Like a Dragon: Infinite Wealth, la recensione che ogni yakuza stava aspettando!

Il mondo di Yakuza sbarca alle Hawaii per regalarci un JRPG che non scorderete facilmente

Like a Dragon Infinite Wealth la recensione che ogni yakuza stava aspettando

Ichiban e Kazuma: due eroi per una leggenda!

Lo abbiamo atteso, lo abbiamo provato con una corposa demo, abbiamo preparato il palato giocando Like a Dragon: the Man Who Erased This Name (andate assolutamente a leggere la nostra recensione) e finalmente eccoci qui, pronti per la recensione di Like a Dragon: Infinite Wealth! Naturalmente stiamo parlando dell'ottavo capitolo della saga principale di Yakuza, o per meglio dire che chiamavamo Yakuza e che ancora una volta abbandona il gameplay action per abbracciare lo stile JRPG. Come molti di voi già sanno, la parola Yakuza (la celebre mafia giapponese) ha lasciato posto alla traduzione letterale del titolo nipponico che quindi diventa anche da noi Like e Dragon, Ryu Ga Gotoku in originale, esattamente come Ryu Ga Gotoku è il nome dello studio che da sempre lavora al marchio. Toshihiro Nagoshi, padre della serie, ha deciso di separarsi dal suo marchio più celebre e aprire un nuovo studio insieme ad altri colleghi veterani, ma alla base del team SEGA sono comunque rimasti sviluppatori che con gli anni hanno saputo diventare tutt'uno con le avventure di Kazuma Kiryu, tra cui spicca Masayoshi Yokoyama, che si è assunto oneri e onori di dimostrare che il nuovo assetto non sarà sinonimo di peggioramento, ma potrà dare ancora tanto ai propri fan.

Like a Dragon: Infinite Wealth, la recensione che ogni yakuza stava aspettando!
Non mancano gli scorci di qualità

Naturalmente, come molti di voi sapranno già, a partire dal settimo episodio il sopra citato Kazuma Kiryu ha momentaneamente lasciato il ruolo di protagonista a Kasuga Ichiban, per ritrovarsi oggi proprio a fare coppia con lui in Infinite Wealth. Capite anche voi che parlare di trama quando ci si pone davanti a un ottavo capitolo di una saga che ha dato vita anche a un nutrito numero di spin-off, è alquanto complicato, ma cerchiamo comunque di dare una infarinatura per fissare il punto in cui ci troviamo e per farlo sfruttiamo le figure dei due protagonisti. Kazuma Kiryu, il leggendario Drago di Dojima, uomo di spicco del clan Tojo, per liberarsi dal suo pesante passato e proteggere i bambini dell'orfanotrofio di Okinawa da possibili ritorsioni ha deciso di inscenare la propria morte e si è messo al soldo della associazione armata Daidoji, che ne copre le tracce, ma lo usa per compiere missioni pericolose. Kasuga Ichiban, dopo essere passato da yakuza reietto a vero e proprio eroe di Yokohama, con un ruolo di spicco nello scioglimento su scala nazionale di tutte le famiglie della mafia nipponica, cerca di fare del suo meglio per dare ordine alla propria vita e reinserire nella società civile gli yakuza rimasti senza clan e riferimenti. Cosa porterà i nostri due eroi a ritrovarsi nello stesso momento alla Hawaii e a formare una delle coppie più esplosive della storia dei videogiochi? 

