Shadow Ops: Red Mercury

Shadow Ops Red Mercury
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Shadow Ops: Red Mercury

Il mondo dei videogiochi, alla stregua di quello calcistico, è pieno di sorprese. La Grecia, meritatamente, vince gli Europei quando i bookmakers davano all'inizio del torneo la sua vittoria per cento a uno e ora Atari, dopo un poco convincente Driv3r, quasi in sordina, tira fuori dal cilindro un pregevole fps sviluppato da Zombie Studios. La Zombie che non vanterà certo il pedigree dei Reflection Interactive (Driver, Driver 2), ma che comunque propone un prodotto per certi versi decisamente interessante.

I primi minuti di gioco rivelano subito la carta vincente di questo titolo: il coinvolgimento. La prima missione si apre con un conflitto a fuoco in un sobborgo della Siria che celermente riporta alla mente sensazioni e scene già vissute: Black Hawk Down, il paragone più telefonato possibile. La scena è costruita secondo un crescendo d'azione, sparatorie, esplosioni che culminano nel senso di insicurezza in cui è imprigionato il giocatore, nascosto dietro una cassa mentre i compagni battagliano vendendo cara la pelle. E a poco a poco cominciano a cadere. Allora esce allo scoperto, ma bastano pochi colpi per buttarlo esanime a terra e assistere all'inevitabile Game Over. Ci riprova: stessa scena, medesima posizione dei nemici, ma la consapevolezza delle loro notevoli capacità offensive. Non siamo soli, ma non possiamo comandare i nostri compagni, possiamo solo fare affidamento sul nostro fucile. E allora, dietro la solita cassa, attiviamo lo zoom e cominciamo a far fuoco, facendo bene attenzione a non sporgere troppo e rimanendo con la maggior porzione del corpo possibile dietro copertura.


Ancora un altro game over, che frena l'entusiasmo misto all'adrenalina e porta alla felice constatazione che siamo completamente coinvolti, complice un Dolby Digital che svolge dannatamente bene il suo lavoro. Dall'ufficio vicino credono che stiano trasmettendo un reportage del TG1 sul Medio Oriente, ma ancora non si sono accorti che il nostro M60 ha un timbro di voce ben più intenso. Veloce forward di 24 missioni per avere conferma di come il copione non cambi e il canovaccio sia sempre il medesimo, lungo tutto l'arco dell'avventura: i nemici vengono vaporizzati dal nostro vento di piombo, ma alla fine della fiera è innegabile che sia stata una faticaccia. In SO:RM si spara, si spara e basta, ma superare indenni ogni passaggio non è impresa facile. La difficoltà non deriva tanto dall'IA dei nemici che hanno una mira bastardamente precisa, ne tanto meno dal loro numero spropositato che in alcuni casi riporta alla mente il Far West all'ora di punta, quanto dal sistema di salvataggi del quale ancora non abbiamo decifrato il perché di un unico savepoint ogni fine livello. Misteri dell'universo videoludico. Tuttavia sottolinearlo non è superfluo, dato che l'utenza non sembra del tutto emancipata da accettare a cuore sereno soluzioni che non siano semplicistiche e di comodo. Ninja Gaiden docet, ma il suo livello qualitativo non si discute.

Passiamo oltre. Sostanzialmente, i pregi preminenti di Shadow Ops: Red Mercury sono due: la dinamica degli scontri a fuoco e il livello di sfida proposto. Laddove Rainbow Six 3 propone esili gruppetti di nemici da abbattere, Shadow Ops ogni volta vi vedrà contro un vero e proprio reggimento, già dalle prime missioni di gioco. Nemici che spuntano da ogni dove, quando e perché, e che daranno vita alla ripetitiva routine del trovare un riparo e sparare. In Shadow Ops, complici ostili con una mira decisamente fuori parametro, trovarsi in mezzo al fuoco incrociato senza copertura o lanciarsi alla garibaldina contro gli avversari corrisponde, nel 90% dei casi, a morte certa. Non c'è Rambo che tenga. Quella di sporgere l'arma per sparare ai nemici dietro l'angolo, diventa prassi sistematica che si ritualizza secondo dopo secondo, angolo dopo angolo, vicolo dopo vicolo.

Shadow Ops: Red Mercury
7.5

Voto

Redazione

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Shadow Ops: Red Mercury

Onesto e semplice fps dove il coinvolgimento è alto, l'azione sempre frenetica e i ritmi di gioco incessanti. Il suo unico limite è la modalità on-line, afflitta da bug e limitazioni clamorose, ma se cercate un fps caratterizzato da buoni scontri a fuoco e un livello di sfida non indifferente, SO:RM potrebbe fare al caso vostro. Zombie, buona la "prima".