A normal woman: su Netflix un thriller / horror indonesiano sul culto dell'apparire
In questa produzione Netflix, una donna dell'alta società vede il suo mondo dorato crollare a pezzi quando emergono segreti del suo passato dimenticato.
Milla è sposata da molti anni con Jonathan, rampollo di una ricca famiglia e proprietario di una casa farmaceutica, che promuove da tempo un integratore promettente miracoli chiamato Eternity Life. I due formano una coppia adagiata nel lusso più sfrenato, e vivono insieme alla figlia adolescente e all'invadente madre di lui, che non ha mai visto la nuora di buon occhio.
In A normal woman Milla non ricorda praticamente nulla della sua infanzia, e la madre di lei che continua a chiederle soldi per i debiti da gioco non fa che complicare la situazione. Al punto che la protagonista arriva ad avere una vera e propria crisi di nervi, con la comparsa di eruzioni cutanee sempre più invasive che arrivano a deturparle prima il collo e poi il viso. Ma quella che sembra inizialmente una crisi psico-somatica rischia di nascondere qualcosa di molto più inquietante, celato in quel passato misterioso...
A normal woman: dall'Indonesia con furore
Meno conosciuto rispetto ai j-horror, ai k-horror e ai thai-horror, il filone horror indonesiano in realtà è da almeno una decina d'anni che sforna dei film da non sottovalutare, indirizzati soprattutto a un pubblico di appassionati. Chi scrive consiglia di recuperare il fenomenale May the devil take you (2018), disponibile anch'esso su Netflix come il film di cui stiamo per parlarvi, ultimissima esclusiva del catalogo dal titolo A normal woman.
Qua i toni non sono proprio quelli da horror puro, bensì più tendenti a un thriller psicologico che scava nella crescente follia della protagonista, prossima a un punto di rottura e a scoprire una spaventosa verità su quando era soltanto una bambina, uno shock dimenticato pronto a riemergere in tutta la sua cruda violenza. Paure che si celano più nella mente che in un effettivo contesto spiritico, con i rimandi a una crisi di mezz'età sui generis che riescono a generare una discreta tensione narrativa, fino alla rivelazione di quella dolorosa verità, destinata a cambiare drasticamente le regole del gioco.
Il titolo enfatizza la condizione e relativa classe d'appartenenza di Milla, destinata per le convenzioni dell'alta società a essere una moglie e madre ideale: proprio quella costante ricerca in lei della perfezione, da parte del marito a sua volta succube di una madre opprimente, la consuma lentamente, fino a quel cambiamento fisico che coincide con una serie di macabre allucinazioni / visioni, spingendola a comprenderne le origini.
Un immaginario conosciuto
Non mancano naturalmente gli specchi che si infrangono, improvvise apparizioni figlie del classici jump-scare e personaggi di contorno che sembrano essere sempre un passo avanti: la sceneggiatura a conti fatti è relativamente prevedibile, con un epilogo che inoltre lascia alcune cose in sospeso senza introdurre un finale effettivamente soddisfacente.
Il fatto che la famiglia del marito, che la mantiene e la controlla, sia profondamente religiosa - al limite del fanatismo - è ulteriore elemento che poteva far propendere il racconto su una sponda sovrannaturale e se è pur vero che non tutto si fa ricondurre alla razionalità si preferisce mantenere il tutto su contesti più credibili rispetto alla media delle produzioni fantasmatiche a tema. Qui infatti sembra essere il culto della bellezza il vero spauracchio del racconto. L'introduzione del personaggio di Erika, mina vagante che apre le porte e squarcia il velo, permette di razionalizzare anche i flashback che ci accompagnano nell'infanzia della malcapitata, aprendo quel vaso di Pandora che non aspettava altro di essere infranto.
Il regista e co-sceneggiatore Lucky Kuswandi, al suo esordio nel genere dopo diverse commedie e drammi più commerciali, dimostra un certo polso nella gestione della messa in scena, potendo inoltre contare su un cast eterogeneo capitanato dall'intensa Marissa Anita, attrice tra le più popolari e gettonate della scena nazionale contemporanea. E A normal woman, nonostante non scevro da imperfezioni, saprà facilmente farsi apprezzare dal principale target di riferimento.