Lunar Eclipse, un survival-horror che non si ricorda di esserlo
Il titolo primo di Balck Rabbit's Tales soffre di una evidente crisi d'identità
Lunar Eclipse, sviluppato dallo studio Black Rabbit's Tales che si compone di una sola persona, è un gioco difficile da decifrare - al pari, spesso, dei suoi enigmi. L'intento, dalle parole stesse dell'autore, è chiaro: realizzare videogiochi accattivanti con al loro interno personaggi bellissimi. Questo si traduce nel primo progetto, Lunar Eclipse appunto: un "survival horror" che pone l'enfasi più sul vestiario (o, ancor più, l'assenza di esso) della protagonista e meno sugli elementi che dovrebbero caratterizzare il genere. Il gioco è attualmente in Accesso Anticipato, con due scenari a disposizione che richiedono all'incirca un paio d'ore per essere completati e al netto di qualche enigma ben costruito ha ancora diversa strada da fare.
Partiamo dall'inizio. Ealish, la giovane protagonista, si sveglia in un luogo familiare ma, allo stesso tempo, diverso da com'era abituata a ricordarlo. A colpire, dal primo istante, è la sua nudità esplicita, coperta con qualche piccolo stratagemma ma comunque perfettamente intuibile; subito dopo verremo edotti del fatto che Luna Eclipse dispone di un'opzione proprio in merito a questo, permettendo al giocatore di vedere il nudo integrale di Ealish mentre gioca (gli abiti sono un optional, possiamo anche toglierglieli), oppure far sì che a coprirla ci sia della biancheria. Insomma, le priorità vengono messe in chiaro fin da subito. Dicevo, Ealish si risveglia in quello che capiamo presto essere un laboratorio in cui sperimentavano proprio su di lei, senza che l'allora bambina e poi ragazzina avesse nulla in contrario. Come capiremo passo passo, in fondo, Ealish è nata per questo, per essere una non meglio precisata speranza dell'umanità e lei era ben lieta di abbracciare questo ruolo - complice il genuino affetto che il team di scienziati sembrava aver sviluppato nei suoi confronti. Ciononostante, a un certo punto, qualcosa dev'essere successo perché Ealish lascia l'incubatrice, da cui era solita uscire con una certa frequenza, dopo quattro anni. La verità, o almeno parte di essa, la scopriremo giocando, cercando al contempo di sopravvivere agli zombi che infestano l'intera struttura.
Come ho anticipato, Lunar Eclipse si presenta come survival horror ma, almeno fin dove si spinge l'Accesso Anticipato, manca abbastanza il bersaglio. Il combattimento, anzitutto, non dà mai la sensazione di trovarsi in difficoltà e se è pur vero che parliamo di due soli scenari, dovrebbe già bastare a imbastire la direzione che l'esperienza vorrebbe prendere. Ealish, dopo un inizio passato a risolvere brevi enigmi, entra in possesso di un coltello a serramanico con il quale si difenderà nel corso di pressoché tutto il gioco (almeno finché non prenderà un coltello da cucina, ma sempre di lama corta e arma corpo a corpo si tratta). Gli zombi non rappresentano una vera minaccia, quasi più un tedio da affrontare perché dobbiamo calcolare i nostri attacchi in modo tale da non farci colpire nel mezzo di una combo, tenendo in considerazione la possibilità di fare una goffa schivata all'indietro.
Per tutto il corso del primo scenario, gli scontri saranno questi, con al massimo un paio di zombi assieme ma è estremamente raro, poiché pur essendo presenti nella stessa stanza non si accorgono che stiamo ingaggiando un altro di loro e restano girati di spalle, pronti a essere colpiti con vantaggio dopo esserci sbarazzati del primo. L'elemento survival, per ora, si limita al gestire la propria salute ma le cure sono talmente tante, così come il fatto di recuperare salute ogni volta che si interagisce con il punto di salvataggio, che è un non problema. Per il resto, non avendo armi da fuoco né nemici che ne chiederebbero l'uso, le "risorse" si limitano a materiali da accumulare per cucire nuovi abiti, più o meno succinti, per Ealish. Intendiamoci, niente di male nell'avere a disposizione abbigliamenti disparati - seppur solo estetici e non pratici a livello di gameplay - ma in un survival horror non è esattamente quello che mi aspetto lato risorse. Per il resto, nel primo scenario c'è ben poco da fare, oltre a qualche scontro, degli enigmi e capire cosa succede.
La situazione cambia, e non necessariamente in meglio, nel secondo scenario, che ci vede raggiungere l'area residenziale. Si tratta di un enorme puzzle da risolvere pezzo per pezzo in modo da raggiungere l'appartamento di Ealish, chiuso a chiave. Qui sembra che l'autore abbia ingranato la quinta e sia partito a razzo con i puzzle, infilandone quanti più possibili, spargendo le soluzioni, o parti di esse, da un lato all'altro e obbligando a un continuo avanti e indietro per un quartiere residenziale assolutamente vuoto di minacce tranne una sola - peraltro telefonata da una nota che si trova poco prima. Rispetto al primo, è lo scenario che occupa più tempo a volte per capire come risolvere gli enigmi (non tutte le soluzioni sono chiare, anzi), altre per muoversi in cerca dei vari indizi o pezzi da mettere assieme.
Se avesse avuto una componente più movimentata, un senso di pericolo, qualcosa che spezzasse il lentissimo ritmo di questo andirivieni, sarebbe stata anche una sezione interessante (seppur fin troppo lunga); invece, ci si ritrova a percorrere quest'area accompagnati solo da una musica di pianoforte composta da una manciata di note e abbastanza fuori posto nel contesto. Il tempo e la fatica spesi per aprire la porta dell'appartamento di Ealish non gratificano poi con quello che troviamo al suo interno: un'unica informazione apparentemente rilevante ma troppo criptica per far dare un senso di soddisfazione al giocatore, dopo la quale siamo chiamati a spostarci verso i laboratori, salvo venire bloccati perché, appunto, Lunar Eclipse per ora si compone di due scenari soltanto. La sensazione, finora, è trovarsi di fronte a un gioco che per primo non sa quale direzione intenda prendere e che tipo di sfida voglia offrire ai giocatori. Non c'è un vero e proprio ritmo, che anzi viene del tutto affossato nello scenario dei quartieri residenziali, e la componente survival non è a sua volta pervenuta data la mancanza di pericolo degli zombi e in generale la possibilità di curarsi completamente ogni volta che si salva partita.
Anche dal punto di vista dell'interfaccia e delle interazioni occorre un po' di revisione: anzitutto, è scomodo che interagire con un oggetto (di cura, in questo caso, gli unici presenti al di fuori di quelli chiave) porti immediatamente a usarlo senza quasi rendersene conto. Non c'è un effetto audio, né in generale un indizio che ti faccia capire di averlo utilizzato, ed eventuali informazioni sull'oggetto si ottengono semplicemente spostandosi su di esso con il cursore. Considerato che, dall'alba dei tempi, siamo abituati a poter interagire in diversi modi con oggetti nel nostro inventario, la mancanza di questa possibilità è, paradossalmente e non credo in modo volontario, l'unico ostacolo "survival" dell'esperienza - ossia, evitare di sprecare oggetti cliccandovi sopra per sbaglio. I bauli, o corrispettivi degli stessi, che troviamo in giro non sono interconnessi tra loro (questo non viene specificato nei tutorial), quindi, sebbene non l'abbia mai ritenuto necessario nel corso della partita, occorre tenersi ben stretto quello che non si vuole davvero abbandonare per evitare di dover tornare sui propri passi. Non che ve ne sia motivo, ma non si sa mai.
Insomma, allo stato attuale è davvero difficile consigliare Lunar Eclipse, anche al netto del prezzo contenuto. Lo sviluppatore si sta impegnando nel migliorare il gioco con costanza, lo si vede anche dagli aggiornamenti nella pagina Steam, ma non riuscendo a dare una chiara idea di sé, e considerato quanto siano sottotono entrambi gli scenari, limitarsi alla demo per ora può essere l'opzione migliore per capire con cosa si ha a che fare.