Recensione Anno 1800

Imparare dal passato è l'unico modo per migliorarsi

Recensione Anno 1800

Lo sviluppo di un videogioco segue dei passaggi precisi, una sorta di schema virtuoso in cui gli sviluppatori buttano giù delle idee, per poi trasformarle o adattarle in corsa al fine di renderle il prodotto finale che troviamo sugli scaffali. Quando uno di questi progetti funziona, spesso si decide di dargli una continuazione, creando nel migliore dei casi un franchise.

Alle spalle di questo meccanismo apparentemente semplice si celano moltissime difficoltà, che di frequente finiscono per diventare intoppi sul percorso qualora gli addetti ai lavori non siano stati in grado, malauguratamente, di far evolvere l’offerta introducendo elementi al passo coi tempi di pubblicazione. Ascoltare i feedback della community è risultato più volte decisivo, come anche fare un passo indietro e imparare dai propri errori.

In casa Blue Byte devono aver riflettuto molto sul come portare avanti il proprio brand Anno, tant’è che abbandonati i fasti di un futuro prossimo e lontano (2070 e 2205) hanno riportato indietro le lancette dell’orologio della storia, tornando agli anni della rivoluzione industriale nel 1800.


SEGUIRE LA FILIERA

Il contesto storico scelto per l’occasione serve da palco a una campagna abbastanza interessante, dove il nostro alter ego è costretto a rientrare in patria dal Nuovo Mondo per scoprire gli intrighi che hanno portato all’omicidio del padre. Come se questo non bastasse, dovremo inoltre risollevare l’onore della famiglia ricostruendo da zero una cittadina su un’isola abbandonata, mentre un nostro avido zio tenterà il tutto per tutto per farci fallire.

Grazie a questo escamotage il gameplay viene assimilato in modo completamente naturale dalla storia, dove ci sarà richiesto di tenere a bada gli incarichi ricevuti da parenti e sconosciuti incontrati sul percorso, senza però dimenticarci di gestire al meglio il mercato delle risorse necessarie a far sviluppare la nostra città. Sotto questo punto di vista siamo ritornati piacevolmente agli anni de “Il Signore dell’Olimpo Zeus” e “Faraon”, due titoli gestionali sviluppati da Impressions Games che tenevano fortemente conto non tanto dell’aspetto economico e sociale della città, quanto invece dello sviluppo urbanistico necessario per migliorare le case dei nostri cittadini, finanche fornirli di un facile accesso a tutti gli optional e servizi che oggi invece sembrano mancare nelle più grandi capitali del mondo.

L’isola in cui ci troviamo sembra “costruita apposta” per accompagnare la naturale evoluzione della cittadina, servendoci a momenti alterni delle missioni utili a sbloccare una delle risorse principali di produzione, o magari dei nuovi partner commerciali da scoprire sulla cartina geografica. Seguire questo naturale susseguirsi di eventi concede al giocatore ampio respiro, così da imparare naturalmente non solo le regole alle spalle del gioco, ma anche tutte quelle particolarità che si scoprono facendo più di una run magari a difficoltà diverse. Sappiate infatti che non basta costruire gli edifici richiesti al momento richiesto, ma serve anche comprendere da cima a fondo l’utilità di un edificio perché il suo posizionamento, o il numero di volte che lo costruirete, potrebbe cambiare drasticamente gli equilibri di produzione della città.


screenshot

Ecco perché diventa indispensabile comprendere che un capanno di taglialegna va costruito vicino a una segheria, così da ridurre al minimo lo spostamento delle risorse per guadagnare tempo, ma anche che sarebbe opportuno (o meglio doveroso) costruire tanti magazzini perché lo stoccaggio di risorse non è immediato, ma vengono occupate delle rampe di carico limitate che possono essere incrementate solo nel passaggio tra un’epoca e l’altra.