Ecco, se amate Like e Dragon come il sottoscritto, spero di cuore che abbiate fatto come me e vi siate tenuti lontani da tutti i trailer rilasciati, così da non rovinarvi nessuna sorpresa, mentre va detto che la demo ha comunque dimostrato di essere intelligentemente libera da fastidiosi spoiler. Vi basti sapere che entrambi si ritroveranno, per motivi diversi, sulle tracce di Akane, la donna amata dal boss Arakawa che si sospetta fortemente possa essere la madre mai conosciuta di Ichiban. Fidatevi di me: qualsiasi ulteriore informazione sarebbe un crimine nei vostri confronti e il mio augurio è che possiate, come il sottoscritto, godervi ogni linea di dialogo e tutti i colpi di scena che la trama ha in serbo per voi, sino a toccare punte di drammaticità che non mancheranno di strapparvi qualche lacrima. Uno dei punti focali del nuovo corso del Ryu Ga Gotoku Studio dopo la fuoriuscita di Nagoshi e compagnia, era proprio legato alla tenuta della trama di Like a Dragon che, sebbene sempre con alcuni interessanti picchi, aveva mostrato qualche fase di stanca in The Man Who Erased This Name. Infinite Wealth mostra ancora una volta uno degli elementi che ha fatto la fortuna della saga, cioè la capacità di mixare alla perfezione una  narrazione principale estremamente seria e dai toni drammatici a una serie di side quest condite da quel particolare amore della cultura pop giapponese per tematiche demenziali e oltre i limiti della credulità. Mentre si è alla ricerca di un nuovo punto di volta nella ricerca di Akane, lungo la nostra strada troviamo una miriade di situazioni capaci di strapparci diverse risate o di farci chiedere che razza di inventiva risieda nella testa degli sceneggiatori del gioco. 

Like a Dragon: Infinite Wealth, la recensione che ogni yakuza stava aspettando!
La mobilità green chiama, Ichiban risponde!

Un arcipelago di contenuti

Se proprio vogliamo trovare un difetto legato alla narrazione è che la parte più seriosa e interessante risulta un po' dilazionata rispetto ai precedenti capitoli, ma non serve troppo tempo per capirne la motivazione: si, c'è una trama principale estremamente interessante, ma in mezzo la quantità di contenuti secondari inserita dal team di sviluppo ha una mole semplicemente impressionante. Durante i nostri spostamenti per le strade di Honolulu (ma aspettatevi altre sorprese di cui non vogliamo dirvi nulla) a ogni passo incontreremo qualche cosa da fare, con una densità di elementi molto più ampia rispetto al passato che si traduce in side quest e minigame in quantità industriale. Non stiamo parlando delle classiche missioni secondarie dove si deve procurare un oggetto e portarlo al relativo personaggio non giocante, ma a cere e proprie attività che definire secondarie è quasi un insulto, visto che alcune rappresentano un passatempo che vi impegnerà per tantissime ore, al punto dal distrarvi dall'attività principale. Karaoke, pesca, consegna di cibo in stile Crazy Taxy, diventare un perfetto cameriere di ristorante, giocare a tantissime vecchie glorie SEGA in salagiochi e tanti altri ancora, con alcuni picchi di intrattenimento come i Sujimon, una modalità che ricalca storia e gameplay dei più famosi Pokémon, ma catturando i delinquenti che girano per le strade della città per poi sfidare altri allenatori di Sujimon. Impossibile non citare Doko Doko Island, una modalità simil gestionale dove creare il resort dei propri sogni in una modalità gestionale di tutto rispetto che coglie a piene mani dai titoli più famosi del genere.  

Oltre a quanto detto ci sono tanti altri modi con cui passare il tempo in Infinite Wealth, al punto che rischierete di perdere di vista l'obiettivo principale per passare ore e ore (e ancora ore) in queste attività che si sono rivelate estremamente divertenti. Fotografare le zone più turistiche della zona? Iscriversi ad una applicazione per appuntamenti per cercare l'anima gemella? Giocare a freccette? Vi assicuro che la lista di tutte le cose da fare è lunghissima e assicura una longevità decisamente fuori dal comune, tanto che parlare delle fatidiche 100 ore di gioco potrebbe essere un concetto facilmente superabile se troverete una manciata di minigame (che poi è assurdo definirli "mini") adatti alle vostre corde. La longevità è semplicemente altissima e offre spunti interessanti praticamente per chiunque, al punto che finire al 100% Like a Dragon: Infinite Wealth è una missione che pare quasi impossibile. Mi preme però sottolineare che purtroppo il new game plus, cioè la modalità che permette, una volta finita la storia principale, di ricominciare il gioco con tutti quello che si era guadagnato nella prima partita (compresa la possibilità di aumentare il già ben calibrato livello di difficoltà) è stato inserito a pagamento per chi ha comprato l'edizione standard, andando a segnare una mossa che ho trovato davvero inopportuna. Mi auguro vivamente che SEGA capisca l'errore fatto e rende gratuito per tutti questa interessante features che rende ancora più longevo Infinite Wealth.

