ArmA – Armed Assault

ArmA  Armed Assault
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Quattro lettere. Può l'essenza di un capolavoro ridursi ad un acronimo, traducibile nell'apparentemente anonimo Armed Assault? Un titolo che potrebbe andare bene per uno sparatutto arcade da far girare sulla vecchia PS2 negli intervalli tra una partita "seria" e l'altra. O per l'ennesimo RTS clone di Command & Conquer, tirato fuori dal cilindro liso e bisunto di una sconosciuta software house sull'orlo del fallimento. A pensarla così, tuttavia, non potremmo essere più lontani dalla verità. Perché dietro queste quattro lettere si nasconde, per colpa di un problema di marchio che gli ha impedito di riprenderne il franchise, il successore e discendente diretto di uno dei giochi più innovativi e indovinati del decennio in corso, quell'Operation Flashpoint che riuscì, da solo, a rivoluzionare il concetto stesso di FPS bellico. Il nome del team di sviluppo, i cechi della Bohemia Interactive, che hanno all'attivo anche una versione "pro" di OF, coperta da segreto militare e destinata all'addestramento individuale delle reclute del Corpo dei Marines degli Stati Uniti alle tecniche di combattimento della fanteria leggera, è da solo una garanzia.

Giocando ad ArmA, tutto questo potrà essere tuo!
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Potrebbe essere Mosul, o Bagram. Invece è ArmA!
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Anche la suola dello scarpone del russo è impeccabilmente riprodotta
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I fan del ciclo, iniziato con Cold War Crisis e proseguito con due eccellenti espansioni e un mediocre porting per la vecchia Xbox, possono stare tranquilli. ArmA irrompe sul mercato con la prepotenza di una compagnia di carri Abrams lanciata alla massima velocità e promette altrettanto sconquasso in un panorama dominato, fino ad oggi, da un titolone come Battlefield 2 che, tuttavia, comincia a mostrare qualche capello bianco senza che il successore 2142 (quello con i robottoni e le navette alla Aliens, per capirci) sia riuscito a raccoglierne appieno il pesante testimone.
I suoi punti di forza sono gli stessi del suo illustre predecessore, infatti. A partire da una formula free roaming assoluta secondo la quale nessuna collina, stagno o bosco dell'immensa isola (400 chilometri quadri!) teatro della campagna vi saranno preclusi. O dalla dotazione di mezzi da combattimento, più di 30 e il numero crescerà man mano che verranno rilasciate patch ed auspicabili espansioni, e di armamenti. Fino al consueto realismo che rende tassativo un approccio tattico cauto e prudente visto che una pallottola nemica in corpo è viatico quasi certo verso la ricarica veloce dell'ultimo salvataggio. Unica deroga a tale approccio è il modello di volo di aerei ed elicotteri, volutamente mantenuto su un livello arcade che consenta l'immediata familiarizzazione e il conseguimento di buoni risultati sin dai primi voli, evitando frustrazioni che renderebbero eccessivamente impervio un gioco già di per sé non facilissimo.

La trama della campagna single player, articolata e completa, sposta il calendario dagli anni '80 di OF e delle sue espansioni ai giorni nostri, con conseguenti aggiornamenti in tema di armamenti e uniformi (gli americani indossano l'attualissima "pixel camo", mentre gli "aggressori" sfoggiano altrettanto moderne tute mimetiche russe dell'ultima generazione). Le vicende si svolgono ancora una volta su un'isola, divisa in due stati il più piccolo dei quali viene proditoriamente assalito dall'altro, provocando l'immediata reazione delle forze USA presenti nell'area.

Il soldato Armstrong, nostro alter ego in OF: CWC, per la gioia di noi fans, si affaccia anche sulla scena di questo nuovo titolo, stavolta con le barrette argentee di capitano sul colletto. Come in passato, poi, le missioni di fanteria, dapprima da soli e poi alla guida di una squadra di uomini, gestibile con facilità attraverso la pressione dei tasti funzione, si alternano a spedizioni notturne stile Special Forces, assalti con mezzi corazzati e attacchi aerei con velivoli ad ala fissa o rotante.
Tenete ben presente che l'inclinazione realistica del gioco rende la curva di difficoltà un po' impervia. Scoraggiarsi e lasciar perdere, tuttavia, costituirebbe un errore madornale, visto che, una volta acquisite le meccaniche e uno stile tattico adeguato alla tipologia di ogni singola missione, i risultati saranno in grado di ripagarvi di ogni singola goccia di sudore spesa nell'apprenderle.
Il motore grafico, come era lecito attendersi, ha fatto passi da gigante e il titolo Bohemia, a patto di possedere una dotazione hardware adeguata (con quella minima indicata sulla scatola, sì e no che riuscirete a veder girare il gioco, dopo aver spento qualsiasi altro processo in corso sulla macchina, pena il crash), vi regalerà emozioni visive adeguate ai suoi già rispettabilissimi contenuti in tema di gameplay e accuratezza dell'ambientazione.

