Il mistero di Sleepy Hollow – In 4K l'horror di Tim Burton
Spazio alla cinematografia di Emmanuel Lubezki, ma lo spettacolo Home Theater obbliga all'inglese

Quando nel 1999 Tim Burton arriva sul progetto Sleepy Hollow, trova finalmente la sua identità dopo alcuni anni di incertezze produttive. Il regista chiama Tom Stoppard a rifinire la sceneggiatura e a dare maggiore respiro al rapporto tra Ichabod Crane e Katrina Van Tassel, trasformando il racconto di Washington Irving in un gotico fiabesco, molto distante dalla fonte letteraria. Di fatto il film segna anche la fine di un periodo difficile per Burton, reduce da diversi insuccessi al botteghino (lo scarso successo di opere come Ed Wood e Mars Attacks!) e inaugura una fase nuova che gli consentirà di tornare a opere più ambiziose.
Anche qui però la storia resta il punto debole: l’indagine di Ichabod, qui reinventato come poliziotto razionalista spedito in un villaggio avvolto nel mistero, si perde in una trama troppo affollata di nomi, parentele e cospirazioni. L’intreccio procede a scatti, la relazione sentimentale appare poco naturale e il mosaico degli inganni locali è spesso confuso, fino a un finale che chiarisce solo in parte i meccanismi complottistici.
Fortunatamente Sleepy Hollow funziona magnificamente sul piano visivo, tanto da entrare nel novero dei cult. Burton crea un mondo tenebroso e poetico fatto di nebbie dense, boschi spettrali, mulini fatiscenti e memorie infantili disturbanti. Le sequenze d’azione con il Cavaliere Senza Testa sono tra le più ispirate della sua filmografia e l’atmosfera incantata del villaggio avvolge tutto il film. Johnny Depp offre un Ichabod nervoso, ironicamente buffo e deliziosamente fuori posto, perfetto all’interno del bestiario burtoniano.
Meno solido nella scrittura ma irresistibile nella messa in scena, Sleepy Hollow è ancora oggi un viaggio gotico esaltante: non un giallo da decifrare, bensì un’esperienza sensoriale guidata da un autore in uno dei periodi al vertice della sua immaginazione.

Balzo di qualità in avanti, ma solo per il video
Girato analogico 35mm su negativo a elevata sensibilità di luce (200 ASA), scan 4K e relativo master usato per la creazione di questa edizione UHD, che non manca di esaltare luci e colori desaturati portati in scena dal cinematographer Emmanuel Lubezki (I figli degli uomini, Gravity, Revenant). Formato immagine originale 1.85:1 (3840x2160/23.97p), codifica HEVC su BD-66 doppio strato. Immancabile la grana, parte della cifra stilistica dell'opera, rispetto al Blu-ray 2K si avverte da subito maggiore stabilità, accento sui particolari in secondo piano e sopra a tutto la fedeltà cromatica con elementi desaturati e la diversa dinamica delle luci. Merito del Dolby Vision e della possibilità offerta da una catena digitale che contempli un pannello 10 bit nativo. Quadro nettamente più organico e vicino alle intenzioni del regista e DOP.
Proposta a livelli minimi per l'audio, con Dolby Digital 2.0 (224 kbps) impossibilitato a sostenere l'esaltante quadro visivo, con una flebile stereofonia che favorisce giusto il parlato, finendo per far rimpiangere la vecchia edizione DVD con DTS, il che è tutto dire. Per accendere lo spettacolo è obbligatorio passare all'originale DTS-HD Master Audio 5.1 (24 bit), solo in tal caso ci si può immergere in una narrazione con transizioni esaltanti, bassi roboanti, dialoghi che favoriscono le voci in presa diretta e non di meno la musica del Maestro Danny Elfman.

Nessun extra sul disco 4K, sul BD-50 con la versione 2K sono presenti un paio di vecchi focus sulla produzione: “Dietro la leggenda” (30') con immagini dietro le quinte e interventi di parte di cast e troupe, alla scoperta di Burton sui set; “Riflessioni su Sleepy Hollow” (11') sulla genesi della produzione. Sottotitoli in italiano. Sovracoperta cartonato.


