L'amore, in teoria: una commedia romantica sui giovani d'oggi?

Al centro del film di Luca Lucini il giovane Leone, diviso tra la ragazza che ha sempre amato ma che lo ignora e una nuova fiamma apparentemente agli antipodi. Su Netflix.

di Maurizio Encari

Leone, brillante studente di filosofia dall'indole gentile, fa da "fidanzato di copertura" alla bella Carola, della quale è da sempre innamorato. Ma lei in realtà ha una relazione segreta con Manuel, un poco di buono, e fa credere ai suoi genitori di essere invece impegnata proprio con Leone. Quando la vera coppia commette delle violazioni a bordo dell'auto proprietà di Leone, questi viene ingiustamente accusato di guida in stato di ebrezza e condannato ai servizi sociali. 

Lì ha modo di conoscere Flor, un’attivista ambientalista e assidua frequentatrice dei centri sociali. I due sono apparentemente agli antipodi, ma dopo un'iniziale ostilità tra loro nasce qualcosa di imprevisto, giacché L'amore, in teoria può arrivare quando uno meno se l'aspetta. Le differenze rischiano però di dividerli e ben presto il protagonista si troverà a dover prendere una decisione difficile.

L'amore, più in teoria che nella pratica

A più di due decenni di distanza da Tre metri sopra il cielo (2004), (s)cult generazionale di enorme successo, il regista Luca Lucini torna a indagare il sentimento giovanile con un'opera che vorrebbe farsi contemporanea riflessione sull'amore negli anni venti del nuovo millennio, ma finisce per smarrirsi in un impianto narrativo prevedibile. L'ambizione teorica del titolo, che fin da lì mette in chiaro le ambizioni dell'operazione, cede il passo a una pratica fin troppo rassicurante, sorretta a fatica da un pur volenteroso Nicolas Maupas.

L’intento era quello tentare una sintesi, o forse evidenziare una frattura, tra l'elaborazione intellettuale delle emozioni e la sua effettiva applicazione pratica nell'era della Generazione Z. La storia parte dal classico binomio degli opposti che si attraggono, con un ragazzo della "Milano bene" che si innamora di una coetanea dall'anima punk, impegnata socialmente e politicamente. Due giovani che hanno una diversa visione della vita e, perché no, anche dell'amore stesso, ma che Cupido ha deciso di accoppiare più o meno forzatamente.

Tentativi a vuoto

La sceneggiatura pecca nel lanciare il sasso e tirare poi indietro la mano, con molti spunti che a conti fatti rimangono poi inespressi. Opta su soluzioni improbabili e quanto mai poco tempiste, come la ragazza snob da sempre amata che manifesta sentimenti per il protagonista proprio quando questi ha trovato apparentemente l'anima gemella, oppure ancora in incroci casuali di un destino beffardo che rischierebbero, almeno sulla carta, di ostacolare il prevedibile lieto fine.

Lo schema del bravo ragazzo alle prese con le sue prime volte è poco realistico in un mondo contemporaneo dove la gioventù appare ormai molto più libertina di un tempo, quasi che Lucini sia rimasto "indietro" nell'idea ed effettiva messa in pratica di certi concetti. Qui l'archetipo viene riproposto senza un vero tentativo di rielaborazione critica, tra questioni esistenziali, drammi familiari fin troppo "facili" e repentini cambiamenti di idea a seconda dell'umore.

In questa storia dei già visti, con situazioni e dialoghi poco credibili, il cast risulta la nota più lieta: l'alchimia tra il già citato Nicolas Maupas e Martina Gatti è a tratti palpabile e il resto dei giovani attori è eterogeneo quanto basta, con tanto di spezzoni in primo piano e in bianco e nero a inframezzare la narrazione, durante i quali gli attori stessi espongono in camera le loro idee sull'amore. E troviamo poi Francesco Salvi nelle vesti di una simpatica macchietta, un senzatetto che diventa dispensatore di saggi consigli, sorta di improbabile guida spirituale per lo smarrito protagonista.