Un M163 può essere una pessima sorpresa per un aereo a bassa quota
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L'M1 Abrams, re della battaglia, aggiornato anche lui allo standard A2
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Come in Blackhawk Down, le forze speciali si spostano con i "Little Birds"
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Peccato che l'esosità di risorse, stesso problema evidenziato da BF2 al momento della sua uscita, lo renda, almeno in questa fase iniziale, un gioco d'elite, e che qualche bug di troppo, pronto a far bloccare il gioco sul più bello o, nella migliore delle ipotesi, a mostrare qualche compenetrazione di troppo tra le texture dei soggetti in movimento, privi ArmA di un giudizio ancora più entusiastico.
E' peraltro probabile che molte riserve siano destinate ad essere sciolte man mano che verranno rilasciate le dovute patch. La 1.05, già disponibile mentre scrivo, mette l'utente al riparo già da un numero cospicuo di difetti e piantate, e intanto vi regala qualche mezzo e arma in più, tanto per gradire, nell'indimenticato stile open-ended targato Bohemia Studio.
Anche il sonoro fa quasi sempre il suo dovere, anche se il suono di alcune armi appare, all'orecchio allenato anche da esperienze dirette sul campo di chi scrive, un po'troppo ovattato e il chiacchiericcio via radio, riprodotto da sintetizzatori vocali invece che campionato da vere voci, di qualità non eccelsa. Poco da dire sulle musiche, davvero irrilevanti in un titolo più simile ad un simulatore che ad un prodotto d'intrattenimento puro.
Dopo tanto ben di Dio, il multiplayer rischiava di rappresentare addirittura un aspetto accessorio. Il sottoscritto, per esempio, pur essendosi sparato tutte e tre le campagne complete, più le missioni singole scaricabili da internet, della serie OF, sprovvisto all'epoca di connessione a banda larga, non avvertì minimamente la mancanza del gioco online.

I tempi però sono cambiati e, al giorno d'oggi, un FPS di questo spessore non può permettersi di ambire al gradino più alto del podio della sua categoria senza offrire opzioni di rete adeguate. Adesso sedetevi e reggetevi saldi ai braccioli della vostra poltrona preferita, però. Il muro del massimo finora ineguagliato di 64 giocatori per server di Battlefield 2 è stato abbattuto. Così come i confini delle sue pur enormi mappe di gioco. ArmA, a patto di disporre di una quantità davvero cospicua di capacità di calcolo e di banda in capo al server ospitante, consente di porre in essere partite da più di 100 giocatori collegati in contemporanea, sfruttando come mappa l'intera isola! I parametri geografici, ovviamente, saranno opportunamente scalati quando il numero dei partecipanti scende, onde evitare interminabili camminate senza incontrare nessuno. Però, dal momento che il successo del gioco, esaurito nei negozi italiani al momento in cui scriviamo, sembra assicurato, non prevedo grosse difficoltà circa il formarsi di una comunità di giocatori abbastanza numerosa da alimentare i server più grandi, creando di fatto quanto di più simile ad un MMORPG bellico si sia mai visto fino a questo momento. Forse è vero quanto da tempo si sussurra in giro. E cioè che la prossima rilevante innovazione in ambito FPS sarà proprio la nascita di una comunità virtuale persistente sul modello di grandi successi fantasy come World of Warcraft o Guild Wars. Io, da vecchio giocatore di ruolo, sogno qualcosa di simile ad una versione digitale online dell'eccellente RPG pen & paper Twilight 2000 della GDW. E voi?
Nel frattempo, non lasciatevi scappare ArmA. Anche se dovesse costarvi la formattazione dell'hard disk per fare un po' di pulizia e alleggerire il sistema, o un upgrade della componente hardware che vi permetta di goderne meglio i pregi tecnici, state pur certi che ne sarà valsa la pena.

Un AV-8 Harrier impegnato nel supporto ravvicinato con bombe a guida laser
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Ti sembra il caso di andartene a spasso. Guarda che disastro hai combinato!
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Uniformi e dotazioni aggiornate all'ultimo standard US Army
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ArmA – Armed Assault
9.5

Voto

Redazione

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ArmA – Armed Assault

Il nome è cambiato, motivi di franchise, ma l'aria di famiglia si respira sin dalle prime battute del tutorial. La seconda generazione del capolavoro targato Bohemia Interactive, quell'Operation Flashpoint: Cold War Crisis che, insieme alle sue due espansioni rimaneva a tutt'oggi l'unico esempio di FPS free roaming e open-ended, debutta con il titolo di Armed Assault, ArmA per gli amici che, vista l'immersività del gioco, si preannunciano numerosi. 30 mezzi da combatimento, decine di sistemi d'arma individuali, 400 chilometri quadrati d'ambientazione, una lunga campagna single player e un multiplayer che promette fuoco e fiamme, un editor di missioni completo. Il gioco Bohemia, disponibile solo per PC, farà piangere d'invidia i possessori di console next-gen, convinti fino a ieri che il meglio dei videogiochi fosse loro appannaggio esclusivo.