Larian Studios: è polemica per l'uso della IA nello sviluppo

Sven Vincke ha toccato un nervo scoperto

di Davide Tognon

Ci sono alcuni argomenti che risultano particolarmente indigesti al popolo dei gamer, come ad esempio i giochi che integrano la tecnologia blockchain, oppure il ricorso all'intelligenza artificiale generativa durante lo sviluppo. Se uno studio mostra apertura riguardo questi argomenti, allora dovrà prepararsi a ricevere una reazione negativa: non si scappa, nemmeno se quello studio si chiama Larian ed ha firmato un titolo di culto come Baldur's Gate 3.


Sven Vincke chiarisce l'uso della IA

Giusto ieri abbiamo segnalato una intervista a Sven Vincke, il quale ha parlato della prossima opera di Larian Studios, Divinity. Fra i vari argomenti toccati nell'intervista c'è anche l'utilizzo dell'intelligenza artificiale nello sviluppo, un passaggio che non abbiamo riportato perché non particolarmente rilevante… almeno finché non è giunto alle sensibili orecchie di una certa parte della comunità videoludica.

In rete sono partite le critiche, con accuse più o meno velate a Larian di voler sostituire gli artisti in carne ed ossa con la IA. Se conoscete un po' Sven Vincke, allora sapete che si tratti di una persona che non le manda certo a dire: con un messaggio dai toni coloriti, il boss di Larian dichiara che il suo studio impieghi ben 72 artisti, 23 dei quali sono concept artist, con l'intenzione di assumerne di altri.

Questi artisti si servono della IA generativa per ottenere dei riferimenti, in maniera non dissimile da come accede quando fanno una ricerca su Internet o sfogliano un libro. L'IA ha quindi una funzione meramente "consultiva", le concept art di Larian sono realizzate dagli umani. Il messsaggio di Vincke si chiude con una frase emblematica: (gli artisti) possono sperimentare con questi strumenti per rendere le loro vite più facili.