Resident Evil 5 e razzismo - Secondo Round!
Molti di voi sicuramente ricorderanno lo scandalo che si creò alla prima presentazione di Resident Evil 5, svariati anni fa. Esatto, intendiamo proprio l'accusa di contenuti razzisti. Dopo che tanti (finti) perbenisti hanno attaccato Capcom senza sosta, finalmente si mostra ufficialmente colui che sembra volerla difendere. Glenn Bowman, insegnante del dipartimento di antropologia all'università di Kent, dopo aver giocato a porte chiuse i primi tre livelli di gioco risponde così: "Capcom doveva trovare qualcosa da usare come minaccia, e questa volta é l'Africa. Cosa c'é di male in questo? Niente, considerando che nel prequel l'ambientazione usata fu la Spagna, e lì nessuno alzò alcun polverone. Semplicemente, anche questa volta, hanno raccolto tutti i tratti distintivi di un luogo e li hanno esagerati, così da renderli più spaventosi. Come avevate spagnoli impazziti che vi lanciavano contro arnesi affilati di ogni tipo, questa volta abbiamo gli africani, tutto qui. Se il prossimo Resident Evil fosse ambientato in Finlandia, scommetto che nessuno griderebbe allo scandalo, perché nessun reale finlandese sarà offeso o chiamato in causa. Quello che intendo dire é che lo scopo degli sviluppatori era quello di prendere un posto a random e di riempirlo di assassini armati e pericolosi, come succede in qualunque altro gioco". Parole sante, Glenn.


