Mario + Rabbids Sparks of Hope: recensione dell'ultimo lavoro Ubisoft Milan

Mario e i conigli mannari di Ubisoft ritornano nel secondo capitolo della saga tutta italiana che unisce azione a strategia turni.

Era un allegro e lontano 2017 – così distante dai problemi che avrebbero afflitto il mondo solo una manciata di anni dopo - quando sul palco di un E3, un sempreverde Miyamoto san sventaglia davanti alla platea del mondo la creatura di Davide Soliani e Ubisoft Milan. Fu un lancio incredibile, una nuova, pazzesca IP che porta un conteggio totale di copie vendute a quasi dieci milioni.

Mario e le scintille della speranza
Se vi dico “sfavillotti” e siete pazzi-fanatici del mondo Mariesco, allora vi torneranno in mente quei momenti passati su Wii con i due Super Mario Galaxy ad aiutare la bellissima Rosalinda a sistemare i problemi della galassia. Non è una citazione a caso la mia, perché è proprio quella la nuova ambientazione. Grazie all’aiuto degli “sbrilli” o sparks (o chiamateli come vorrete), che entreranno nel vivo delle battaglie, a causa della minaccia di Cursa, il nuovo villain di questa produzione, dovremo tornare a difendere il sempre-fragile universo di Peach, Rosalinda e soci.

Certamente Kingdom Battle aveva steso le basi di un concept già maturo, ma comunque molto legato a quello di X-COM in fase di combattimento. La nuova produzione Ubisoft Milan non rinnega le proprie origini ma spinge il brand oltre nuovi orizzonti, andando ad aggiungere carattere ad un gioco che ne aveva già tanto. Non mancano infatti i posizionamenti degli elementi del proprio party o la scelta tattica legata a personaggi iconici con abilità uniche – a loro volte upgradabili – ma i movimenti si slegano da quelli delle griglie e offrono nuovi approcci alle battaglie. Le zone-isole-regioni all’interno delle quali avremo missioni principali, spingono il giocatore a controllare ogni singola area in cerca di mini-quest, monete, segreti ma soprattutto esperienza e potenziamenti che avranno (per ovvi motivi) ricadute sugli incontri successivi.

Menzione d’onore per Grant Kirkhope, che torna con la bacchetta (magica) a dirigere-firmare una colonna sonora fenomenale in grado di far desistere il giocatore dai propri intenti tattici solo per godersi musiche da favola; restando nel comparto sonoro non si può che apprezzare il doppiaggio italiano (sempre più raro nei videogames), professionale e in grado di strapparvi più di un sorriso (Rabbid Peach è la mia preferita!).

Nel caso vi chiedeste quali versioni acquistare, è giusto dirvi che esiste sia la versione liscia del gioco, sia la Gold Edition (comprensiva della futura espansione quando sarà rilasciata). Al momento non si sa ancora nulla ma è giusto sottolineare che nel caso del DLC del primo episodio, Donkey Kong Adventure si rivelò un capolavoro senza se e senza ma, quindi siete avvertiti.

Mario + Rabbids: Sparks of Hope

Versione Testata: Switch

9

Voto

Redazione

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Mario + Rabbids: Sparks of Hope

Sparks of Hope supera ampiamente le aspettative. Nonostante i conclamati limiti tecnici di Switch, riesce ad essere un prodotto fresco e rinnovato e non si percepisce mai come un more-of-the-same del primo capitolo. Per quanto il focus resti ancorato sulle logiche strategiche, si allontana lievemente dai confini del gioco X-COM-like per abbracciare sempre di più l’universo dei giochi di Mario e soci. Bilanciato, adatto a tutti, spassoso e mai ripetitivo, restando al contempo impegnativo al punto giusto.