Gondola: la recensione del film che racconta l'amore senza una parola

Diretta dal tedesco Veit Helmer e ambientata tra le montagne della Georgia, una storia d’amore muta che è un puro atto di evasione sospeso tra realismo magico e una romantica quotidianità.

di Carlo Mansoni

Trasformare un semplice mezzo di trasporto in un palcoscenico per la poesia quotidiana. E' ciò che ha fatto il regista tedesco Veit Helmer con Gondola, il suo ultimo film da poco arrivato nelle sale italiane distribuito da Draka e Coccinelle Film Sales. Girato tra le montagne della Georgia, il film trae infatti la sua ispirazione dalle caratteristiche funivie montane del luogo, che a tutti gli effetti diventano le protagoniste di una storia lieve e incantata.


La trama, esile ma non banale, segue le vicende di due operatrici della cabinovia: Nina, una veterana un po' cinica (Nino Soselia), e Iva, la nuova arrivata dal carattere più ingenuo (Mathilde Irrmann). Ogni giorno le due ragazze si incrociano con le rispettive cabine mentre una sale e l'altra scende a valle. Quella che è la normale e sonnacchiosa routine lavorativa - parliamo di un villaggio abitato perlopiù da anziani brontoloni e animali che, con assoluta naturalezza, viaggiano in funivia come fossero passeggeri abituali - ben presto diventa per le due giovani l'occasione di incroci quasi magici, fatti di sguardi, sorrisi, piccoli gesti e camuffamenti delle due vetture, preludio a una piccola e tenera storia d'amore a distanza.


Il loro supervisore inflessibile, però, mal sopporta questo rapporto e decide di sabotare la loro unione... 

La scelta più audace e riuscita del film è l'assenza totale di dialoghi. Un silenzio che non solo intensifica la componente onirica della storia, ma avvolge di una tenerezza ancora più preziosa la relazione romantica che fiorisce tra Nina e Iva. Con un tocco di realismo magico, il regista dipinge il loro amore come un fatto naturale e giocoso, inserito in un contesto - le montagne della Georgia e i suoi borghi - dove lo spettatore si convince che tutto in fondo può accadere, basta volerlo e abbandonarsi alla poesia silenziosa dei luoghi.