Su Steam una ondata di censure imposta dai fornitori di pagamento
Centinaia di giochi con contenuti controversi sono stati rimossi dalla piattaforma
Steam, il negozio digitale di Valve che è leader incontrastato nel settore del digital delivery per i giochi PC, non ha mai assunto una posizione particolarmente rigorosa riguardo i contenuti espliciti nei video game, dimostrando di volta in volta una certa apertura, una certa chiusura o perfino un atteggiamento contraddittorio. Da qualche giorno, c'è stato un nuovo giro di vite, che però parte da dei presupposti molto preoccupanti.
La rimozione dei giochi controversi
Steam ha appena rimosso dal suo sterminato catalogo qualche centinaio di giochi, in seguito a delle segnalazioni partite dalle compagnie che si occupano dei circuiti di pagamento sulla piattaforma. Ma non solo, perché Valve ha addirittura aggiornato la sua policy circa i contenuti ammessi sulla piattaforma, per escludere esplicitamente tutto ciò che non sia gradito alle suddette. Nell'elenco di "Cosa non puoi pubblicare su Steam" è stata infatti aggiunta la seguente voce:
15. Contenuti che possono violare le regole e gli standard stabiliti dai sistemi di elaborazione dei pagamenti di Steam e dalle relative reti di carte e banche, o dai fornitori di reti internet. In particolare, alcuni tipi di contenuti per soli adulti.
I giochi colpiti dal provvedimento presentano contenuti a dir poco controversi, come stupri e incesti, ma sono le modalità della loro rimozione a destare preoccupazione. Le compagnie che si occupano di pagamenti digitali sono in una posizione di forza rispetto a Steam e hanno dimostrato di poter decidere in una certa misura cosa possa essere pubblicato o meno sulla piattaforma. Ma l'aspetto più inquietante della vicenda è un altro.
Le campagne di Collective Shout
Tutto è partito dall'iniziativa di una organizzazione femminista australiana, Collective Shout, che vuol eradicare da Steam i video game che toccano temi come quelli citati sopra, più altri come le torture sessuali o la violenza sui minori. Come riportato da Vice, Collective Shout ha contattato i principali fornitori di pagamenti digitali, inclusi MasterCard, Visa e PayPal, per segnalare circa 500 giochi su Steam: oltre 400 sono stati rimossi nel giro di qualche giorno.
Sul proprio sito ufficiale, Collective Shout esulta per la vittoria ottenuta. Il problema, oltre al fatto già menzionato che le rimozioni siano state imposte da coloro che controllano i circuiti di pagamento, è che con le censure si rischia di colpire ben più di qualche shovelware pornografico: in passato, Collective Shout si è scagliata contro titoli quali GTA V o perfino Detroit: Become Human, reo di rappresentare scene di abusi su minori e violenza sulle donne.