Le linee produttive vengono gestite da lavoratori su una diversa scala sociale, ragion per cui anche l’occupazione demografica del territorio cittadino deve permettere un egual numero di case per contadini, lavoratori e artigiani. L’evoluzione di questi edifici è possibile grazie all’accesso nei confronti di risorse di pregio, che vengono vendute e prodotte in momenti alterni dai loro stessi utilizzatori. Allo stesso modo, i cittadini più “altolocati” avranno necessità diverse da quelli meno abbienti, motivo che ci indurrà a costruire introducendo sempre più servizi, senza dimenticarci di introdurre edifici di controllo e sicurezza in ogni area della nostra città. Oltre a caserme dei pompieri o della polizia, i cittadini avranno bisogno anche di servizi legati al divertimento e lo svago, altro motivo che tra l’altro ci porterà magari in viaggio per il mondo alla ricerca di bestie esotiche da inserire nello zoo cittadino.


screenshot

NON UN SEMPLICE COMPITO A CASA

La parte gestionale del gioco riesce a emergere in modo preponderante in ogni aspetto del titolo, che in Anno 1800 viene accompagnato da un’interfaccia estremamente particolare e funzionale, ricca di informazioni facilissime da consultare. Il parallelo con Tropico 6 viene quasi naturale, soprattutto perché in questo secondo caso alcuni pannelli erano sì ricchi di informazioni, ma lievemente più caotici da consultare. In Anno ogni aspetto emerge con naturalezza, coadiuvato dalla bellezza di un’interfaccia che non ha nulla da invidiare alle controparti di settore.

Tra l’altro questa gestione dell’interfaccia permette al giocatore di seguire il naturale sviluppo della città che sta amministrando. Che sia in modalità campagna, o in quella sandbox, ogni tassello del puzzle trova la sua collocazione senza il minimo problema, dimostrando come uno sviluppo attento e pianificato del gioco porti i suoi risultati a lungo termine. Giacché abbiamo parlato di pianificazione, è giusto ricordare che il titolo permette anche una costruzione programmata degli edifici, un sistema che permette di studiare al meglio il posizionamento degli immobili nella città, soprattutto in quelle modalità dove non viene previsto il rimborso degli edifici a seguito della loro distruzione.


screenshot

Anche se parliamo di un gestionale con i controfiocchi, ci sembra giusto portarvi in risalto la gestione unificata dei magazzini. In pratica ogni risorsa posizionata all’interno del magazzino sarà disponibile anche in qualsiasi altro edificio dello stesso tipo collocato anche a metri di distanza da quest’ultimo, così da semplificare alla grande l’enorme traffico di merci generato per strada. Oltre a questo, selezionando alcuni edifici noteremo un cambio di colore delle strade adiacenti a quest’ultimo, così da poter comprendere meglio quale percorso verrà servito da quel servizio.

A chiudere la disamina relativa alle possibilità offerte dal gioco durante il gameplay troviamo diplomazia e commercio, due tasselli importanti che comincerete a valutare nelle fasi avanzate della vostra partita. Risulta piacevolmente interessante scoprire che diversi interlocutori politici abbiano a disposizione merci differenti, che spaziano dalle materie prime a risorse speciali, caratterizzate da potenziamenti da utilizzare in particolari edifici come il Sindacato o la Capitaneria di Porto. Ricercabili a prezzi differenti tra loro, questi piccoli upgrade aiutano a stratificare il gameplay migliorando le caratteristiche di produzione di alcuni quartieri della città. Gli altri oggetti sono potenziamenti da utilizzare nelle navi da guerra, o da carico, utilissimi nel momento in cui vorrete inviare il vostro equipaggio in spedizione verso lidi lontani dal vostro territorio.

Tecnicamente parlando a livelli qualitativi alti Anno 1800 è una gioia per gli occhi, primo per le texture dedicate all’ambiente naturale e cittadino, seguito a ruota libera da un popolamento delle strade che rende la nostra città più viva che mai. Tra l’altro, facendo avanzare le classi sociali presenti nella nostra ridente cittadina noteremo che le persone presenti in strada saranno caratterizzate da un template diverso, fattore che incrementa a dismisura la varietà dei modelli presenti in città.


screenshot

Recensione Anno 1800

Versione Testata: PC

8.5

Voto

Redazione

19217jpg

Recensione Anno 1800

Anno 1800 si affaccia sul mercato come un ritorno di fiamma della serie, un espediente che spingerà gli amanti del genere a provvedere all’acquisto immediato vista la presenza di così tante caratteristiche uniche capaci di rendere il gioco, al netto dei difetti, uno dei migliori gestionali in circolazione. Anche se la campagna non risulterà poi così ispirata a livello di dialoghi e presenze di NPG, vale la pena sottolineare la cura con cui gli sviluppatori hanno popolato il gioco, sia in ambito tecnico che visivo.