Final Fantasy VII Rebirth: Hamaguchi difende il Yellow Paint
Una scelta di design imprescindibile per il game director
Yellow Paint è un termine tecnico con cui si definiscono quelle parti della grafica che vengono evidenziate con un colore molto accesso e facile da individuare - solitamente il giallo, da cui il nome, ma a seconda delle circostanze può essere il rosso, il verde o il magenta - così che il giocatore non corra il rischio di passarci accanto senza notarle.
La tecnica talvolta è utilizzata in maniera sottile, ad esempio quando ad essere di colore giallo sono solo determinati elementi della grafica del gioco, mentre altre volte è smaccatamente evidente, tanto da apparire effettivamente come una pennellata di vernice gialla che sembra voler dire al giocatore: "Ehi, amico: si passa da qui!".
In questa seconda casistica ricade anche Final Fantasy VII: Rebirth: il secondo capitolo del Remake, infatti, mettendo i giocatori al cospetto di ampie regioni di open-world ha implementato le pennellate per evidenziare i percorsi su cui è possibile arrampicarsi, una scelta che non tutti hanno apprezzato sotto il profilo estetico.
Naoki Hamaguchi difende il Yellow Paint su FFVII Rebirth
L'argomento è arrivato alle orecchie di Naoki Hamaguchi, game director, che ai microfoni di Gamesradar motiva così la scelta di design: "Penso che in un gioco ci sia definitivamente bisogno di questo genere di cose in un sacco di casi. Pensiamo a diversi esperimenti di sviluppo ovvi, proviamo diverse cose cercando quella che funziona meglio, quella che si adatta meglio, il modo migliore di fare quella cosa nel gioco. La necessità di accompagnare in giro i giocatori da una prospettiva di gameplay e mostrare loro cosa possono fare e cosa hanno bisogno di fare in certi casi è assolutamente necessaria. Penso quindi che sia ovvio che ci sia un dibattito su come è fatto, a che livello e come funzioni. E che ci sia ancora gente che dice: 'no, non ci sta bene! Non ci piace!'. È giusto, ma penso che ci fosse veramente una necessità qui, ed è qualcosa su cui vale veramente la pena soffermarsi."
Hamaguchi parla con l'esperienza di player-experience monitorata in centinaia di ore di Alpha e Beta testing, in cui evidentemente è emerso che senza l'aiutino troppi giocatori si trovassero persi o semplicemente non individuassero i percorsi più importanti. Final Fantasy VII Rebirth - di cui vi ricordiamo la nostra Recensione - non è certamente il primo e sicuramente non sarà l'ultimo gioco ad adottare soluzioni simili...
...e poi a ben pensare già l'originale Final Fantasy VII aveva la possibilità di evidenziare i passaggi: giudicate da soli: