Metal Gear Solid Delta, la recensione del ritorno di Big Boss

La recensione di Metal Gear Solid Delta, il remake che segna il ritorno di Big Boss

di Domenico Colantuono

Era il Luglio del 2016 quando Konami ha lasciato i fan della saga e buona parte della critica con il fiato sospeso per 7 minuti, presentando un video che mostrava alcuni tra i momenti più iconici di Metal Gear Solid Snake Eater rifatti con il Fox Engine - quello di Metal Gear Solid V Phantom Pain - salvo poi annunciare che tutto ciò faceva parte della presentazione delle nuove macchine pachinko dedicate al terzo capitolo della saga.

La pubblicazione di quel video/trailer arrivava poco meno di un anno dalla pubblicazione di Phantom Pain e i rapporti tra Konami e Hideo Kojima si erano già spezzati. La cosa non fece altro che alimentare le voci secondo cui tali cinematiche così ben prodotte facevano parte del progetto remake di Snake Eater ormai accantonato.

Da quel momento, salvo qualche remastered e qualche capitolo poco riuscito della serie di Castlevania, Konami è pian piano sparita dai riflettori del mondo dei videogiochi, riposizionando il core business su altri settori, tra cui i sopraccitati pachinko.

Questo silenzio non va però confuso con assenza. L’azienda giapponese ha infatti mostrato di aver guardato con attenzione alla stagione di remake e remastered che ha interessato l’industria negli ultimi anni, la quale ha mostrato come rimettere mano ai giochi del passato possa tradursi in esperienze sempre diverse: con chi decide di dare una nuova mano di stucco e chi invece opta per piccole rivoluzioni.

Per trovare un paragone, oggi possiamo ammirare la cattedrale di Notre Dame riprogettata per presentarsi al meglio nel futuro senza abbandonare la sua bellezza classica e goderci la Cappella Sistina, che nel 1994 è stata ristrutturata esattamente come Michelangelo l’aveva concepita originariamente.

Konami negli ultimi due anni ha mostrato di essere in grado di danzare tra questi due estremi, riproponendo al pubblico i capitoli più iconici delle sue due saghe più importanti: Silent Hill 2 Remake e Metal Gear Solid Delta.

Affidato a Bloober Team, Silent Hill 2 Remake ha riproposto la storia di James Sunderland aggiungendo nuove ambientazioni e una rivisitazione degli eventi.
Metal Gear Solid Delta percorre invece la strada opposta. Il titolo sviluppato con Virtuos Studios è una fedele rappresentazione del gioco del 2004, il quale ha beneficiato di un nuovo comparto grafico e una modernizzazione delle varie meccaniche.

La decisione di Konami di riproporre lo stesso identico gioco del 2004 ha diviso i fan, con una parte di questi che ha accusato l’azienda giapponese di aver peccato di coraggio e chi invece ha lodato la scelta di non toccare un’opera che nella sua narrazione è ancora di altissimo livello - se non superiore a tanti titoli attuali. 

Ed è per questo che la recensione di Metal Gear Solid Delta mi ha portato a spogliarmi dei panni di fan della saga in modo da analizzare l’opera in maniera oggettiva, facendo anche i conti con il fatto che “The show must go on” anche senza Hideo Kojima.
E ai titoli di coda - accompagnati dall’iconica “Way to fall” degli Starsailor che mi ha procurato più di un singhiozzo - ho realizzato quanto giusta e rispettosa sia stata la decisione di Konami.
Il lavoro di Konami segna il ritorno trionfante della saga e sono pronto a condividere con voi il nostro parere nella nostra recensione di Metal Gear Solid Snake Eater Delta.

La storia senza tempo di Metal Gear Solid Snake Eater

Metal Gear Solid Delta narra la storia della nascita di Big Boss e lo fa seguendo per filo e per segno la trama in origine creata da Hideo Kojima. 

Siamo nel 1964, in piena Guerra Fredda, e mentre il mondo piange la morte del Presidente Kennedy, l’Orologio dell’Apocalisse segna 17 minuti a mezzanotte, indicando una relativa calma dopo la crisi dei missili di Cuba.
Nonostante tutto sembra essere relativamente pacifico, con le due superpotenze che hanno addirittura stabilito una linea telefonica diretta tra Cremlino e La Casa Bianca, le grandi potenze mondiali si stuzzicano ancora a vicenda a suon di spie, reciproco furto di informazioni e operazioni segrete.

Proprio una di queste operazioni fa da sfondo agli eventi di Metal Gear Solid Delta.
Jack, membro della CIA, viene mandato nella regione di Tselinoyarsk per recuperare lo scienziato Nikolai Sokolov.

Sokolov è uno scienziato rapito dal colonnello del GRU Volgin, il quale vuole impadronirsi dello Shagohod: un carro armato mobile capace di lanciare testate nucleari invisibili ai radar da qualsiasi tipo di terreno.

L’obiettivo di Volgin è di spingere la caduta di Krusciov e supportare la salita al potere di Breznev, una volta fatto ciò, utilizzare lo Shagohod per porre fine all’era della deterrenza nucleare e far sì che l’Unione Sovietica avesse un netto vantaggio strategico e militare rispetto agli Stati Uniti.

Una volta arrivato a Tselinoyarsk, la missione di Jack, nome in codice Naked Snake, fila liscia senza troppi problemi. Tuttavia nel momento in cui Snake e Sokolov si avviano verso il punto di recupero, vengono intercettati da Volgin e The Boss - madre delle forze speciali statunitensi e mentore di Snake - la quale rivela di aver disertato in Unione Sovietica e di aver sposato la causa di Volgin.

The Boss neutralizza facilmente Snake e grazie al supporto dell’Unità Cobra consegna Sokolov a Volgin.
Mentre abbandonano l’area, Volgin decide di utilizzare il Davy Crockett - un sistema nucleare che The Boss porta con se come prova del suo tradimento verso gli Stati Uniti - per nuclearizzare il centro di ricerca dove era trattenuto Sokolov.

Tale evento dà il via agli eventi del gioco; con il Cremlino che chiede a Washington un atto significativo per provare l’innocenza statunitense: uccidere The Boss e neutralizzare Volgin.

Snake viene scelto per questa missione che lo porterà tra la giungla russa e a fare i conti con la sua mentore e i valori che fino a quel momento hanno guidato la sua vita.
Il tutto in una storia fatta di spie, amore, lealtà, patriottismo e colpi di scena che porterà alla nascita della leggenda di Big Boss.

Tra passato e presente: le nuove meccaniche di Metal Gear Solid Delta

Metal Gear Solid Delta si poggia sulle basi solidissime di Metal Gear Solid Snake Eater, senza provare a rivoluzionarle.

Ciò si traduce in una narrazione superba, in grado di tenere tranquillamente testa ai titoli degli ultimi anni, che 21 anni fa come oggi riesce a raccontare la storia di Big Boss in un modo chiarissimo e appassionante, senza disdegnare colpi di scena, e porre le basi per l’intera saga di Metal Gear Solid.

Lo stesso trattamento, non è stato riservato - fortunatamente - al comparto grafico e alle tantissime meccaniche del gioco; le quali sono state modernizzate e migliorate, aumentando decisamente la quality of life del titolo.

Metal Gear Solid Delta gode di un forte lifting grafico, grazie a un saggio uso di Unreal Engine 5 che offre un risultato di altissimo livello e forse oggi secondo soltanto a - ironia della sorte - Death Stranding 2.
La giungla di Tselinoyarsk è tanto viva quanto asfissiante. La sua vegetazione e la sua fauna sono un quadro perfetto, i vari animali si muovono in maniera fluidissima tra i vari cespugli, sugli alberi, tronchi e tane nascoste in giro. Per non parlare poi del feedback offerto dalle varie ambientazioni pad alla mano. Muoversi nelle varie paludi è molto più complicato che muoversi in un fiume; così come strisciare in delle aree desertiche è totalmente diverso dallo strisciare in aree fangose.

Il gioco offre due modalità grafiche. Una modalità Performance che promette una risoluzione a 4K a 1080p e 60 FPS e una modalità Grafica con risoluzione 4K a 1440p e 30 FPS.
Per la prova, data anche la natura stealth del gioco, abbiamo deciso di utilizzare la modalità grafica; la quale ha offerto 30 FPS stabili e un’altissima risoluzione dei vari elementi su schermo.
Tuttavia, per chi predilige un approccio che guarda maggiormente all’azione, la modalità performance sacrifica quale dettaglio grafico per offrire una maggior fluidità nei vari scontri a fuoco.

Per quanto riguarda il comparto audio, Delta mantiene quello originale del 2004, con le voci dei doppiatori originali; tuttavia Konami ha rimasterizzato tutto in 3D.
Ho provato Delta usando le PlayStation Pulse e il feedback è assolutamente positivo. Il gioco offre una godibilissima immersione, dove ogni fruscio, ogni goccia di pioggia o passo è ricreato alla perfezione.

