Robin Hood: quali aspettative per il ritorno dell'arciere di Sherwood?
Andiamo a scoprire i primi due episodi della nuova serie dedicata all'iconico eroe popolare britannico, con Sean Bean nelle vesti di sceriffo di Nottingham. Su MGM+.
Ambientata alla fine del dodicesimo secolo, quando Enrico II il Plantageneto siede ancora sul trono, la serie ci trasporta in un'Inghilterra dominata dai Normanni che opprimono la popolazione sassone, la quale resta in ogni caso fieramente ancorata alle sue origini e a quella religione pagana che regola la vita nei boschi. Tra le vittime di questa situazione segnata da ingiustizie e soprusi vi è Hugh Loxley, al quale il subdolo conte di Huntingdon ha confiscato le terre, costringendolo a vivere con la famiglia in una capanna nella foresta di Sherwood.
Lì per intromissione dello sceriffo di Nottingham e per evitare conseguenze ben peggiori per l'amata moglie e il figlioletto Robin, Loxley fa buon viso a cattivo gioco e accetta l'incarico di guardaboschi reale. Passano gli anni, Robin diventa un baldo giovane e prodigio con l'arco, attirando l'interesse, ricambiato, della bella Marian, figlia del conte nemico di suo padre. Sarà proprio quest'ultimo, tramite l'inganno, a spingere lo sceriffo prima ad arrestare il genitore e poi condannarlo all'impiccagione per aver ucciso un uomo in un atto di legittima difesa. Sarà allora che Rob giurerà vendetta e per la gente di Sherwood nulla sarà più come prima.
Sguardo accattivante, occhi da birbante, cuore scintillante
La prima domanda che sorge spontanea è: c'era veramente bisogno di un'altra reinterpretazione di Robin Hood? L'arciere di Sherwood è stato portato talmente tante volte su piccolo e grande schermo che ogni nuovo adattamento rischia di apparire superfluo, dovendo inoltre fare i conti con le principali pietre di paragone che si sono approcciate all'eroe popolare della letteratura britannica. Ad oggi non possiamo ancora dare una risposta netta, giacché sono usciti soltanto due dei dieci episodi che andranno a comporre la prima stagione, ma è comunque possibile farsi un'idea da queste prime due ore di visione, distribuite in esclusiva su MGM+.
Soltanto i puristi faranno caso al fatto che le riprese sono state girate in Serbia e non in quell'Inghilterra che avrebbe fatto da reale sfondo alle vicende di questo simbolo degli oppressi. In ogni caso il mix tra forti, castelli e foreste garantisce la corretta ambientazione a tema, dove mettere in scena la disfida tra sassoni e normanni e l'eterna antipatia tra Robin e lo sceriffo di Nottingham, interpretato per l'occasione da un Sean Bean che quando si cala in ruoli cavallereschi offre sempre il meglio. Il background storico è introdotto da alcune scritte in sovrimpressione all'inizio della prima puntata, una scelta forse fin troppo facile ma necessaria per evitare spiegoni verbosi che avrebbero tolto respiro proprio agli episodi d'apertura, ovvero quelli aventi il compito di tracciare le coordinate di quanto a venire prossimamente e incuriosire il pubblico a tal riguardo.
Robin Hood, un eroe per tutte le stagioni
Per ora a livello di battaglie e schermaglie si è visto ancora poco ed è perciò presto per esprimere un giudizio, ma costumi e scenografie, incluse per l'appunto le numerose sequenze girate nel cuore della natura, sembrano poter garantire un impatto estetico di discreto livello, lasciando intravedere ottime potenzialità anche dal punto di vista stilistico. Dietro la macchina da presa di metà degli episodi troviamo d'altronde Jonathan English, autore del sottovalutato b-movie epico Ironclad (2011), che vi consigliamo di (ri)scoprire.
Laddove invece l'operazione potrebbe pagare qualche velleità è nella gestione narrativa dei personaggi principali, che sembra basarsi su una certa rigidità schematica. Lo sceriffo di Nottingham pare qua più succube del crudele conte che l'effettivo villain della storia, mentre le figure femminili - non soltanto lady Marian, ma anche la sua amica nonché figlia dello sceriffo Lydia - potrebbero cadere vittima di diversi cliché, con inoltre l'attesa per scoprire come verrà sfruttata l'altra guest-star della serie, ovvero Connie Nielsen nei panni di Eleonora d'Aquitania.
Possiamo quindi osservare come di carne al fuoco ve ne sia parecchia, certamente nulla che sembri in grado di rinnovare una leggenda da tutti amata e conosciuta ma con le potenzialità per attirarsi il gradimento di quel pubblico sempre a caccia di storie epiche e di eroi da supportare nella sempiterna lotta contro il male.