Scream 3 – Recensione della seconda edizione Blu-ray 4K italiana

Prima edizione 2 dischi, il 4K vince a mani basse sul 2K almeno per la parte video

di Claudio Pofi

Con Scream 3 si chiudeva l'allora trilogia di Wes Craven, con un risultato ben lontano dall’energia e dall’intelligenza del primo capitolo. Quella che era nata come una brillante rilettura del genere slasher si riduceva a mero esercizio stanco e ripetitivo, privo di sorprese reali e incapace di rinnovare la formula.

La trama porta i protagonisti a Hollywood sul set di Stab 3, dove gli attori vengono assassinati nello stesso ordine previsto dalla sceneggiatura. Sidney Prescott (Neve Campbell) appare solo a metà film, mentre la prima parte è dedicata a Dewey "Linus" (David Arquette) e Gale Weathers (Courteney Cox), buttando praticamente via attori come Liev Schreiber. L’assassino lascia sul luogo del delitto foto della madre di Sidney, costringendola a uscire dal suo isolamento. La storia si trascina fra colpi di scena poco credibili, personaggi ridotti a caricature di se stessi e un finale forzato. I camei di Jay e Silent Bob e di Carrie Fisher regalano un sorriso (ma nel cast ricordiamo Roger Corman, Patrick Dempsey e Lance Henriksen), senza però risollevare il tono generale.

Doveva essere il capitolo finale di una trilogia

La tipica ironia, le citazioni cinefile e i dialoghi ironici sono ormai logori, quanto all’elemento horror prevalgono i soliti jumpscare più che una tensione autentica. Scream 3 resta ancora oggi l’anello debole della trilogia originale: difficile da decifrare senza aver visto poco prima i due precedenti, opera che invece di chiudere in grande stile conferma la regola non scritta che il terzo capitolo è spesso il più deludente.

Girato interamente analogico (Panavision Panaflex Platinum) su negativo a elevata sensibilità (200 e 500 ASA), si è partiti dal master 4K nativo del 2023 per sviluppare questa nuova edizione 2.35:1 UHD (3840 x 2160/23.97p), codifica HEVC su BD-66 doppio strato. Passo avanti nella qualità, con immagini non più digitali come nel precedente Blu-ray 2K, ritrovando l'organicità della pellicola e della cinematografia di Peter Deming (Mulholland Drive, Strade perdute). Benché permangano elementi in secondo piano che si vorrebbe più contrastati e definiti, la resa qui è eccellente, merito anche del Dolby Vision.

Dolby Digital 5.1 (640 kbps) per l'italiano, appena sufficiente a un vero ascolto multicanale, incapace di ingranare la giusta marcia specie dal fronte posteriore, favoriti se non altro i dialoghi. Non reference ma pure sempre esaltante l'originale DTS-HD Master Audio 5.1 (24 bit), l'unica traccia capace di sostenere la narrazione nei momenti di fiacca, tra noia e confusione nel cercare di ricordare gli eventi passati.

Nessun extra sul disco 4K. Incluso il BD-50 con la versione 2K e i vecchi extra, ricordando il commento al film del regista assieme alla produttrice Marianne Maddalena e il montatore Patrick Lussier, finale alternativo, dietro le quinte ed errori sul set. Sovracoperta cartonato non embossed, già pubblicato in edizione 4K steelbook singolo disco.