Georgia (USA), i residenti accusano Meta di prosciugare l’acqua

In Newton County, Georgia, una coppia ha denunciato gravi problemi idrici da quando Meta ha costruito un enorme data center a meno di 400 metri dalla loro casa. Beverly e Jeff Morris raccontano che dal 2018 i loro rubinetti hanno iniziato a seccarsi: oggi ben 2 non funzionano più e l’acqua rimasta è densa di sedimenti. Dopo aver speso 5.000 dollari in riparazioni, non possono permettersi di sostituire il pozzo, che costerebbe 25.000 dollari. «Ho paura a bere la nostra acqua», ha dichiarato Beverly al New York Times. Meta respinge ogni responsabilità.

Il problema però sembra riguardare l’intera contea, con oltre 120.000 abitanti. Un rapporto ufficiale indica che entro il 2030 Newton County rischia un deficit idrico, con possibili razionamenti se le infrastrutture non verranno potenziate. Già ora le tariffe dell’acqua sono destinate a crescere del 33%, molto più del consueto 2% annuo, secondo il sindaco di Mansfield, Blair Northen.

Meta ha respinto ogni responsabilità

La corsa all’intelligenza artificiale sta infatti amplificando l’impatto ambientale dei data center. Strutture come quella di Meta consumano circa 500.000 galloni d’acqua al giorno; nuovi progetti potrebbero arrivare a diversi milioni. Un’azienda ha chiesto permessi per 9 milioni di galloni quotidiani, l’equivalente di 30.000 famiglie, ha spiegato Chris Manganiello di Chattahoochee Riverkeeper.

Gli esperti avvertono: le big tech scelgono località con energia a basso costo senza valutare concretamente la disponibilità d’acqua. A differenza dell’elettricità le risorse idriche non si possono semplicemente “importare”: Newton County dipende interamente da un bacino rifornito solo dalle piogge.