Rule of Rose

di Mario Christopher Valenti
Devastante nella sua prima uscita nipponica, anche se non particolarmente rivoluzionario, Rule of Rose è stato additato da molti come un possibile nuovo erede per quel capolavoro horror che risponde al nome di Silent Hill. Del resto il padre putativo di questo survival horror Sony è lo stesso Keijiro Toyama che ha firmato non solo il primo capitolo della quadrilogia Konami, ma anche due capitoli della serie Siren, riuscendo ad apportare sostanziali modifiche al genere. Dapprima totalmente bandito sia in Europa che negli Usa a causa di alcune scene forti e argomenti trattati poco ingesti al mercato videoludico (pedofilia, omosessualità e violenza infantile sono solo alcune delle tematiche più forti di Rule of Rose); oggi invece, ben accetto anche se a quanto pare non esente da censure. Atteso negli Usa per fine agosto, Rule of Rose si appresta a sbarcare nel mercato italiano nella seconda metà di Ottobre.

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Londra 1930, Jennifer è poco più di una ragazza, durante un viaggio in autobus si ritrova vittima di un innocente scherzo opera di un misterioso bambino, che la porta a pedinarlo fino ad un desolato collegio; successivamente verrà catapultata in un universo di perversione concatenata alle figure infantili apparentemente innocenti. Dinanzi alla "Aristocrazia del Pastello Rosso", Jennifer viene indotta a compiere atti poco ortodossi e a confrontarsi con bambini tutt'altro che docili e simpatici, organizzati in una scala sociale in cui si è sempre in continua salita. Quello che effettivamente è un viaggio nel proprio inconscio, un continuo scavo nel proprio passato viene metaforicamente rappresentato come una lunga odissea su di un'imponente e terrificante dirigibile che si manifesta come alternativa dimensione al collegio. Poco alla volta i dubbi si dissolveranno, lasciando sempre più prepotentemente spazio a veri e propri sconvolgenti colpi di scena fino ad un ultimo e decisivo scontro.

Dopo veri e propri punti di riferimento del genere (Silent Hill 2, Haunting Ground e Resident Evil Rebirth tanto per fare alcuni nomi) è ormai facile orientare i propri sforzi per garantirsi un sicuro successo. Eppure Rule of Rose pur non proponendo una stupefacente realizzazione tecnica ed un gameplay originalissimo ha tutte le carte in regola per risultare agli occhi dei fans del genere almeno un'ottima alternativa ai già citati capolavori, imponendo come veri e propri cavalli di battaglia l'atmosfera, la sceneggiatura, la complessità tematica e qualche piccola chicca originale, ma tutt'altro che leziosa. Se graficamente il lavoro svolto dai Punchline svolge egregiamente il suo lavoro presentando buone composizioni tridimensionali o ottime animazione dei personaggi in gioco (peccato per la scarsa presenza dell'aliasing) e se anche da un punto di vista prettamente sonoro riesce a sorprendere per la qualità delle composizioni, è forse il gameplay a rappresentare il tallone d'achille intera produzione.


La poca libertà d'azione, la ripetività delle azioni da compiere e la generale volontà di restare ancorati agli stilemi classici del genere, limita non poco la scalata al successo di Rule of Rose. In un genere già di per se assai limitato da imbastiture dure e severe, Rule of Rose potrebbe dirsi addirittura il titolo più schematico e costrittivo, presentandoci un gameplay particolarmente simile a quanto visto in Silent Hill 2 (con l'aggravante dei 4 anni passati tra le due produzioni) con la sola aggiunta della fida collaborazione col cane e di qualche altra blanda novità, (come lo scambio merci alla porta della dinastia e la continua caccia al tesoro) danneggiato, purtroppo, da molteplici limiti che in parte potrebbero minarne il gradimento da parte del pubblico.

Quello che è già divenuto per il pubblico orientale un piccolo cult dell'horror psicologico, è atteso da noi come uno dei maggiori eventi d'atmosfera di quest'anno specie dopo l'ottimo risultato ottenuto da Siren 2. Ciò che vi legherà a Jennifer e ai nefasti bambini è una delle maggiori composizioni narrative dell'ultimo periodo videoludico, vera e propria lacuna dei titoli più recenti. La doppia anima di Rule of Rose è riassunta dal classico postulato "O si ama o si odia". Da una parte una gameplay ormai statico e poco innovativo che potrebbe irretire chi cerca la novità dietro ogni angolo. Dall'altra una storia avvincente, ben costruita e raccontata, che affronta forse per la prima volta, temi "adulti" e realmente inquietanti. La capacità di far riflettere e non solo divertire, sono tutti punti per cui potrebbe valer veramente la pena acquistare questo Rule Of Rose. Attesa, per il momento solo negli USA, anche la magnifica colonna sonora opera del grande Yutaka Minobe (Skies of Arcadia e Panzer Dragon su tutti). Jennifer e malefici bambini del collegio sono pronti a giocare! E voi?

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