La recensione de Il nemico, su Prime Video, in cui il futuro confonde umanità e intelligenza artificiale

La storia di una coppia diventa la storia del mondo, in un futuro spaventoso in cui dimostriamo di essere indifferenti nei confronti di ciò che conta davvero…

di Chiara Poli

Su Prime Video è disponibile dal 5 gennaio Il nemico (Foe in lingua originale), film di fantascienza in cui la Terra del 2065 sfrutta la tecnologia non per salvare il pianeta, ma per costruirne uno nuovo su cui trasferirsi. Mentre una coppia di sposi vive in un Midwest desertificato senza fare programmi per il futuro. Fino a quando uno sconosciuto si presenta alla porta e cambia per sempre le loro vite.

La trama de Il nemico (Foe)


2065. Gli abitanti della Terra convivono con i cambiamenti climatici che rendono molti territori inospitali e molti altri inabitabili. Tutto il mondo è in difficoltà, mentre la tecnologia avanza. L’Intelligenza Artificiale ha permesso di realizzare androidi - i cosiddetti sostituti umani - in grado di sviluppare una sorta di autocoscienza. Parallelamente, sono stati creati degli insediamenti umani nello spazio. Per offrire una via di fuga in caso di necessità, ma anche un nuovo inizio a chi vuole ricominciare.

Junior (Paul Mescal, Normal People) e Hen (Saoirse Ronan, Espiazione), marito e moglie, vivono nel Midwest. In una terra ormai desertificata in cui una volta c’erano molte fattorie con animali e coltivazioni, ma ora restano pochissime case, inclusa la loro. Una sera si presenta alla porta uno sconosciuto, Terrance (Aaron Pierre, Old), che dice di voler parlare della transizione. Alternative alla vita dell’uomo nello spazio. Hanno costruito una stazione spaziale, una sorta di loro pianeta. Lavora per la Outermore. E sostiene che i suoi ospiti abbiano vinto la lotteria per andare a vivere nello spazio… Ma non entrambi. E non è esattamente un premio, né è facoltativo…

La recensione de Il nemico: andare oltre la superficie per immergersi in una storia d’amore per ciò che resta del pianeta


Il pubblico non l’ha apprezzato a dovere, ma non mi stupisce. Perché Il nemico non è un film facile. È una grande, grande prova di recitazione - ampiamente superata - e di lenta discesa nella follia, in un’ambientazione che riesce a essere sterminata e claustrofobica al tempo stesso. E di questo va dato merito a regista e sceneggiatori.

Il nemico è la storia di una coppia che vive in simbiosi e viene costretta a separarsi. Un film d’amore. È la storia di una bugia, di un inganno. Ma è anche un film con un messaggio profondo. Già il fatto che nel 2065, col pianeta moribondo, esistano ancora gli allenamenti intensivi - Junior ci lavora e alcune sono sequenze abbastanza difficili da sostenere per chi è impressionabile - ci fa capire che piuttosto che rinunciare a una parte del nostro stile di vita siamo pronti a lasciare la nostra unica casa, la Terra. E l’unica cosa che siamo davvero pronti a fare è continuare a sostenere iniziative ormai del tutto inutili come i concerti per il clima. O le manifestazioni in cui tutti diciamo che bisogna fare qualcosa… Ma poi, nel concreto, una volta tornato a casa nessuno fa niente.

Poi c’è la selezione per gli insediamenti nello spazio. Una selezione non facoltativa, decisa dal Governo per far sì che persone di ogni estrazione e provenienza entrino a far parte del programma per fare, sostanzialmente, da cavie. Dimostrando il grado di adattamento a una nuova vita, non più sulla Terra, perché prima o poi se ne dovranno andare tutti.

Le riprese aeree della Terra, nei luoghi in cui vivono e si recano Hen e Junior, sono davvero impressionanti. E tristemente realistiche.

Il film di Garth Davis (Top of the Lake - Il mistero del lago), scritto dallo stesso Davis insieme a Iain Reid (Sto pensando di finirla qui) ci parla di intelligenza artificiale.

Un tipo di forma di vita autodeterminante, che riceverà tutti i dati sulle abitudini di Junior.

“La Outermore ha il dovere di occuparsi di chi si lascia alle spalle”.

dice Terrance. In questo senso, il nemico del titolo è il sostituto di Junior, l’entità - perché non è una persona - che si prenderà cura di Hen mentre lui non ci sarà. Negli anni in cui lei è condannata a restare da sola.

Un rimpiazzo di Junior - così lo definisce lo stesso Terrance - che porti avanti la fattoria e la famiglia.

Il nemico è un film sulla perdita d’identità, come nella fantascienza classica degli anni ’50. Una nuova storia sul genere L’invasione degli ultracorpi in cui l’invasione è - almeno parzialmente - consapevole e voluta.

Tutto è una sorta di esperimento. Ogni gesto, parola, ogni lacrima e ogni risata vengono osservate, catalogate, analizzate, archiviate. Mentre la vita vera e i sentimenti veri scorrono, gli scienziati brindano ai successi tecnologici. Mentre il dolore reale non si distingue più da quello che lo imita, la tecnologia inganna.

Ci sono tanti spunti di riflessione che derivano da Il nemico, tante declinazioni di chi sia davvero un nemico. Ma il filo conduttore del film, a prescindere dalla storia di due personaggi che vivono, amano, soffrono e mentono, resta sempre lo stesso. Il vero inganno siamo noi. Noi, che pretendiamo che “i politici” facciano qualcosa per il pianeta mentre non siamo nemmeno disposti a rinunciare a un piatto di pollo fritto. Noi, che accorriamo ai concerti per la Terra e continuiamo a vivere esattamente nello stesso modo in cui vivevamo prima, limitando la nostra presa di coscienza a due ore di concerto.

Il nemico è un film che richiede attenzione, con un finale che può creare confusioni in chi non ha seguito attentamente la storia. Non è stato compreso dal grande pubblico perché non è pensato per il grande pubblico… Ma gli appassionati di fantascienza classica e di film costruiti esclusivamente sui dialoghi e le emozioni apprezzeranno un prodotto pensato appositamente per loro.