Sony brevetta un sistema che consente di censurare tutti i giochi
Grazie all'IA, si potranno modulare i contenuti a seconda delle proprie esigenze

Che l'intelligenza artificiale fosse destinata a rivoluzionare il mondo del gaming (e non solo) lo avevamo capito già da un pezzo, ma la nuova frontiera della tecnologia potrebbe avere molte più applicazioni di quel che sembra. Ad esempio, Sony ha messo a punto un sistema che consentirebbe di moderare i contenuti controversi all'interno dei giochi, eliminandoli (o sostituendoli) a seconda dei desideri degli utenti.
Un chip per domarli, e nel buio censurarli
Il brevetto di Sony ci spiega il meccanismo di questo sistema automatico di editing video, basato sulla IA. Ci sono ben due processori dedicati a questa funzione, che analizzano gli output audio/video prima che vengano trasmessi all'utente e si servono dell'intelligenza artificiale per riconoscere i contenuti offensivi (gore, nudità, parolacce, uso di alcool etc...) e modificarli.
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Queste modifiche si svolgono in base a parametri che vengono stabiliti dall'utente finale. È interessante notare che l'utente, in alcuni casi, possa perfino scegliere se i contenuti taboo vadano semplicemente eliminati, oppure sostituiti. In altre parole, si può decidere se limitarsi a mutare le parolacce e nascondere alla vista le cose scabrose, oppure se inserire al loro posto contenuti audio/video generati dalla IA stessa.
L'opportunità di questa soluzione
Il sistema suggerito da Sony potrebbe rivelarsi utile in specifiche situazioni: ad esempio, un aracnofobico potrebbe evitare il rischio di trovarsi all'improvviso dei ragni giganti a schermo (e se avete giocato, chessò, a Skyrim piuttosto che a Resident Evil Rebirth, tanto per fare due esempi, allora sapete che possa accadere…). Ovviamente potrebbe servire anche ad adattare i contenuti ai minori.
Tuttavia, nel caso dei minori, la soluzione ottimale sarebbe forse quella di dare subito ai più piccoli giochi adatti alla loro età, invece di confidare nel potere della IA. Anche perché una censura che si spinge fino al punto di sostituire gli asset originali con altri creati dalla IA non può fare a meno di sollevare ulteriori questioni, inerenti all'integrità delle opere stesse.


