze che hanno portato alla creazione di questo videogioco.

Circostanze che si riflettono, e si notano, all’interno di un titolo che fa difficoltà a distaccarsi dal proprio passato.

Sherlock Holmes The Awakened, scienza contro esoterismo – Recensione PC

Sherlock Holmes The Awakened – L’uomo contro l’ignoto

Era il 2006 quando Frogwares, forte del successo del celebre personaggio di Sherlock Holmes, pubblicò il capitolo The Awakened. Un capitolo considerato interessante non soltanto per la fedeltà ai personaggi creati da Arthur Conan Doyle, ma anche e soprattutto curioso per lo scontro tra il raziocinio del detective, messo a dura prova dalla serie di misteriosi omicidi legati al culto cthulhiano, ben noto agli appassionati di H.P. Lovecraft.

La serie di omicidi inserita nel gioco segue un filo logico lineare, una serie di molliche di pane pronte a condurci nella proverbiale casa di marzapane, qua ben caratterizzate da un buon numero di ambientazioni diverse tra loro, ognuna pensata per mettere il detective (e quindi il giocatore) di fronte a un enigma da risolvere mediante gli stilemi noti dagli appassionati del gioco.

Per chi non avesse mai messo piede nel Palazzo Mentale di Holmes, si tratta per lo più di una scena del crimine piuttosto circoscritta in cui il protagonista, tramite un radar utilizzabile a piacere, può interagire con un altrettanto numero di oggetti, ognuno pensato per approfondire, descrivere e incuriosire gli elementi necessari alla risoluzione del caso.

A volte le cose sembrano complicarsi più del dovuto, apparendo più macchinose se vogliamo, altre volte invece, una volta imparato il giochino alle spalle, tutto sembra fin troppo facile e lineare, come se l’acume del noto Sherlock Holmes venisse banalizzato da una sequela di situazioni scriptate e inevitabili, come per dire “tanto non ti puoi muovere da qui finché non trovi la soluzione”.

Una volta usciti dall’appartamento 221b di Baker Street, le premesse sembrano essere quelle di avere di fronte un prodotto molto simile a Chapter One: la grafica, le modalità di interazione, i menù. Tutto sembra fresco, moderno, in linea con quello che ci si potrebbe aspettare dalla nuova fioritura del franchise, ma subitamente qualcosa si spezza, lasciando emergere una condizione di vuoto, quasi paragonabile all’abisso descritto da Lovecraft.

La prima indagine sembra quasi una barzelletta. Qualcuno sembra attentare alla vita di Holmes, ma tutto si risolve in un brodo di giuggiole, brodo pronto solo a essere da antipasto per una sfortunata serie di eventi piuttosto deducibile, pronta chiaramente a condurre il protagonista in un labirinto mentale solo apparentemente contorto.

Non saranno certo la fioraia, o il libraio, a impensierire Sherlock Holmes, ci penserà forse solo l’entità cosmica Cthulhu. Anzi, forse nemmeno lui. 

Sherlock Holmes The Awakened, scienza contro esoterismo – Recensione PC

Sherlock Holmes The Awakened – Troverò una soluzione, costi quel che costi!

Come fa Sherlock Holmes a essere così intelligente? Intanto si documenta su tutto, studiando anche le cose più assurde. Poi riesce a fare affidamento al suo senso acuto di osservazione, un pregio che in questo capitolo The Awakened ritorna come la classica goccia cinese, ben descritta dalle meccaniche di gameplay già viste nei precedenti capitoli.

Grazie a un tasto dedicato, Sherlock può esaminare l’ambientazione evidenziando i punti di interesse, quei classici puntini con cui il personaggio ha modo di interagire, svelando dettagli e indizi utili a comporre un’ipotesi. In alcuni casi, c’è poi la possibilità di sfruttare la concentrazione per evidenziare altri particolari, un fenomeno divertente nella modalità con cui è stato creato, giacché presenta una serie di scenari (mai più di tre per indizio) in cui ci viene chiesto di immaginare cosa è successo.

Le prove finiscono sul taccuino dell’investigatore, già filtrate per utilità, nel senso che alcune vanteranno dei piccoli dot, come una bussola, per cui sarà necessario evidenziarli (o tracciarli via) per arrivare alla soluzione. Gli altri sono un piacevole contorno, tanti elementi di lore utile a impreziosire l’indagine, sebbene poi non trovino altra collocazione.

