Fallen City Brawl: Recensione di un beat ’em up da tenere in considerazione

Fallen City Brawl ci riporta ai beat ’em up anni '90

Fallen City Brawl: Recensione di un beat 'em up da tenere in considerazione

Nel panorama moderno dei videogiochi, Fallen City Brawl si presenta come un omaggio sincero e muscolare ai grandi classici degli anni ’90 come Streets of Rage, Final Fight e Double Dragon. Sviluppato da Fallen City Studio e pubblicato da Eastasiasoft, il titolo ha l'arduo compito di riportare in auge il genere del beat ’em up a scorrimento laterale, con una miscela di pixel art, azione frenetica e un pizzico di modernità.

La narrazione non è il fulcro dell’esperienza, ma riesce comunque a costruire un contesto credibile e coinvolgente. La città di Fallen City è caduta sotto il controllo di una gang guidata dal misterioso Ignition Gear. In questo scenario urbano decadente, dal sapore squisitamente fine anni '80, quattro personaggi — ciascuno con motivazioni e background differenti — si uniscono per combattere e riprendersi le strade. La lore si sviluppa attraverso ambientazioni curate: graffiti, insegne al neon e scorci di metropolitana e magazzini abbandonati raccontano una città viva, anche se sull’orlo del collasso. I boss e i nemici sono abbastanza divertenti da affrontare, anche se è giusto dire che ciascuno di loro ha una storia e uno scopo, contribuendo a rendere ogni livello parte di un ecosistema criminale coerente.

Fallen City Brawl: Recensione di un beat ’em up da tenere in considerazione
Alcune ambientazioni sono chiaramente più ispirate di altre.

Il sistema di combattimento è semplice, classico e particolarmente rodato. Ogni personaggio ha accesso a attacchi leggeri, pesanti, prese, lanci e mosse speciali che consumano energia. Le combo si concatenano con fluidità, e la possibilità di direzionare l’ultimo colpo per lanciare o sbalzare i nemici aggiunge varietà. Una novità interessante è il sistema di “gemme”: raccogliendole durante il combattimento, si riempie una barra che può essere usata per potenziamenti temporanei, assistenze o evocazioni di caos aggiuntivo. Questo introduce una componente strategica che arricchisce l’esperienza. Ogni personaggio ha una propria arma distintiva: Sgt. Clay impugna un fucile a pompa, Natasha un’enorme chiave inglese. Tuttavia, qui emerge una delle pecche del gioco: il bilanciamento tra le armi è discutibile. Alcune risultano troppo potenti rispetto ad altre, influenzando negativamente la varietà tattica. Come da tradizione, le mosse più avanzate prevedono che perdiate un po' di vita nell'eseguirle.

La pixel art è dettagliata e omaggia con gusto l’estetica arcade, ma non è esente da difetti. I fondali, seppur evocativi, mancano di definizione in alcune sezioni, risultando piatti o poco leggibili. Durante i salti e le collisioni, la grafica tende a “impastarsi”: i personaggi si fondono visivamente con gli avversari, creando confusione nei momenti più concitati. La colonna sonora, firmata da Daniel Lindholm, è uno dei punti forti del gioco: energica, ritmata e perfettamente in linea con l’atmosfera da rissa urbana. Tuttavia, il sound design è altalenante: alcuni effetti sonori mancano o sono poco incisivi, compromettendo l’impatto di certe scene.

Rispetto ai suoi illustri predecessori, Fallen City Brawl riesce a catturare lo spirito del genere, ma non ne eguaglia la profondità. Streets of Rage 4 ha dimostrato come si possa modernizzare il beat ’em up mantenendo una struttura solida e una varietà di contenuti. Fallen City Brawl, invece, offre solo sette livelli e due modalità di difficoltà, risultando un po’ scarno per chi cerca una longevità maggiore.

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Fallen City Brawl

Versione Testata: PC

7.5

Voto

Redazione

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Fallen City Brawl

Fallen City Brawl è un titolo che, pur con i suoi limiti, riesce a divertire. È un’esperienza breve ma intensa, ideale per chi vuole rivivere le atmosfere da flipper e sala giochi. Le imperfezioni grafiche, il bilanciamento discutibile delle armi e una certa mancanza di rifinitura lo tengono lontano dall’eccellenza, ma il cuore pulsante del beat ’em up è lì, e batte forte.

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