Like a Dragon: Infinite Wealth, la recensione che ogni yakuza stava aspettando!
I colpi combinati possono fare molto male

Naturalmente, per rendere un gioco indimenticabile non possono bastare due protagonisti, per quanto assolutamente di prim'ordine, con Ichiban che ancora una volta riesce a dimostrare di avere alle spalle una scrittura di altissimo livello e di essere un eroe tanto umano quanto coraggioso. Il cast di compagni che ci porteremo dietro è assolutamente di qualità e ci mostra un gruppo di personaggi capace di mescolare debolezze umane a atti di coraggio che possono in pochi minuti riscattare una vita mediocre, andando ancora una volta a ricalcare il modello per cui anche la persona più lontana da virtù e giustizia può trovare la sua redenzione e mostrare uno spiccato senso dell'onore e delle giustizia, tanto caro alla narrazione giapponese. Si, i personaggi sono riusciti a conquistarmi, per quanto alcuni abbiano dovuto compiere un importante percorso di crescita per riuscire a conquistare un posto nel mio cuore di giocatore. Se si comincia un videogioco trovando antipatici alcuni dei protagonisti e lo si prosegue rendendosi conto che con il passare del tempo si è finito per amarli, significa che la sceneggiatura p stata capace di creare un percorso di crescita credibile e una caratterizzazione fortemente umana, dove ogni personaggio mostra un mix di difetti e pregi spiccatamente umani.

Azione e JRPG: l'arma vincente della yakuza!

Per quanto riguarda il gameplay, Like a Dragon torna alla modalità JRPG che ha fatto la fortuna della prima avventura di Kasuga Ichiban e si è ancora una volta distaccata dall'action/picchiaduro degli episodi dedicati a Kazuma Kiryu. Le mappe da esplorare sono estremamente ampie e brulicano di avversari, chiaramente visibili a schermo che una volta incrociati ci portano nelle più classiche arene di giochi di ruolo di stampo nipponico dove combattere con un sistema a turni molto ben studiato. Come in un JRPG di stampo classico, ogni personaggio ha un set di mosse normali e speciali, con queste ultime che si evolveranno con la crescita di livelli esperienza, andando a creare un arsenale di attacchi fisici e magie che nulla hanno da invidiare ai capisaldi del genere. Ogni volta che un nostro personaggio si troverà nel suo turno d'azione potrà sia muoversi per un raggio limitato di spazio e decidere se attaccare, difendersi, utilizzare oggetti, mosse speciali e via dicendo. Se da un lato sussiste un sistema molto classico fatto di debolezze elementali e similari, il potersi spostare durante il proprio turno apre un ventaglio di opzioni che permettono di aumentare i danni inferti in base alla distanza dall'avversario o magari romperne le difese colpendolo alle spalle. Nel mentre che cercheremo la posizione migliore da cui colpire, magari sperando di far rimbalzare il corpo di un nemico su un oggetto dell'ambientazione o sul corpo di un suo compagno, anche gli avversari si sposteranno, rendendo le battaglie molto più dinamiche del previsto. 

Si, quando incroceremo un gruppo di nemici sulla mappa, un segnale ci indicherà se saranno alla nostra portata o no, con la possibilità di liquidare in un colpo solo i nemici più scarsi, ma mediamente è necessario mettere la dovuta attenzione alla componente tattica per evitare sconfitte impreviste che ci faranno perdere un bel gruzzolo di denaro. I nostri protagonisti, come nel precedente episodio, non si limitano ad avere una crescita lineare fatta di punti esperienza guadagnati e livelli che aumentano, ma come da tradizione in stile Dragon Quest, possono accedere a diversi Job che se sviluppati rendono disponibili colpi e abilità che se combinate tra loro permetteranno a ogni giocatore di creare il proprio set ideale. La profondità del gameplay e del combat system è davvero grande e farà felici tutti gli amanti dei giochi di ruolo di stampo orientale. In onore dei capitoli action non mancano le mosse che aumenteranno i danni inferti al nemico se riusciremo a premere alcuni tasti del controller con il giusto tempismo, così come potremo limitare i danni dei colpi subiti se premeremo il tasti della difesa in contemporanea con l'attacco avversario. In più in alcune situazioni il buon Kazuma potrà utilizzare dei colpi in modalità action che ricorederanno gli stilemi degli episodi originali, Insomma, il team Ryu Ga Gotoku ha davvero pensato a tutto e non ha voluto dimenticare quanto ha fatto la fortuna della saga negli anni passati.

