Lost in Random: The Eternal Die, un cambio di rotta “random” - Recensione PC
La recensione dell’action-RPG di Stormteller Games, un roguelite alla Hades più che discreto, ma che ha ben poco da spartire con l’opera originale

Lost in Random è un action-adventure in tre dimensioni molto interessante. Non perfetto, combattimenti in primis, ma compensa con atmosfere e design unici nel loro genere, per un’esperienza ambiziosa e dal grande potenziale. Fa piacere vedere la serie tornare in auge a distanza di pochi anni, tuttavia The Eternal Die non potrebbe essere più distante dal suo progenitore.
Il team di sviluppo è lo stesso, ma senza il supporto finanziario di EA l’impressione è che siano stati fatti parecchi compromessi per assicurare il successo del titolo, a partire da una formula action-RPG in chiave roguelite, ormai inflazionata come poche ma sempre in voga. Si potrebbe obiettare che l’aleatorietà che permea setting, meccaniche e personaggi sia azzeccata al contesto, ma è davvero quello di cui il franchise aveva bisogno?
Lost in Random: The Eternal Die - Gameplay, abilità e strategie di gioco
Lost in Random: The Eternal Die ci mette nei panni della regina Aleksandra, il cattivo del primo capitolo, intrappolata insieme al suo dado Fortuna nel reame corrotto del Dado Nero. Il nostro obiettivo sarà fuggire dalla “pila degli scarti”, attraversando quattro labirintiche regioni e sconfiggendo i boss che le presiedono. Nel corso del viaggio potremo ottenere artefatti casuali, che ci forniranno abilità per indirizzare il nostro setup, incontrare personaggi bizzarri, che potremo invitare nell’hub centrale, il Santuario, e raccogliere oggetti collezionabili, come costumi, memorie, “dadini” e altro ancora. E come in ogni roguelite che si rispetti, in caso di morte avremo modo di investire le risorse accumulate per potenziarci e sbloccare nuove armi.
Il cambio di prospettiva e una formula decisamente più action si riflettono sui controlli e sul repertorio a nostra disposizione: a differenza di Even, Aleksandra è agile e scattante, può colpire in rapida successione e coprire brevi distanze in un attimo con una schivata. È in grado però di portare con sé una singola carta, i cui effetti si amplificano se attivati con il giusto tempismo, e Fortuna pare più una granata, con danno ad area ed effetti che si manifestano a seconda del numero uscito.
I rudimenti si imparano piuttosto in fretta; al giocatore poi il compito di “leggere” le movenze dei nemici, per evitare danni e colpire nei ritagli di vulnerabilità, e fare buon uso delle scartoffie che il fato ci tirerà dietro per abbozzare una parvenza di strategia. La maggior parte delle skill che potremo acquisire si basano sulla pura probabilità, come colpi critici e lanci di dado. Pretendere consistenza è un proposito vano, tuttavia possiamo migliorare le nostre chance disponendo in modo oculato gli artefatti sull'apposita griglia, così da allinearne i colori e ottenere bonus al danno e alla fortuna.
A conti fatti è un semplice minigioco match-3 per meri incrementi numerici, ma con l’aggiunta delle perle, utili solo a creare catene, e pitture per ripristinare il colore degli oggetti usati in precedenza, si crea un ulteriore strato gestionale, ideale per massimizzare il proprio potenziale bellico. Il drop degli artefatti inoltre non è così random, ma avrà sempre una qualche sinergia con l’equipaggiamento corrente, consentendoci di strutturare le build con discreta libertà e avere spesso un piano di scorta in caso la situazione non sia di nostro gradimento.
Lost in Random: The Eternal Die - Analisi rigiocabilità e tasso di sfida
Sulla carta, The Eternal Die raffina e snellisce le dinamiche dell’originale, adattandole alla nuova direzione ma senza smarrirne l’identità. Emerge però una criticità, legata al cambio di rotta: la rigiocabilità. Ci ho messo circa 5 ore per sconfiggere il boss finale e vedere i titoli di coda. Mi aspettavo dunque che si entrasse nel vivo, con moltiplicatori, perk e gingilli extra per creazioni sempre più assurde in risposta all’aumento di sfida. E invece a quanto pare avevo già accesso all'intero campionario.
Certo, ci si può rimettere in marcia per completare le richieste di tutti i personaggi del Santuario e sbloccare il "true ending", sondare nuove opportunità con le varie armi e passive, riempire il registro, incrementare ulteriormente la difficoltà (i nemici faranno più male e i boss avranno nuove mosse), andare a caccia di trofei... Il potenziale per arrivare a 15-20 ore di gioco c’è tutto, ma l’impressione è che il titolo Stormteller Games esaurisca le cartucce nella prima decina di run.
La curva di apprendimento è ripida ma onesta, e i boss sono impegnativi al punto giusto (anche se non ho gradito troppo la deriva bullet hell degli ultimi scenari). Di contro, le location sono sempre quelle, gli avversari pure, e non ho trovato poi così tanti approcci al sistema di combattimento. Potrebbe dipendere dal mio stile di gioco, ma un sacco di archetipi mi sono sembrati accessori o comunque poco efficaci, e a prescindere il kit in dotazione non muta granché il moveset di Aleksandra, ragion per cui vi troverete ad adottare più o meno sempre le stesse tattiche.
Lost in Random: The Eternal Die - Analisi tecnica, stilistica e performance
Dal punto di vista tecnico, The Eternal Die predilige panorami decisamente meno "sporchi" rispetto al predecessore. L’atmosfera ne risente e si perde molta della “magia”, ma lo stile è ancora riconoscibile, e a guadagnarne è la leggibilità dello schermo, che esalta l’azione serrata e la marea di effetti speciali che volano in ogni dove. La visuale rimane piuttosto chiara anche nei momenti più concitati, eccetto forse nelle fasi conclusive, dove il rosso su rosso con annesse esplosioni rosse rende il tutto un pelo troppo caotico e pesante per gli occhi. Granitiche invece le prestazioni, con il frame rate inchiodato a 240 in risoluzione QHD, zero rallentamenti, bug o altre problematiche.
I dialoghi mantengono quel taglio bizzarro apprezzato in Lost in Random, così come i modelli dei personaggi presentano ancora quel look alla Tim Burton, ricco di dettagli, sebbene povero stavolta a livello di animazioni (con ritratti statici usati durante le conversazioni). Se non altro sono doppiati in un ottimo inglese. Buona anche la colonna sonora, che asseconda il tono fiabesco degli attimi di calma per poi andarci giù pesante una volta scesi in battaglia.
Versione Testata: PC
Voto
Redazione

Lost in Random: The Eternal Die
Se avete amato il primo capitolo e non vi dispiacciono i roguelike, Lost in Random: The Eternal Die vi offre una nuova prospettiva su questo intrigante universo di gioco, forse meno ispirata ma comunque piena di attrattive, e potenzialmente con un sacco di contenuti a cui attingere. Tutti gli altri potrebbero non digerire l’impostazione diametralmente opposta all’opera originale, e tra gli esponenti del genere non mancano alternative migliori. Non disdegnatelo però se cercate un buon action-RPG, non troppo longevo e con tanto carattere.