Do Not Open, recensione, il survival horror che vi imprigiona in casa

Do Not Open è il nuovo gioco di Nox Noctis; un titolo horror uscito per PC e PlayStation 5. Ed è proprio la versione per console che abbiamo testato ed analizzato per voi.

di Manuel Le Saux

Quando si inizia Do Not Open, la prima sensazione che si avverte, è quella di trovarsi di fronte il classico survival horror, ma che in realtà, dopo i primi minuti di gioco, risulta essere più un titolo Escape-Room style, dove la risoluzione di enigmi ed il fuggire e nascondersi da entità malvagie, risultano essere gli elementi portanti del gameplay. In Do Not Open vestirete i panni di Mike, un uomo che si ritrova ereditiere di una suggestiva e particolare villa ottenuta dopo la dipartita della sua zia Judith.

Dopo le scene iniziali, vi sveglierete in uno scantinato e senza assolutamente nessun tipo di tutorial o di spiegazione, sarete rapidamente catapultati nel vostro primo puzzle, in cui dovrete capire come scappare dal seminterrato. Mettere insieme degli indizi apparentemente senza significato per poi trovare una risposta coerente è davvero gratificante, ma allo stesso tempo sarà facile che i meno esperti al genere ludico ed i giocatori con molta poca pazienza, possano sentirsi frustrati dagli enigmi offerti nel gioco.

Do Not Open: soli, nel buio

Appena riuscirete ad uscire da questo scantinato, inizierete a fare conoscenza delle presenze terrificanti che si aggirano in questa fatiscente villa, che includono fantasmi, mostri deformi ed una figura femminile davvero orribile che vi darà costantemente la caccia mentre cercherete di mettere insieme i pezzi dei puzzle e scappare.

Ed è qui che vi si presenterà il primo vero problema del gioco: se la signora in questione riesce a catturarvi, finirete per dover ricominciare la sezione da capo , cosa normale per questo genere di gioco penserete; e invece no, perché perderete ogni oggetto  in vostro possesso e, come se non bastasse, gli stessi oggetti e puzzle cambieranno dopo ogni morte. Da qui la potenziale frustrazione che ne può conseguire è decisamente. Una meccanica un pò troppo punitiva, specialmente per i neofiti del genere.

Per oltre metà del gioco, vivrete momenti di vero terrore, molti dei quali dovuti all’ambientazione dark ed inquietante, splendidamente realizzata, e l'altra metà, come già detto in precedenza, la passerete cercando di risolvere rompicapi prima del quasi inevitabile stridio e uccisione da parte della suddetta figura malvagia.

Durante l’esplorazione,  vi imbatterete in molti tipi di oggetti collezionabili che vi aiuteranno a capire un po' di più del background narrativo: da note scritte a mano, immagini e dipinti, fino a ritagli di giornale.

Come accade in molti giochi di questo tipo, anche in Do Not Open la visuale di gioco è in prima persona ed inoltre va assolutamente detto che la grafica è di altissima qualità. Stesso giudizio per il sonoro che riesce a mantenere la tensione sempre alta.

Il secondo aspetto negativo del titolo è la longevità: a patto che la vostra mente sia abituata alla risoluzione di enigmi, si può arrivare ai titoli di coda molto velocemente. Viceversa, se non si riesce a capire in tempi brevi come passare alla stanza successiva, avrete molte ore da passare insieme a Do Not Open, e visto che i puzzle sono sempre diversi ad ogni run, e ad ogni respawn dopo la morte, sarà molto difficile poter trovare le soluzioni degli enigmi guardando video gameplay di altri giocatori.  Ultima cosa che merita di essere menzionata: Do Not Open è completamente in inglese, non è presente il doppiaggio in italiano, nemmeno per i sottotitoli.