Un altro piccolo disastro (favore): quando il sequel dimentica la lezione del primo film

Un sequel che zoppica fin dai primissimi istanti

Sceneggiatura, lezione numero 1: se scrivi il sequel di un film, e lo infarcisci di riferimenti agli eventi del primo film, devi inserire almeno un riassuntino all’inizio. Si può fare in due modi: con un accurato montaggio delle immagini precedenti o con la voce narrante della protagonista, in caso non si possedessero i diritti del primo film. Si deve fare. In particolare se sono passati ben sette anni fra i due capitoli della storia. Perché se qualcuno non avesse visto - o non ricordasse - il primo film, non capirebbe nulla. E tutti i riferimenti “divertenti” o meno andrebbero persi. Esattamente come accade con Un altro piccolo favore, che vede il ritorno di Anna Kendrick e Blake Lively nel prosieguo della storia del 2018.

La trama di Un altro piccolo favore

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Emily (Blake Lively) e Stephanie (Anna Kendrick) sono due donne molto diverse. Impossibile pensare che diventassero confidenti, ma era successo: le due avevano iniziato a frequentarsi perché i loro figli andavano nella stessa scuola ed erano amici. Dopo gli eventi di Un piccolo favore, il film di Paul Feig tratto dal romanzo del 2017 di Darcey Bell, Emily, che aveva finto la propria morte ma in realtà era viva e aveva ucciso la sorella (l’espediente delle gemelle), esce di prigione. Stephanie che, per aver smascherato in diretta sui social Emily aveva raggiunto un milione di follower passando da esperta di ricette biologiche a detective ed esperta di true crime, ha scritto un libro sul caso di Emily. The Faceless Blonde (La bionda senza volto), però, non sembra vendere e l’attività di Stephanie è palesemente in crisi fino a quando Emily riappare a una presentazione del libro e si porta Emily (e la sua assistente Vicky, Alex Newell) in Italia, a Capri, dove sposerà un imprenditore italiano di nome Dante Versano (Michele Morrone). Al matrimonio c’è anche Sean (Henry Golding), l’ex marito di Emily con cui Stephanie aveva avuto una relazione.

Naturalmente, anche in questo secondo capitolo ci scappa il morto. E poco prima del matrimonio, un cadavere viene rivenuto nell’albergo di lusso in cui soggiornano i futuri sposi e tutti gli ospiti. Poi i cadaveri diventano due...

Una commedia noiosa

Un altro piccolo disastro (favore): quando il sequel dimentica la lezione del primo film

Voi pensate ai tipici difetti che accomunano i sequel mal riusciti e provate a rintracciarli qui: li troverete praticamente tutti. Il tono da commedia - che scivola anche troppo spesso a un basso livello - che nel primo film funzionava, qui fallisce miseramente. Ma proprio miseramente. I luoghi comuni sull’Italia, in particolare su Napoli e dintorni ma anche sulla polizia, già triti e ritriti, vengono sfruttati fino all’eccesso diventando fastidiosi. Anche per gli spettatori non italiani, suppongo, ma in particolare per noi. Elena Sofia Ricci nei panni della madre dello sposo è caricaturale, e la presenza della grandissima Allison Janney (1 Oscar, 1 Golden Globe e 7 Emmy, tanto per capirci) insieme alla meravigliosa Elizabeth Perkins (Weeds, This is Us) nei panni della zia e della madre di Emily non aggiunge valore al film come avverrebbe normalmente. Divertono, è vero, ma tanto da risultare fuori contesto data la loro bravura. L’abbondanza di volgarità nei dialoghi fra Sean ed Emily - con Stephanie in mezzo - è il perfetto coronamento di un fallimento quasi totale.

La durata eccessiva - quasi 2 ore che sembrano 4 - si tollera esclusivamente per la bellezza del paesaggio e della location: quantomeno, è una significativa cartolina turistica.

Anna una spanna sopra

Un altro piccolo disastro (favore): quando il sequel dimentica la lezione del primo film

Una spanna sopra tutti (Janney e Perkins escluse ma inclusa una caricaturale Lively), c’è Anna Kendrick. Attrice, produttrice e regista, ci ha recentemente regalato un lavoro prezioso come Woman of the Hour (qui la recensione e la storia vera del serial killer del film) con il suo debutto dietro la macchina da presa. E la sua superiorità spicca come un segnale luminoso per tutto il tempo. Più divertente, più ironica, più credibile e naturale di tutti gli altri in un contesto in cui l’essere sopra le righe sembra un obbligo, lei non segue la corrente. Non a caso, è la protagonista, il nostro punto di vista, l’unica in grado di restituirci un po’ di normalità in un circo di folli.

Ecco perché Un altro piccolo favore è un fallimento “solo” quasi totale: grazie a lei. Il resto del cast è intrappolato negli stereotipi della sceneggiatura, inclusa la Lively, mentre Stephanie grazie alla sua interprete è l’unica in grado di spaziare, restituendoci una gamma di emozioni credibile e capace di attirare la nostra attenzione e la nostra simpatia.

È voluto, nella sceneggiatura inspiegabilmente lacunosa e pacchiana firmata da due autrici che il loro lavoro lo sanno fare. Jessica Sharzer era già firma del primo capitolo - nettamente superiore a questo - e di American Horror Story, mentre Laeta Kalogridis ha scritto addirittura Shutter Island e ha creato l’interessante serie Altered Carbon.

Se proprio volete vederlo, riguardatevi prima il film del 2018: la visione del sequel ne guadagnerà parecchio. Non tanto da arrivare alla sufficienza, ma parecchio.

5

Voto

Redazione

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Un altro piccolo disastro (favore): quando il sequel dimentica la lezione del primo film

Un altro piccolo favore su Prime Video è il sequel del film con Anna Kendrick e Blake Lively che inciampa sui suoi stessi tacchi: manca un riassunto iniziale, indispensabile dopo sette anni dal primo film, il tono da commedia scade spesso nel volgare e i cliché sull’Italia diventano insopportabili. Nonostante un cast di talento (sprecato), è Anna Kendrick a tenere insieme i pezzi con una performance brillante e credibile. La sceneggiatura, sorprendentemente debole considerando le firme coinvolte, affossa il tutto in un pastiche confuso e fuori fuoco. Se proprio volete dargli una chance, riguardate prima Un piccolo favore: almeno avrete qualche coordinata in più per orientarvi in questo caos a tinte pastello.

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