King Arthur: Knight's Tale arriva su console ed ecco la sua recensione!

Il GDR strategico nel mondo alternatico di Re Artù arriva anche su console!

King Arthur Knights Tale arriva su console ed ecco la sua recensione

Re Artù: il mito riveduto e corretto!

Dopo buoni risultati su computer, l'ultima fatica del team NeoCore Games (a cui dobbiamo la saga di Van Helsing e Warhammer 40.000 Inquisitor Martyr) arriva anche nel mondo console e per l'occasione abbiamo tenuto in caldo la nostra PlayStation 5, così da potervi offrire oggi la recensione di King Arthur: Knight's Tale! Bisogna dire che inizialmente il titolo era atteso in contemporanea sia su pc che su console, ma quando giunse sul mercato ad Aprile 2023, caddè un silenzio inquietante riguardo all'uscita per PlayStation e Xbox. Ad ogni modo, dopo una discreta attesa eccoci qui a cercare di capire se anche armandosi di DualSense si può vivere una interessante avventura sedendosi attorno alla famosa tavola rotonda.

Strategico a turni condito da una fortissima impronta GDR, King Arthur: Knight's Tale parte da una trama che non si limita a prendere a piene mani dal conosciutissimo e abusato ciclo di Avalon, ma lo evolve per darne una lettura alternativa in grado di risvegliare l'interesse anche di chi conosce a menadito le avventure di Artù, Lancillotto e compagnia bella. Ci troviamo dopo la battaglia di Camlann e per quanto esistano svariate versioni anche contrastanti del mito, è spesso riconosciuto il fatto che sia Artù che Mordred, vi trovarono la morte. Proprio Sir Mordred è il nostro protagonista e subisce un ribaltamento rispetto la storia più frequentemente accettata: parente dello stesso re e suo fido cavaliere, Mordred compì un tradimento che portò il regno al disastro. La nostra storia inizia con il risveglio dalla morte dello stesso Mordred che viene insignito dalla Dama del Lago del compito di salvare Camelot.

King Arthur: Knight's Tale arriva su console ed ecco la sua recensione!
Il lato gestionale necessità un po' di attenzione

Si, perché re Artù è a sua volta ritornato dal regno dei morti e sembra essere diventato un mostro assetato di sangue. Starà a noi rifondare la tavola rotonda, conquistare la fiducia di chi ci crede ancora un pericolo e combattere il pericolosissimo esercito di Artù. La nuova vita e la nuova carriera di Mordred inizia qui e ci permetterà di prendere diversi indirizzi, a partire dalla decisione principale: come nuovi signori di Camelot cercheremo di redimerci e governare con giustizia o continueremo la nostra crociata in favore del male?

Il gameplay di King Arthur: Knight's Tale offre una commistione di generi partendo, appunto, dal gioco di ruolo, passando per una certa vena gestionale e arrivando al piatto forte, cioè un combat system ricolmo di strategia a turni. Sia Camelot che i suoi guerrieri sono la pallida ombra di ciò che erano pochi anni prima e dovremo ricostruire tanto le strutture principali del regno, quanto la sua forza di combattimento. In base alle nostre inclinazioni, muovendoci tra una missione e l'altra, potremo reclutare un gran numero di eroi, ognuno con la propria classe, ma ovviamente non dovremo attenderci di essere immediatamente accettati come nuovi signori di Camelot, vista la nomea di traditori che ancora aleggia sulla nostra testa. 

Ludicamente parlando, in breve tempo avremo come base operativa il Castello di Camelot, anche se molte delle sue funzioni saranno da sbloccare, e potremo andare in giro per il regno raggiungendo le zone dove compiere le nostre missioni nel tentativo di fermare la minaccia di Artù. In capo a tutto c'è sempre una fase esplorativa da svolgere in tempo reale muovendosi su una mappa di dimensioni abbastanza ridotte, in cui potremo incontrare nemici, forzieri da aprire e magari scambiare quattro chiacchiere con gli npc che potrebbero darci informazioni utili o dare il via a ulteriori missioni. Inutile dire che più esploreremo, più potremo trovare sorprese, ricalcando un sistema abbastanza classico. Una volta ingaggiati i nemici comparirà la griglia su cui si svolgono i combattimenti, iniziando dalla  disposizione del nostro team su alcune caselle disponibili.