Il Gameplay di Metal Gear Solid Delta

Il gioco permette di scegliere tra la configurazione dei comandi classica o moderna.
Scegliendo la configurazione classica avremo l’esperienza di Snake Eater su PS2, con telecamera dall’alto e mira in prima persona; ottima per i nostalgici.
Mentre la configurazione moderna avremo un’esperienza di gioco a metà tra Metal Gear Solid Phantom Pain e Snake Eater.

La telecamera è in terza persona e si sposta sulla spalla quando vogliamo utilizzare le varie armi, permettendo una gestione della mira e degli scontri a fuoco molto più fluida e dinamica.
Come in Phantom Pain, ora Snake può anche muoversi accovacciato, cosa che rende molto più avvincente mimetizzarsi nella giungla e migliora l’analisi dell’area circostante.

Potremo inoltre mirare da diverse angolazioni quando Snake è steso per terra; quindi anche a pancia in aria, il che è ottimo quando l’azione è particolarmente veloce e bisogna rispondere subito al fuoco nemico.

Il piatto forte dell’esperienza restano però tutte quelle meccaniche legate alla sopravvivenza di Snake, le quali non sono state rivoluzionate ma ampiamente velocizzate.

Snake dispone di due barre: una della salute e una del vigore. 
Alla barra del vigore sono connesse una serie di meccaniche centrali come il recupero della salute, la posisbilità di respirare più a lungo sott’acqua o restare appeso per più tempo ai vari ponti e crepacci e anche avere una mira migliore.
Per mantenere alto il vigore, sarà necessario cibarsi con ciò che la giungla ha da offrire. 

Tuttavia, non basterà catturare un animale e mangiarlo per recuperare vigore. Ogni singola preda porterà benefits e malus di diverso tipo: alcuni animali daranno un elevato livello di vigore, altri un livello basso, altri animali invece potranno avvelenarci, o se andati a male darci un mal di stomaco.

Ogni malore o ferita di Snake va poi curata tempestivamente. In proposito, Delta mantiene il sistema di cura originale, accessibile dal menù di pausa e con i vari strumenti da utilizzare in base alla diversa tipologia di ferita.
Per rendere maggiormente realistico il sistema di cura, Konami ha introdotto il sistema di danni permanenti. Ogni ferita curata lascerà un segno o una cicatrice sul corpo di Snake, allo stesso modo i suoi vestiti resteranno tagliati o rovinati dalle varie ferite ricevute.

Una delle grosse novità è nell’accesso al menù di cura; questo è ora accessibile tramite la pressione di un singolo tasto ogni qualvolta Snake riceve una ferita.
Lo stesso trattamento è stato riservato al sistema di mimetizzazione, il quale è sempre accessibile tramite il menù di pausa come nel gioco originale, ma ora può essere raggiunto anche tramite la pressione di un solo tasto che ci offrirò le migliori combinazioni tra mimetica e pittura facciale in base all’ambientazione in cui ci troviamo.

Tanti contenuti a disposizione

Metal Gear Solid Delta riesce nell’obiettivo di migliorare le tantissime meccaniche che già erano presenti in Snake Eater, ma ciò non è tutto.
Ogni singolo dettaglio ha ricevuto la massima attenzione; un esempio è il fogliame che resta attaccato all’uniforme di Snake dopo aver strisciato nella giungla, ecco il fogliame resterà attaccato per più tempo se la divisa è sporca di fango.

Vi è poi una maggiore interazione tra i nemici e l’ambiente circostante; un nemico stordito attirerà avvoltoi o coccodrilli vari pronti a banchettare con il suo corpo, oppure distruggere un magazzino con le razioni farà sì che i nemici nell’area siano affamati e quindi più deboli, meno precisi e non esiteranno a raccogliere eventuali razioni avvelenate che gli lanciamo.

Restano poi i tanti contenuti nascosti, come i tanti modi per sconfiggere The End o il minigioco legato all’incubo di Snake.
A tal proposito, una volta vissuto l’incubo nella cella di Groznyj Grad, questo sarà disponibile nel menù iniziale di Metal Gear Solid Delta con il nome di Guy Savage Delta.


Altro minigioco disponibile è Snake contro Scimmia, già presente nel gioco originale, che vedrà Snake nella missione di recuperare le scimmie della saga di Ape Escape tra le varie location - occasione sfruttata anche per una collaborazione con Astro Bot.
La versione Xbox vedrà invece la presenza di personaggi stile bomberman.

Ma questi sono solo dei piccoli esempi dei tanti contenuti e delle attenzioni che Metal Gear Solid Delta ha ricevuto, quindi il mio consiglio è di provare ogni singola cosa vi passi per la testa, molto probabilmente scoprirete qualcosa di nuovo.

