Tales of Symphonia

Tales of Symphonia
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Era il gennaio del 1996 e, come avvenne per la genesi di tante saghe videoludiche, il Super Famicom ospitava l'avvento di uno dei giochi di ruolo nipponici più belli di sempre: Tales of Phantasia. Quel gioiello ludico si contraddistinse dalla folta schiera di concorrenti e per brillante stile grafico e, soprattutto, per un sistema di combattimenti assolutamente frenetico, divertente e visivamente superlativo. Qualche anno più tardi (circa tre) la Playstation apriva le porte al suo successore: Tales of Destiny, narrante le avventure di Stahn Aileron, dei suoi compagni e delle spade senzienti. Tales of Eternia prima ed il secondo Tales of Destiny su Playstation 2 poi, aumentarono fama e cerchia di sostenitori della serie al cui novero vanno peraltro aggiunti i tre Tales of The World (apparsi su Game Boy Advance). Adesso è finalmente approdato su lidi cubici l'ultimo tassello di un così glorioso mosaico, e se in fase d'anteprima si era presentato Tales of Symphonia come un evento ludico non di secondo piano, la recensione vuol confermare ciò sin dall'inizio. Si evidenzi inoltre come questo esponente della celebre serie sia il primo ad apparire in suolo europeo (e terzo ad essere trasposto da ideogrammi a caratteri latini), con tanto di traduzione italiana (invero ben effettuata) e di una speranza per il futuro: che non rappresenti un'eccezione, ma che da oggi in poi sia un'apparizione consuetudinaria (e miglior esordio, per un episodio che incanala e migliora tutti i pregi strutturali della saga, non poteva davvero esserci).

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L'essenza del Mana, con tale nome ha inizio il preludio, è il sangue vitale del mondo ed un tempo vene ed arterie attraverso le quali scorreva erano costituite dalle profonde radici di un albero colossale. La sacralità di quest'ultimo, nel corso di una guerra degli antichi giorni, venne distrutta e la dea Martel, rabbuiata dall'atto, sprofondò nel sonno lasciando agli Angeli il compito di destarla al giungere dell'ora più cupa. Da allora un dovere incombe sulle vite dei prescelti: mettersi in viaggio, recarsi verso la torre che tocca le cime dei cieli e rigenerare nuovamente la terra natia. Colette Brunel, in un remoto villaggio immerso nel verde (Iselia), sa di essere la predestinata ed in compagnia dei suoi amici d'infanzia, Lloyd Irving (spadaccino allevato da un nano) e Genis Sage (elfo fratello della professoressa locale), attende quotidianamente il tempo in cui iniziare l'agognato pellegrinaggio. Quel giorno è alle porte e la condurrà ben presto in un viaggio memorabile, ritmato dal dualismo e dall'instabilità che da sempre circondano il mondo di Sylvarant, la cui esistenza, si apprenderà, dipende vicendevolmente dalle speculari lande di Tethe'alla.
Una trama indubbiamente di ampiezza notevole (il cui evolversi viene riportato e riassunto meticolosamente nella "Sinossi"), con temi maturi e spesso duri, caratterizzata da un'incombente dubbio morale e che, per quanto non manchino alcune scelte concettuali se non altro discutibili, oltre ad essere garante di decine e decine d'ore di gioco (dispensate in due mini-DvD) è permeata di un'atmosfera il cui ruolo è fondamentale. Si pensi a tal proposito al contrasto positivo dettato dalla compresenza della tragicità che il racconto col tempo vuole acquisire e della presunta spensieratezza del Cel Shading (qui adottato per un character e monster design fra i più encomiabili degli ultimi anni). Si affianchi al tutto l'accompagnamento musicale delle pregevoli composizioni, sempre adeguate ai vari contesti, ed i magistrali filmati formato anime costruiti sul tratto di Kosuke Fujishima. Si sommi infine ciascuno di questi addendi nell'ordine d'importanza che più si preferisce ed il risultato sarà un esponente del genere capace di primeggiare su più di un altisonante antagonista di questa generazione.