Trovati gli indizi necessari, Sherlock Holmes arriva nel suo Palazzo Mentale, qui popolato da più di un neurone, luogo in cui ci viene richiesto di unire degli indizi separati da tre colori: giallo, verde e blu. Il titolo ci suggerisce subito i colori necessari a procedere, elemento che finisce per indicarci già in qualche modo quale dovrebbe essere l’esito della deduzione, anche solo lavorando tramite tentativi. Insomma, se non trovate subito la soluzione, basta riprovare, non muore nessuno nel frattempo (ah ah ah).

Oltre alla dimensione reale, il gioco inserisce anche delle ambientazioni di una dimensione esoterica, ben caratterizzata dalla presenza di scenari assurdi, sebbene ben gestiti e in linea con quello che potremmo immaginare sul tema del culto di Cthulhu. Intelligenti anche alcuni elementi di gameplay, in cui ci viene richiesto di spremere un po’ di più le meningi, soprattutto quando ci saranno occhi indiscreti a guardarci percorrere un determinato cammino.

Sherlock Holmes The Awakened, scienza contro esoterismo – Recensione PC

Il senso di perdizione, o di ricerca anche unita al reperimento degli indizi, finisce col perdere pathos quasi da subito, come se il gameplay e la difficoltà non fossero in grado di reggere il confronto con quello che siamo abituati immaginare dalla psiche del detective. Chiaramente è possibile cambiare il livello di difficoltà, generando essenzialmente delle combinazioni utili a disattivare alcune funzioni di aiuto che sull’immediato possono risultare utili, ma che sulla lunga finiscono giusto per generare solo qualche grattacapo unito a frustrazione, anche perché non esiste un vero e proprio fallimento della missione.

Per dire, quello che è riuscito a fare Ritchie con Sherlock Holmes e Sherlock Holmes – A Game of Shadows è stato rendere interessante l’indagine, sfruttando al contempo un ritmo serrato per creare suspense nello spettatore in sala, spesso incapace di stare al passo con le deduzioni di Holmes.

Nel capitolo videoludico creato da Frogwares, chiaramente, non ci si aspetta lo stesso, ma è un peccato constatare che la trama, seppur interessante, finisce col perdere mordente solo per ragioni di esposizione, probabilmente comunque frutto di una gestazione di sviluppo non proprio serena (e soprattutto, si tratta di un remake, quindi fedele all’originale).

Non siamo lontani dal seminato

Tecnicamente parlando il remake del titolo del 2006 presenta una grafica notevolmente migliorata rispetto al gioco originale, il che è piuttosto normale visti gli anni di separazione da un prodotto all’altro. I personaggi e gli ambienti sono stati ridisegnati con grande attenzione ai dettagli, e la resa grafica è molto realistica. Inoltre, l'illuminazione e le ombre sono state notevolmente migliorate, dando vita a un'esperienza di gioco più coinvolgente e immersiva.

Durante il gioco, il framerate non sembra scendere o avere cali improvvisi risultando anche decisamente performante nella nostra configurazione, dato che raggiunge picchi anche di 120/130 frame per secondo, il che contribuisce a mantenere l'esperienza di gioco fluida e immersiva. Inoltre, il titolo supporta DLSS, una tecnologia di rendering che utilizza l'IA per migliorare la qualità dell'immagine e aumentare il framerate, senza compromettere la risoluzione.

In questo remake, inoltre, la colonna sonora è stata completamente rimasterizzata e ampliata, con l'aggiunta di nuovi brani e un'attenzione maggiore alla creazione di musiche coinvolgenti e accattivanti. Inoltre, il doppiaggio è stato migliorato grazie all'utilizzo di tecnologie di registrazione più avanzate, garantendo una maggiore chiarezza e nitidezza del suono.

Sherlock Holmes The Awakened, scienza contro esoterismo – Recensione PC

Sherlock Holmes: The Awakened

Versione Testata: PC

7

Voto

Redazione

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Sherlock Holmes: The Awakened

Sherlock Holmes The Awakened è un buon remake, un prodotto frutto dei tempi avversi che cerca di fare il proprio lavoro nel modo giusto, sebbene non riesca ad emergere per via dei difetti precedentemente enunciati. Sappiamo benissimo tutta la situazione, perciò è chiaro che non tutti i mali possono essere imputati a un cattivo sviluppo, anzi tutt’altro, ed è quindi doveroso sottolineare quanto la fattura grafica risulti godibile e al passo coi tempi. Si è trattato infatti di una completa riscrittura del gioco, motivo che ci fa comunque spendere parole positive su quest’avventura in compagnia del dio lovecraftiano per eccellenza. Peccato solo per la linearità, un po’ troppo accentuata.