Gun

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Il western è tornato di moda? Forse. O almeno è quello in cui spera Actvision, visti gli sforzi fatti per produrre e promuovere Gun. Il gioco sviluppato in gran segreto da Neversoft e presentato allo scorso E3 mira a portare alla ribalta un periodo storico scarsamente sfruttato dalla recenti produzioni videoludiche e che solo l'ormai vetusto Outlaw di Lucas Arts e lo strategico Desperados hanno saputo rappresentare degnamente su schermo.

Gun narra le vicende di Colton White, giovane gunslinger la cui vita viene stravolta dall'omicidio del padre Ned, un'anziano cacciatore che prima di esalare l'ultimo respiro rivela a Colton un terribile segreto affidandogli al contempo l'ingrato compito di venire a capo di una intrigata vicenda che porterà il giovane Colton a doversi confrontare con svariati assassini di professione, nativi americani perennemente sul sentiero di guerra e sceriffi la cui onestà è quantomeno dubbiosa. La struttura di gioco in cui è avvolto l'intreccio appena narrato, prende a piene mani dal repertorio di azione e interazione introdotto con il terzo episodio di Grand Theft Auto. Le città visitate da Colton nel suo polveroso peregrinare non solo aggiungeranno un piccolo tassello alla soluzione della sua vicenda personale, ma daranno modo al giocatore di entrare in contatto con alcune realtà locali che affideranno all'abile pistolero i più svariati incarichi.


Vedremo quindi il nostro protagonista nei vesti dell'impavido Bounty Killer, intento a recuperare pericolosi fuorilegge per conto dello sceriffo di turno, oppure saremo chiamati a proteggere le sorti degli operai cinesi intenti alla messa in opera della grande ferrovia americana dagli attacchi degli indiani ingiustamente privati delle proprie terre natie. Ogni operazione andata a buon fine porterà nelle tasche di Colton una determinata quantità di denaro che potrà essere rimpinguata anche da svariate attività extra tra le quali figurano le classiche partite a poker e l'estrazione dell'oro da alcuni giacimenti sparsi per le locazioni di gioco. Il denaro guadagnato potrà successivamente essere reinvestito per acquistare nuovo armamentario o per l'upgrade di quello già esistente. Basterà rivolgersi al mercante di turno per poter potenziare fucili e pistole o aumentare la portata della propria bandoliera, giusto per non trovarsi a corto di munizioni nei momenti più topici. Anche le abilità di Colton saranno migliorabili in corso d'opera grazie alle missioni portate correttamente a compimento. Attenzione, però a non pensare ad un RPG in salsa western, perchè in realtà il giocatore non potrà mai scegliere in quale direzione convogliare l'aumento delle abilità.

La struttura delle missioni quindi ricorderà molto di quanto visto propria in GTA, con il nostro protagonista intento a coprire le distanze che separano le varie città di Gun in sella a quadrupedi utili anche per qualche sana "zoccolata" ad avversari che fin troppo spesso non hanno dimostrato un'intelligenza artificiale adeguatamente sviluppata per complicarci la vita. Al contrario, capiterà fin troppo spesso che questi ultimi ci vengano incontro con il dichiarato intento di essere eliminati dal gioco, lasciando ai vari boss di fine livello l'ingrato compito di complicarci (ma solo in parte) la vita. L'armamentario messoci a disposizione da Neversoft potrà contare non solo su fucili e pistole "d'ordinanza" ma vedranno anche l'utilizzo di postazioni di fuoco fisse e armi come coltelli e archi utili quando sarà necessario un approccio più "stealth" alla missione.