Un'esperienza videoludica tuttavia non può essere giudicata esclusivamente sulla trama e su quanto attorno ad essa graviti, un reparto in fondo che a stento potrebbe dimostrarsi bastevole e, meno che mai, perfetto. Tales of Symphonia, fortunatamente, nel rispetto del nome che porta sa dimostrarsi pienamente efficiente sul lato del divertimento profuso. Esso offre soprattutto un sistema di combattimenti votato all'azione ed al contempo alla riflessione, con il tasto A adibito all'attacco fisico, quello B a più efficaci tecniche e con le inclinazioni delle leve analogiche (C inclusa) dettanti le varie alternative offensive e non. Premendo infine Y ed X si accederà rispettivamente ai menu e si limiterà, in posa di difesa, il danno ricevuto. Dei quattro componenti del party, uno solo è gestibile e con esso occorrerà all'uopo difendersi, schivare, muoversi e menare fendenti nel miglior modo possibile; i restanti tre possono essere invece "istruiti" sulla tattica generale da adottare (allineamento, frequenza nel curare o nel contrattaccare e via di questo passo) oppure, scelta maggiormente auspicabile, con l'aiuto di altri tre amici potranno essere affidati al controllo di quest'ultimi e delle rispettive porte joypad.

Con tali determinanti, in definitiva, affidare al caso (leggasi pressione scollegata dei tasti) il buon esito delle belligeranze significherebbe perdersi gran parte della grandezza del sistema che, come se non bastasse, offre combo, unisoni e premia con la crescita di livelli, del grado (utile per talune compravendite) e Gald (l'unità monetaria vigente nell'universo Tales). I nemici sono sempre visibili, elidendo le frequenti lamentele inerenti la casualità degli scontri, ed è pertanto possibile affrontarli o meno con le conseguenze che nell'evitarli troppo si avrà a che fare vieppiù con una maggiore difficoltà ed al contrario darsi al frequente "level up" equivarrebbe ad una strada spianata di numerosi ostacoli (la difficoltà delle battaglie è comunque modificabile a proprio piacimento fra media ed alta). L'esplorazione presenta dal canto suo, su intercessione delle vicende narrate, dei bivi (dimostrandosi così non lineare) e si distribuisce basilarmente fra tre canoniche tipologie di locazioni: mappa del mondo, borghi abitati e dungeon. Né mancheranno alcuni enigmi ausiliari per la risoluzione dei quali basterà talvolta una consueta riflessione, talvolta uno spostamento di casse (o varianti) e spesso il corretto utilizzo dell'Anello Stregone (rinvenuto nel tempio di Martel ed a cui infondere di volta in volta determinati poteri). Sparsi per il mondo vi sono inoltre non pochi segreti fra i quali emergono gli incontri col "cuoco delle meraviglie" (pronto ad insegnare ricette dall'effetto benefico), alcuni minigiochi, immancabili sottomissioni facoltative e soprattutto gli "Sketch". Quest'ultimi rappresentano una sorta di scene per così dire secondarie, trattanti dei temi fra i più svariati ed accessibili alla pressione, qualora ne appaia su schermo l'icona, del tasto Z. Non solo leggerne il testo dipende dalla libera scelta del giocatore, ma essi contribuiscono ad orchestrare ulteriormente una sceneggiatura che nel suo sviluppo principale offre tanto un reparto vocale anglosassone di quantità e qualità sopra la media comune, quanto dei personaggi curati pregevolmente sotto ogni aspetto.

Tales of Symphonia
9

Voto

Redazione

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Tales of Symphonia

Da una parte un battle system frenetico, a base di unisoni, rapide combinazioni ed al contempo ponderate scelte (schivare, parare, contrattaccare, fare uso di tecniche e via di questo passo), dall'altra un'esplorazione che sebbene suddivisa in maniera canonica per quanto concerne le locazioni, è capace di offrire, per intercessione della magistrale trama (garante di personaggi ideati in maniera encomiabile), interessanti bivi ed enigmi ausiliari.
In fase d'anteprima si era presentato Tales of Symphonia come un evento ludico non di secondo piano; la recensione vuole confermare sin dall'inizio il tutto, evidenziando inoltre come questo esponente della celebre saga Namco sia il primo ad apparire in suolo europeo (e terzo ad essere trasposto da ideogrammi a caratteri latini), con tanto di traduzione italiana (ben effettuata) e di una speranza per il futuro: che da oggi in poi sia un'apparizione consuetudinaria (e miglior esordio, per un episodio che incanala e migliora tutti i pregi strutturali della saga, non poteva davvero esserci). Intanto i fruitori della console Nintendo hanno la possibilità di godersi, magari in compagnia dell'atipico e splendido "Paper Mario e il portale millenario", uno dei più riusciti J-Rpg degli ultimi anni.