La recensione di Ad Vitam: il film franco-belga di Netflix che finisce in un'americanata

Un buon inizio mandato all'aria da una trama banale e scene inverosimili

La recensione di Ad Vitam: il film franco-belga di Netflix che finisce in un'americanata

Palese imitazione dei film d’azione americani incentrati sui corpi di polizia e le forze speciali, Ad Vitam su Netflix è il film francese che parte incuriosendo lo spettatore e finisce deludendolo…

La trama di Ad Vitam

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Per tutta la prima parte del film, la cosa che continuavo a pensare era: se noi italiani avessimo provato a scimmiottare gli americani con una pellicola del genere, avremmo miseramente fallito fin dal primo secondo. Principalmente per la recitazione. I francesi, invece, sono stati bravi quindi sì: Ad Vitam è chiaramente un film che imita altri sedicimila titoli americani simili ma lo fa bene, aggiungendo alcuni scenari veramente suggestivi a Parigi e calando perfettamente la storia nel contesto europeo, cosa che non era scontata. All’inizio, però. Solo all’inizio. I problemi arrivano, e sono tanti.

Peccato, perché la qualità produttiva è innegabile, il dispiego di mezzi e di effetti speciali c’è e con quel budget e quel cast si poteva fare davvero tanto. Magari non farci vedere Versailles nel mondo in cui ce lo fanno vedere, però.

Il GIGN, acronimo di Groupe d’Intervention de la Gendarmerie Nationale, è un’unità d'élite della Gendarmeria nazionale francese. Avrebbe meritato più verosimiglianza e meno grigliate alla S.W.A.T. copiate dai film d’oltreoceano.

5

Voto

Redazione

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La recensione di Ad Vitam: il film franco-belga di Netflix che finisce in un'americanata

Ad Vitam è l’action movie franco-belga di Netflix incentrato sul GIGN, l’unità d'élite della Gendarmeria nazionale francese che si occupa di terrorismo, situazioni con ostaggi e ogni evento ad alto rischio. Quando le cose si mettono male, la polizia chiama loro. Peccato che “loro” se ne vadano in giro un po’ come degli sprovveduti, finendo per infilarsi in una situazione rischiosa senza nemmeno rendersene conto.

Il cuore del film è tutto qui: nella banalità dell’intreccio, incentrata tutta sul personaggio di Guillaume Canet - anche co-sceneggiatore e produttore del film - e finita nella risibilità dopo un inizio promettente. Peccato: il cast è molto bravo, la produzione è di alto livello e la regia è all’altezza, così come la fotografia. Purtroppo, la volontà di scimmiottare gli americani porta Ad Vitam a mandare un buon inizio all'aria, facendo un’americanata. Cosa non facile per un film europeo, eppure…

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