King Arthur: Knight's Tale arriva su console ed ecco la sua recensione!
Il sistema a turni funziona e anche bene

Per quanto le meccaniche siano palesemente ispirate ai capisaldi del genere a partire da Xcom e Fire Emblem, si fanno notare alcune idee, se non del tutto originali, quantomeno fuori dal coro. Quella principale è rappresentata dalla barra dei punti vita che è suddivisa in due spezzoni. Il primo rappresenta la vita vera e propria dei nostri personaggi, mentre la seconda è la loro vitalità. Quest'ultima, come se fosse uno scudo o una corazza, verrà intaccata per prima dai colpi avversari e solo una volta esaurita sarà realmente in pericolo la "vita" vera e propria. Per eliminare i nostri avversari avremo a disposizione una serie di azioni che partono dall'attacco basico e arrivano alle mosse speciali, queste slegate da qualsiasi sistema di punti magia o simili, ma semplicemente utilizzabili liberamente una prima volta, con conseguente necessità di ricaricarsi. 

Quando la strategia è più efficace di Excalibur

Il tassi strategico di King Arthur: Knight's Tale è davvero alto, per quanto, come avrete capito, non certo innovativo. Tra azioni e movimenti dovremo utilizzare con intelligenza i punti azione di ogni nostro personaggio, sempre cercando una posizione favorevole rispetto al nemico. I guerrieri che potremo reclutare apparterranno a diverse classi e naturalmente ognuna di loro avrà delle capacità specifiche di cui tenere da conto. Altro fattore notevole è che una volta usciti da Camelot per una missione, non potremo in alcun modo variare l'equipaggiamento del nostro team, motivo per cui sarà assolutamente necessario scegliere con intelligenza prima di iniziare una nuova missione.

I personaggi giocabili e reclutabili hanno una loro personalità che si rapporterà con Mordred e con il suo comportamento, tanto che con un interessante sistema di missioni secondarie e opzionali potemmo avere o non avere accesso a incontri che potrebbero cambiare le nostre scelte e strategie future. Il sistema ruolistico non è sicuramente dei più raffinati, ma la possibilità di compiere diverse scelte e porsi in maniere diametralmente opposte da luogo a possibilità che rendono King Arthur: Knigt's Tale discretamente rigiocabile. A riguardo consigliamo di giocare con il permadeath  attivato, in modo da rendere le partite più sentite e aumentare il senso di attaccamento verso i propri eroi. 

Naturalmente non potremo portare con noi tutti gli eroi reclutati e prima di ogni missione sarà necessario decidere in modo equilibrato la composizione del team e di volta in volta dovremo gestire il tempo necessario per far guarire i cavalieri feriti, che necessiteranno di un discreto numero di missioni da passare a riposo per tornare in forma (a meno che non si voglia mettere mano al portafogli per velocizzare il tutto) dando così modo a più o meno tutte le nostre unità di fare esperienza e crescere. Nella gestione dei cavalieri della "nuova" tavola rotonda subentrano interessanti meccaniche legate ai rapporti personali degli stessi con Mordred e avremo anche modo di portare a termine specifiche missioni secondarie che potrebbero cementare la fiducia reciproca o far trovare bonus specifici.

King Arthur: Knight's Tale arriva su console ed ecco la sua recensione!
Esplorando potremmo fare scoperte interessanti

Allo stesso tempo la gestione di Camelot, per quanto non particolarmente profonda, richiede al giocatore una certa attenzione nel spendere le proprie risorse per sbloccare specifiche aree che daranno modo di accedere a  vari bonus o vari livelli delle strutture. La carne al fuoco è davvero tanta, per quanto la profondità con cui è stata creata non arrivi mai a particolari picchi. Oggetti da accaparrarsi e equipaggiare, rapporti da mantenere con i cavalieri, espandere Camelot, comprare o vendere oggetti, scegliere la linea di comportamento del protagonista: King Arthur: Knight's Tale è un titolo che sicuramente non ha alle spalle un budget milionario, ma nelle fondamenta ha un team di sviluppo che ama la strategia e il ciclo Arturiano.