Il tutto senza dimenticare che nell’autunno 2025 arriverà anche Fox Hunt, ovvero la modalità multiplayer online, che a detta di Konami sarà più una sorta di nascondino.
Non si sa ancora molto della modalità online di Metal Gear Solid Delta, ma se fosse anche solo lontanamente simile alla modalità online di Phantom Pain, dove la strategia era fondamentale, allora sarebbe un’ottima ciliegina sulla torta.

Metal Gear Solid Delta è un titolo controverso

Il producer del gioco Noriaki Okamura ha sottolineato come Delta rappresenti il miglior modo per riproporre la saga di Metal Gear Solid ai giocatori più giovani.
Inoltre, lo stesso Okamura ha spiegato a Famitsu che mettere mano a Snake Eater è stato molto più semplice rispetto agli altri titoli della saga, questo perché la storia di Big Boss ha tantissimi punti di contatto con Phantom Pain, quindi mettere mano alle meccaniche di Snake Eater ha richiesto molto meno lavoro.

Come scritto all’inizio di questa recensione, la scelta di Konami di toccare il meno possibile il gioco originale ha spaccato la fanbase della saga; e la cosa non è del tutto difficile da comprendere.

Se è vero che la trama di Snake Eater non aveva bisogno di alcuna modifica, è anche vero che Delta soffre una struttura di gioco “vecchia”.
La mappa di gioco è divisa in piccole sezioni da superare, dove al loro interno vi sono una quantità limitata di nemici.

Tale scelta andava bene 21 anni fa, date le limitazioni di PlayStation 2, ma oggi nel 2025 ci si poteva aspettare una maggior stratificazione e profondità delle ambientazioni.
La giungla sovietica poteva essere ampliata aggiungendo una maggior numero di nemici presenti e maggior modi per superarli.
Sarebbero potuti essere aggiunti dei piccoli accampamenti da superare e dove magari trovare le varie armi e i vari strumenti.

I nemici avrebbero potuto beneficiare di un sistema di protezione dinamico, con questi che si sarebbero adeguati al modo di giocare del giocatore. 
A un uso della pistola ai tranquillanti avrebbero potuto rispondere con elmetti e protezioni varie. Avrebbero potuto indossare maschere antigas se il giocatore avesse usato troppe granate fumogene, oppure radar cercamine se il giocatore avesse fatto uso di trappole varie.

Insomma, piccoli accorgimenti che avrebbero aumentato la quality of life del gioco senza andare a snaturare la narrazione degli avvenimenti.

Il futuro della saga passa da Delta

Sia chiaro, l’assenza di questi potenziali elementi non va a intaccare l’enorme qualità del gioco, il quale gode anche di un tempismo quasi perfetto.

Negli ultimi anni vi è una riscoperta dei titoli single player che riescano a narrare una storia avvincente senza rubare troppo tempo.
Inoltre, dopo Death Stranding 2 e l’ottima interpretazione di Luca Marinelli - il cui personaggi è esteticamente parlando un rimando a Solid Snake -  hanno riacceso l’attenzione dei giocatori verso la saga di Metal Gear Solid, e sono tantissimi i giocatori che non conoscono la storia di Big Boss.

Dopo Silent Hill, Konami sembra essere realmente interessata a riportare in vita la saga di Metal Gear Solid e Delta rappresenta un ottimo primo passo.
Seguendo la linea temporale della saga, il prossimo titolo ad andare sotto i ferri dovrebbe essere Peace Walker, il quale però richiederà molto più lavoro rispetto a Snake Eater - soprattutto negli scontri coi vari boss.
Dopo Peace Walker sarebbe il tempo di Ground Zero e Phantom Pain, i quali non necessitano di enormi attenzioni, con la conseguenza che Konami potrebbe finalmente spendere tempo ed energie sui rifacimenti dei primi due Metal Gear, i quali vanno totalmente ricreati da zero.

Insomma, Metal Gear Solid Delta rappresenta un'occasione ghiotta per Konami di dare il via a un’operazione mastodontica di remake di una delle saghe più amate del mondo dei videogiochi; un progetto che permetterebbe all’azienda giapponese anche di scrollarsi di dosso l’ormai opprimente ombra di Hideo Kojima, che ha sicuramente rappresentato tanto per la saga ma oggi rischia di essere il più grande limite a questa.

E dopo l’ottimo lavoro fatto con Silent Hill 2 Remake prima e Metal Gear Solid Delta, ci sentiamo di dare piena fiducia a Konami per i suoi progetti futuri.