Like a Dragon: Infinite Wealth, la recensione che ogni yakuza stava aspettando!
Una giusta posizione è importantissima nei combattimenti

Come avrete ben capito, Like a Dragon: Infinite Wealth è un titolo di qualità assoluta che mi sento di consigliare praticamente a chiunque, anche a chi non ha mai giocato a Yakuza, per quanto i rimandi agli episodi precedenti sono tanti e decisamente importanti per la comprensione della trama. Il livello della produzione è comunque così alto che può conquistare anche chi vi si approccia soltanto adesso ed è a digiuno dai precedenti capitoli, per quanto un fan di vecchia data potrà godersi maggiormente la produzione. Dal punto di vista tecnico, la grafica è buona, soprattutto riguardo gli elementi principali, ma tende a calare in maniera evidente quando si tratta di personaggi secondari o particolari delle ambientazioni. Certo, la quantità di contenuti e l'ampiezza dell'ambientazione è una parziale scusante a questi deficit, ma nel 2024 sarebbe lecito attendersi una cura maggiore anche in questi fattori. Ottime le musiche e superbo come sempre il doppiaggio (giapponese, mi raccomando) con i sottotitoli in italiano che fanno la gioia di tutto il pubblico nostrano. 

Arrivato alla fine di questo articolo, mi rendo conto di due elementi: da un lato che Like a Dragon: Infinite Wealth è talmente grande e pieno di contenuti che ne ho tralasciati svariati, dall'altro che se mi fossi messo a descriverli tutti, vi avrei portato alla noia. Continuo a pensare che ognuno di voi meriti di scoprire tutto quello che Infinite Wealth abbia da offrire ai giocatori e che, ancora una volta, il Ryu Ga Gotoku Studio abbia dimostrato di saper fare il proprio lavoro, anzi questa volta il risultato è andato oltre a ogni previsione, Si, Like a Dragon: Infinite Wealth è il miglior episodio della saga e con talmente tanti contenuti che ognuno di voi troverà sicuramente più di un motivo per amarlo. Preparate la valigia: andiamo alle Hawaii con Kazuma e Ichiban!

 

Like a Dragon: Infinite Wealth

Versione Testata: PS5

9

Voto

Redazione

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Like a Dragon: Infinite Wealth

Su Like a Dragon: Infinite Wealth ci sarebbe davvero tantissimo da dire, ma paradossalmente potremmo riassumere tutto in una sola frase: che ci crediate o no, siamo davanti al miglior episodio della saga, nonostante non ci sia più tra le fila del Ryu Ga Gotoku Studio il suo stesso creatore Toshihiro Nagoshi. Confermato il gameplay JRPG, cresciuto nelle misure, evoluto in ogni suo elemento, Like a Dragon: Infinite Wealth è un gioco capace di divertire e emozionare, ma soprattutto in grado di prendere il giocatore di peso e trasportarlo in un mondo che rapisce grazie a una quantità di contenuti semplicemente immensa fatta di una trama principale solida e di attività secondarie che da sole hanno una longevità da fare invidia a titoli completi. Ancora una volta c'è una perfetta commistione tra situazioni no sense e una storia drammatica in puro stile “Yakuza”, per quanto in alcune fasi la narrazione principale risulti un po' dilazionata proprio per la vastità di contenuti, ma in alcuni momenti la storia risulta di una potenza narrativa unica.  Il combat system, insieme ai job, è stato ulteriormente raffinato, mentre per il futuro aspettiamo un passo avanti per il motore grafico. Like a Dragon: Infinite Wealth è un titolo da giocare a tutti i costi, con qualche pecca assolutamente secondaria che non ne mina la grande qualità, peccato solo per il “new game plus” a pagamento per chi ha l'edizione standard… un ripensamento da parte di SEGA sarebbe la ciliegina sulla torta. Ad ogni modo, Kiryu e Ichiban insieme sono semplicemente imperdibili! Prenotate il primo biglietto per Honolulu, e chissà in che altri posti finiremo!