Blue Dragon Plus

di Massimiliano Balistreri
Blue Dragon, creato da Mistwalker sotto la guida di Hironobu Sakaguchi, il padre di Final Fantasy, rappresenta uno dei migliori esempi di jrpg classico sulla console della casa di Redmond. Non per nulla il gioco ha ricevuto una calorosa accoglienza nel paese del Sol Levante e ha contribuito anche ad incrementare significativamente, al momento della sua uscita, il numero della base installata di console. Il successo del brand ha portato addirittura alla creazione di una serie animata, recentemente trasmessa anche in Italia, e proprio mentre sembrava quasi ormai scontato l'annuncio del seguito su Xbox 360, ecco arrivare una sorta di seguito su Nintendo DS. Più che di un vero e proprio seguito si tratta di uno spin off che seppur riprendendo dal termine delle vicende del primo episodio si presenta come una tipologia di gioco decisamente differente rispetto all'originale.



Mentre il primo Blue Dragon era fondamentalmente un classico jrpg a turni ed incontri casuali, Blue Dragon Plus, sviluppato da Brownie Brown (già autori di Children of Mana), si pone come una sorta di gioco di ruolo strategico con combattimenti in real time, un sottogenere a quanto sembra molto popolare in questi ultimi tempi sulla console portatile Nintendo. Come detto le vicende narrate cominciano esattamente dove finivano gli episodi narrati nel primo episodio e su questo aspetto rimarremo volutamente sul vago, giusto per evitare di rovinare il gusto della scoperta a coloro che mai hanno giocato il primo Blue Dragon e che potrebbero risultarne invogliati dopo il primo impatto col gioco per Nintendo Ds, complice anche il fatto che molte poche spiegazioni verranno offerte degli eventi precedenti.

Il titolo offre una sorta di modalità tutorial che vi permetterà di prendere dimestichezza col sistema di gioco, in particolare per quello che riguarda i combattimenti. Nel corso dell'azione avrete a disposizione su schermo diverse unità, che potrete dislocare a piacimento, optando per far muovere i diversi personaggi separatamente oppure in blocco. La seconda soluzione risulterà spesso efficace soprattutto negli scontri con i nemici più tosti, ma contemporaneamente anche la meno gestibile quando lo schermo incomincerà a riempirsi di personaggi, i quali, essendo sprite, non saranno molto inclini a rendersi visibili e ben distinti in seguito a rotazioni intorno al fulcro dello scontro.



Fortunatamente sarà possibile in ogni istante freezare momentaneamente l'azione, selezionare i personaggi desiderati semplicemente creando un cerchietto a mano libera con lo stilo, evidenziandoli, e quindi far riprendere il normale scorrere del tempo, passando alla scelta delle azioni da impartire ai vostri adepti. Questi variano dai più semplici spostamenti, in modo da andarsi a posizionare in punti strategicamente utili all'interno della mappa, fino ad arrivare agli attacchi, di tipo semplice, tramite l'arma equipaggiata in quel momento oppure sfruttando le abilità delle ombre, veri e propri spiriti evocabili al momento opportuno, che basano la loro forza su attacchi di tipo elementare, i quali andranno quindi correttamente “accoppiati” a quelli dei nemici, per evitare di fornire loro cure anziché danno o comunque per massimizzare l'efficacia dell'attacco portato.

Alcuni dei difetti già rilevati in Children of Mana, come l'eccessiva confusione che si crea con parecchi personaggi su schermo e la scarsa AI mostrata dai personaggi nel cercare di intraprendere il percorso migliore per spostarsi dal punto A al punto B sono ancora presenti, seppur in maniera meno pesante. Nella fattispecie per quanto riguarda gli spostamenti, mentre in precedenza non era infrequente vedere la propria unità andarsi ad infilare in un ostacolo dello sfondo, restando li piantata fino al nostro intervento, ora potrà capitare di vedere i personaggi fare percorsi più lunghi e arzigogolati di quanto ci saremmo aspettati ma perlomeno bene o male arriveranno sempre a destinazione.

Graficamente Blue Dragon Plus non é davvero niente male, anche tenendo conto delle capacità della console Nintendo. I protagonisti sono ben caratterizzati, secondo il tipico stile di Akira Toryiama (già responsabile di Dragonball e Dragon Quest, tra gli altri) e discretamente animati. Peccato che siano realizzati tramite sprite, il che porta ad una certa sgranatura in fase di zoomata e, soprattutto, a non riuscire sempre a distinguerli ottimamente durante la battaglia, con lo schermo particolarmente affollato di unità.

Diverse sequenze in CG, per un totale di circa un'ora, offrono un'ottimo contorno alle vicende narrate, sfruttando sapientemente la possibilità di visualizzazione sui due schermi in contemporanea. La parte audio é realizzata decisamente bene, in particolare per quanto riguarda le melodie, orchestrate da Nobuo Uematsu, come d'altronde quelle presenti dell'incarnazione per Xbox 360, anche se in questo caso la qualità dell'esecuzione lascia leggermente a desiderare, trattandosi praticamente di file midi anziché di versioni orchestrate.