Il western come non l'abbiamo mai visto, almeno in un videogame. Questo, in poche parole il quadro tecnico di Gun che restituisce al giocatore ambienti di gioco decisamente veritieri con un sapiente uso di una palette cromatica capace di dipingere paesaggi pulsanti di vita e realismo. Canyon rossastri, sentieri polverosi, fattorie, saloon, sono tutti elementi che i grafici Neversoft hanno trattato come meglio non si sarebbe potuto, specie sulle console dell'attuale generazione (a brevissimo potremo avere tra le mani anche la versione Xbox 360). Ambienti di gioco popolati da modelli poligonali ben realizzati e ottimamente animati, specialmente in quelle dov'è coinvolto uno degli elementi più classici del genere: il cavallo. Il quadrupede simbolo del periodo storico in questione vive un ruolo da protagonista in Gun (e non sarebbe potuto essere altrimenti), grazie ad una cura certosina nella sua realizzazione poligonale, ad una corretta mappatura delle textures e ad una animazione precisa (ma non chirurgica) che ben presto diventerà la base di tutti gli spostamenti all'interno di cittadine che vivono autonomamente, così come GTA insegna. Anche il settore audio vive i suoi momenti di gloria grazie alla partecipazione di alcune star hollywoodiane che hanno prestato la propria voce ai protagonisti del gioco. Ecco quindi che Colton White, per esempio, sfrutterà le corde vocali di Thomas Jane (The Punisher, avete presente ?), mentre Ned White avrà la voce di Kris Kristoferson (se mai realizzeranno un film su Gun, al 90% avrà proprio la parte di Ned, visto che è praticamente identico). Anche il cattivo di turno (Thomas Magruder) avrà una voce importante, ovvero quella di Lance Henriksen (Alien e la serie Millennium, tanto per citarne un paio).

Apparentemente, quindi, in Gun sono presenti tutti gli ingredienti giusti per il capolavoro. C'è la storia che regge, uno sfondo dipinto con ricche e sapienti pennellate capaci di riprodurre minuziosamente l'affascinante universo western e ci sono anche personaggi carismatici capaci di "bucare" lo schermo e rendere credibile tutta l'impalcatura realizzata da Neversoft. Non manca poi quella violenza ormai necessaria in titoli del genere per rendere Gun sufficientemente "Politically Uncorrect" e per ritrarre correttamente un periodo storico in cui non si combatteva di certo in punta di fioretto. Eppure, pur con tutti questi ingredienti sapientemente riprodotti su schermo, è palpabile la sensazione che in Gun manchi qualcosa. Un qualcosa forse rimasto incastrato nelle menti di Neversoft.

S'intuisce la vastità dell'opera, gli accenni all'eccellenza ci sono realmente tutti, eppure manca quel qualcosa in più per regalare a Gun l'effige di capolavoro. Il problema, forse, è da ricercare alla già citata ripetitività delle azioni, in cui mal si amalgamano tutte le sottomissioni che a lungo andare diventano un vero surplus a cui è facile rinunciare. A tutto questo si deve aggiungere la semplicità degli scontri, legata in particolar modo al basso tasso di intelligenza artificiale di cui sono stati dotati i nostri nemici. Forse non una killer application, quindi, ma di sicuro un titolo da tenere in considerazione, specie se siete particolarmente attirati al periodo storico e se siete alla ricerca di un'avventura capace di regalare ottimi colpi di scena fino al "The End" finale distante dalle 8 alle 10 ore dalle prime sequenze di gioco.


Gun
7

Voto

Redazione

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Gun

Manca un pizzico di sale a Gun per essere considerato un vero capolavoro. Intendiamoci, non mancano né riferimenti piccanti, né situazioni dove il sangue imbratti la polvere calpestata da Colton e compagni. La struttura in pieno stile GTA regge e si dimostra funzionante, ma una certa ripetitività nelle situazioni di gioco e nell'azione lo rendono forse meno coinvolgente del capostipite del genere creato da Rockstar. Ad aggiungersi a questo si segnala anche una IA avversaria deficitaria nel rendere quantomeno meno lineare e più complicata la vita di Colton. Malgrado questo, però, Gun si rivela un buon gioco, con un intreccio narrativo capace di regalare diversi colpi di scena e di rendere credibile e godibile questo buon titolo di Neversoft.