Boneyard - Il caso oscuro: un mediocre b-movie ispirato a un crimine efferato

Un agente FBI, il capo della polizia e un detective indagano sul ritrovamento dei cadaveri di undici donne nel deserto del New Mexico. Con Mel Gibson e 50 Cent, su Prime Video.

di Maurizio Encari

Albuquerque, Nuovo Messico. Le forze dell'ordine rinvengono i corpi senza vita di undici donne, sepolti in una zona desertica della West Mesa. Le vittime, scomparse tra il 2001 e il 2005, sembrano essere tutte legate al mondo della prostituzione e del traffico di droga. Per profilare il serial killer responsabile di quella mattanza viene contattato l'agente speciale dell'FBI Petrovick, un veterano dai metodi poco ortodossi e con alle spalle un passato tormentato.

In Boneyard - Il caso oscuro, Petrovick deve collaborare con il detective Ortega e con il capo della polizia Carter in un'indagine "multi-agenzia" dove gli ego si scontrano e i metodi d'investigazione divergono. Mentre la squadra cerca di identificare il responsabile di quelli che la stampa chiama ormai "gli omicidi del Collezionista d'Ossa", una ragnatela di intrighi getta sospetti e sospettati in ogni direzione. Il caso si complica ulteriormente quando emerge l'inquietante possibilità che l'assassino possa essere uno degli stessi membri del dipartimento di polizia, trasformando tutti in potenziali nemici e minando la fiducia reciproca necessaria per risolvere il caso.

Boneyard: dalla tragedia allo schermo

Il film prende ispirazione da una tragedia reale irrisolta, con vittime reali che hanno nomi e cognomi, per ricamarvi sopra un b-movie di bassa lega, che non dimostra alcuna sensibilità nel maneggiare un materiale così delicato. La dedica finale "alle vittime degli omicidi di West Mesa" suona ipocrita e offensiva dopo novantasei minuti di cinema dozzinale, che sfrutta il drammatico pretesto alla base al fine di costruire un intreccio narrativo alquanto improbabile e rocambolesco.

La sceneggiatura, co-firmata anche dallo stesso regista Asif Akbar, è un pastrocchio narrativo che non sa dove vuole andare a parare. Si passa infatti dalla teoria del serial killer solitario a quella del poliziotto corrotto, fino all'ipotesi del traffico sessuale, senza mai approfondire alcuna di queste piste in modo convincente e organico. Il fatto che la trama si muova su due rette principali, con le indagini da parte del detective Ortega e quelle dell'agente dell'FBI che procedono ognuna per conto proprio, non riesce a dare organicità a un racconto che si perde progressivamente in una serie di incongruenze, castrando qualsiasi minima tensione o afflato introspettivo nella cura di figure monodimensionali.

Si cerca di dare loro maggiore profondità tramite qualche flashback, soprattutto per ciò che concerne il personaggio di un Mel Gibson che, pur svogliato, spicca per carisma in un cast altrimenti anonimo, dove gli altri ruoli principali sono affidati a 50 Cent e al misconosciuto Brian Van Holt.

Nulla da salvare

Sul piano tecnico, Boneyard - Il caso oscuro possiede tutte le caratteristiche di una produzione a basso budget che prova disperatamente a mascherare i propri limiti senza riuscirci. La fotografia di Joshua Reis opta per un look dai colori desaturati, nella speranza inespressa di comunicare aridità e decadenza, ma è la messa in scena nel suo complesso a pagare uno stile da brutta televisione anni Novanta.

Si percepisce costantemente che si sta guardando un qualcosa realizzato con pochi mezzi e ancor meno ispirazione. La stessa ambientazione di Albuquerque sembra completamente artificiosa: pur essendo girato effettivamente in New Mexico, il film non riesce a catturare minimamente l'atmosfera e l'identità del luogo. Nessun personaggio di origine messicana o ispanica in un dipartimento di polizia che nella realtà è composto in gran parte da persone di quella etnia, tanto che pure il detective Ortega - un cognome dalle chiare origini - viene assurdamente interpretato da un attore caucasico. Solo l'ennesimo erroraccio di un film pensato male e realizzato peggio.