Purtroppo, però, non tutti i conti tornano. Sin dalle prime battute di gioco, è chiaro come ci siano stati diversi problemi nel portare il gioco da pc a console o, quantomeno, a PlayStation 5, piattaforma su cui abbiamo eseguito la nostra prova. Tutto lascia pensare che sia stata fatta una trasposizione "uno a uno" che non abbia tenuto conto di diversi fattori. Questa edizione, infatti, patisce enormemente un' adattamento praticamente nullo. Chiariamo, non stiamo parlando della qualità tecnica vera e propria, che rimane adeguata a un titolo sviluppato da un team senza enormi possibilità monetarie, ma ci riferiamo alla mancata attenzione verso elementi che avrebbero potuto migliorare l'esperienza di gioco senza particolari sforzi. Per prima cosa ci riferiamo a una palette di colori sin troppo tendente al grigio, unita a una dimensione davvero troppo piccola dei testi a schermo (tutti in inglese: il gioco non gode di alcuna traduzione in italiano).

Così, per quanto si possa rimanere affascinati dalla trama e dal pregevole gameplay, il lato tecnico sembra non voler fare nessuno sconto al gamer su console, con l'impatto visivo che non colpisce sia in modalità grafica che in modalità prestazioni. Nemmeno le musiche rimangono impresse nella mente e per quanto il gameplay continui a essere ottimo e in questa edizione si adegui senza particolari problemi all'uso del controller, si respira la forte sensazione che le console abbiano ricevuto una conversione da edizione pc non adeguata, dove sarebbe bastato un impegno minimo per rendere King Arthur: Knight's Tale molto più user friendly e gradevole.

Impossibile non apprezzare il gameplay del gioco, decisamente derivativo, ma comunque funzionale, ma allo stesso tempo non si può notare che con pochi sforzi in più si sarebbe potuto rendere l'edizione console estremamente più fruibile dal pubblico, cose che avrebbe giovate non di poco il titolo dei NeoCore.. Se siete incuriositi da questa storia alternativa del ciclo di re Artù, il mio consiglio rimane quello di accaparrarvi una copia di King Arthur: Knight's Tale per pc, perché l'edizione console, per quanto discreta, rimane inferiore a quello che è giù uscito nell'aprile del 2023. Se non avete un pc e le avventure di Mordred vi intrigano, sappiate che per potervele godere dovrete scendere a patti con una fruibilità davvero poco ottimizzata.

King Arthur: Knight's Tale

Versione Testata: PS5

7

Voto

Redazione

KingArthurKnightsTalewebp

King Arthur: Knight's Tale

Quando ci si lamenta di alcune pessime conversioni per pc di titoli nati su console, si dovrebbe anche ricordare la controparte fatta di giochi che dal personal computer arrivano su console in condizioni ampiamente migliorabili. Purtroppo King Arthur: Knight’s Tale appartiene a questa seconda categoria, per quanto mantenga molto del buono che abbiamo giocato su computer. Il lavoro di adattamento è stato, infatti,  praticamente nullo e per quando gli sviluppatori abbiano sicuramente avuto un confronto non facile con l'hardware console (PlayStation 5 nella nostra prova), non si sono fatti degli accorgimenti anche semplici che avrebbero reso di molto migliore la vita dei gamer armati di DualSense. Se siete disposti a passare sopra a scritte minuscole, colori impastati e una scarsa quality of life, rimane la solida intelaiatura di un GDR strategico con un gameplay di pregio e una ambientazione affascinante e mai scontata, per quanto sia chiaro che stiamo parlando di una edizione che, alla fine dei conti, è la "sorella minore" di quella per PC. Se non dovesse uscire qualche grossa patch, il modo migliore per vivere questa bella avventura rimane quello di entrare nelle terre di Avalon in groppa al proprio fido personal computer.