Recensione The Lego Movie 2

Un film che ti resta in testa

“The Lego movie 2, una nuova avventura” sarà nelle sale italiane dal 21 di febbraio e ha tutti i presupposti per divertire più il pubblico adulto che quello dei bambini. Avevamo salutato Emmet e Lucy, nel precedente episodio, alle prese con una nuova minaccia aliena. E dopo cinque anni la loro amata Bricksburg si è trasformata in Apocalypseburg, uno scenario distopico fin troppo simile a quello di “Mad Max”. Tutti sono cambiati, si sono incupiti, rimuginano mirando l’orizzonte; tutti meno che Emmet, ancora fin troppo abituato ai suoi 25 cucchiaini di zucchero nel caffè. La loro apparente e furente tranquillità, però, viene nuovamente messa a rischio da una nuova invasione aliena. Il Generale Sconquasso, proveniente dal sistema sorellare, ha un compito ben preciso: rapire il più valoroso dei guerrieri di Bricksburg per congiungerlo in matrimonio con la regina Wello Ke-Wuoglio. I protagonisti che abbiamo amato nel primo voluto della saga vengono presi tutti e toccherà a Emmet tentare di salvarli, ma nel suo viaggio incontrerà nuovi personaggi che lo coinvolgeranno in un plot twist nel finale.


Alla fine della prima avventura abbiamo potuto notare come tutta la trama del film è stata incentrata sulla fantasia di un bambino che, lottando contro quella che era la volontà del padre collezionista, non voleva far altro che giocare con tutti i vari personaggi. Emmet, infatti, era ed è la reincarnazione della fantasia di quel bambino e in questa avventura sarà lo specchio di quel cambiamento che nella vita tutti prima o poi affrontano: la crescita. Apocalypseburg è la rappresentazione della durezza con cui si affrontano i primi anni dell’adolescenza e del modo con cui i gusti cambiano. Se, infatti, la Disney ci aveva dato “Inside Out” per comprendere i cambiamenti, qui c’è Emmet che fatica a diventare duro come gli altri, restando ancora aggrappato al meraviglioso. Ma la crescita, quando sia ha una sorella minore, non può essere affrontata da soli. Diventano, quindi, inevitabili lo scontro, il rapimento, e l’apocalisse; soprattutto se entrano in gioco le figure parentali.


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La fotografia, accompagnata dall’animazione e dai cambi di scenografia, coniuga perfettamente il flusso della narrazione. Si passa dal mondo fantastico dei lego a quello tangibile della realtà senza che in qualche modo l’occhio dello spettatore venga disturbato. Al contrario, questi passaggi da uno stile di disegno ad un altro o da un animazione all’altra, sono in grado di ritmare la narrazione e di accentuare l’attenzione su particolari divertenti.

Il montaggio sonoro è essenziale per la messa in scena, cattura i bambini ed entra in testa degli adulti. Nei momenti in cui le canzoni la fanno da padrone, si continua a sorridere per le battute che si interpongono.

Una nota di merito va espressa anche in favore al doppiaggio. In lingua originale, alcuni sapranno, che il cast scelto è davvero poderoso. Ogni personaggio lego, o quasi, ha in prestito la voce dell’interprete in carne ed ossa; infatti, si possono annoverare quasi tutti gli attori della DC Entertainment tra i doppiatori originali. Chris Pratt, la voce di Emmet, qui sfodera il suo talento giostrandosi tra due personaggi. In italiano le due voci sono differenti: la voce di Emmet è quella che avevamo imparato a conoscere con il primo The Lego movie, cioè quella di Massimiliano Triggiani; quella di Rex Rischianto invece è quella di Andrea Mete, la voce che viene data a Pratt in "Guardiani della Galassia" o in "Jurassic World".

La particolarità di questo film è posta nelle citazionivisive, come nel caso del film “Mad Max”; o sotto forma di bat-battuta. La presenza di Lego Batman, a tal proposito, avrà una maggiore rilevanza in questa avventura rispetto alla precedente; proprio lui divine fulcro della comicità del film. 


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Recensione The Lego Movie 2
5

Voto

Redazione

Recensione The Lego Movie 2

Questa pellicola risulta essere una chicca che colpisce chi è cresciuto con i film distribuiti e prodotti dalla Warner Bros. con battute comprensibili solo dal pubblico più affezionato. Ma i bambini hanno comunque il loro divertimento grazie ai colori usati o alle canzoni che sono in grado di incollarsi in modo quasi indelebile nella memoria.