R.U.S.E.

di
Inganno, sotterfugio, stratagemma. Ruse, appunto, nella lingua di Albione. La scelta di un titolo del genere dovrebbe già dirvela lunga sullo stile di gameplay adottato dal nuovo RTS di Ubisoft, realizzato da Eugen Systems. Accantonata per una volta la micro gestione di risorse e strutture, e soprattutto messo in naftalina il tank rush una volta per tutte, l'RTS con Ruse sembra voler finalmente voltare pagina, puntando maggiormente sull'abilità individuale di ciascuno stratega, più che sulla capacità di digitare complesse sequenze a memoria di shortcuts, scodellando sulla mappa legioni di unità d'assalto in grado di travolgere avversari meno smaliziati.

In questo senso, il titolo Eugen strizza maggiormente l'occhiolino al pubblico più adulto, mettendolo in qualche modo al riparo nei confronti della pletora di adolescenti coreani e anglosassoni monomaniaci che infestano spesso e volentieri i server online, rendendo proibitiva per chiunque non abbia decine di ore da dedicare all'addestramento, qualsiasi esperienza multiplayer in rete.

La guerra aerea riveste un aspetto fondamentale della strategia, ovviamente.
La guerra aerea riveste un aspetto fondamentale della strategia, ovviamente.
Inganni come questo rappresentano un aspetto fondamentale del gioco.
Inganni come questo rappresentano un aspetto fondamentale del gioco.
Si avanza, con il mare da un lato e il deserto dall'altro...
Si avanza, con il mare da un lato e il deserto dall'altro...


Scaricata come molti di voi la Beta del gioco via Steam, ed iniziati i doverosi test per mettere alla prova le molte promesse accampate nei comunicati stampa, sono uscito dall'esperienza con la convinzione che stavolta Ubisoft potrebbe aver puntato su un cavallo davvero vincente. Una volta compresi i meccanismi essenziali, infatti, appare chiarissimo anche a chi dovesse affacciarsi per la prima volta all'esperienza RTS, che Ruse é un titolo particolare e innovativo. Il ritmo, tanto per cominciare, non é quello frenetico cui tanti concorrenti ci hanno abituato nostro malgrado, obbligandoci a virtuosismi mozartiani sulla tastiera pur di star dietro ai nostri avversari virtuali dall'altra parte del cavo telefonico.

Il che non é male, vista l'estensione impressionante delle mappe di gioco, larghe e lunghe chilometri e chilometri senza che tuttavia si provi mai la sensazione frustrante di essere in procinto di perdere il controllo, o di ritrovarsi con troppe cose da fare per le mani. Questa caratteristica non mancherà di rendere il gioco più appetibile per la folta schiera degli appassionati non-hardcore, che non hanno il tempo fisico, pur non disdegnando qualche partita ogni tanto, di fare dell'esperienza videoludica l'occupazione quotidiana principale. L'aver in qualche modo rallentato la freneticità abituale dei giochi di strategia, tuttavia, rientra in un progetto ben determinato di gameplay, e non risulta mai penalizzante di quanti, invece, campano seduti di fronte al video, interrompendo le battaglie virtuali solo se spinti da improcrastinabili necessità biologiche. Ruse é coinvolgente e immersivo, infatti, e tutt'altro che superficiale nell'approccio strategico di fondo, come stiamo per vedere.

Un altro coraggioso colpo di spugna riguarda la fog of war. Croce e delizia dei generali virtuali di tutto il mondo, simula la non conoscenza del terreno e dello schieramento nemico che affligge un condottiero. Avendo letto qualcosina di storia militare qua e là, a parte le baggianate socio-impegnate del Camera-Fabietti scolastico, facevo fatica a comprendere come si potesse ignorare il fatto che, nell'era moderna, lo spionaggio e la ricognizione regalavano sempre qualche notizia, anche se non sempre precisa e del tutto attendibile, sulla situazione delle forze nemiche sul campo. Senza contare che la cartografia già da qualche secolo consente a chi si avventura in un dato territorio di conoscere qualcosa in più dell'antico hic sunt leones sulle sue caratteristiche orogeografiche.




Ruse sposa questa logica inoppugnabile e consente a tutti i contendenti di vedere la mappa di teatro per intero, e di conoscere qualche informazione di massima sulla posizione del nemico. Il che non vuol dire che uno possa scommettere il suo trattamento di fine rapporto sul fatto che il grosso dell'armata avversaria si trovi in un dato punto (anzi, é spesso vero il contrario...). Perlomeno però, una volta tanto si riesce ad immedesimarsi davvero con un generale, che possiede nozioni superiori a quelle delle sue truppe, sebbene non complete, piuttosto che uno strano semidio ex machina impegnato in mille compiti disparati, dalla tattica d'assalto alla riparazione in tempo reale dei carri danneggiati. L'abilità strategica verrà messe alla prova da questo approccio molto più di quanto uno possa pensare, spingendo a scommettere come giocatori di poker professionisti, sulle mosse dell'avversario, sia che le si ritenga bluff, sia che si pensi che sta tentando il tutto per tutto per andare a punti.

Eccoli là, i punti. Ruse, che il Cielo benedica Ubisoft, non é pensato per far vincere l'esercito più potente, ma per far trionfare il condottiero più machiavellico e creativo. Per questo motivo, il punteggio non é determinato dalla quantità di massacro e distruzione inflitta al nemico, quanto piuttosto dal tipo di unità e strutture annientate. Niente di strano che un'unità di paracadutisti armata di bazooka riesca a strappare la vittoria sul campo tendendo con successo un'imboscata ad una colonna meccanizzata di Panther, all'interno di un villaggio francese. Tank rush, addio, e anche la logica della morra cinese (sasso, forbici, carta) che regola il rapporto di forza tra diverse unità nel novantanove per cento degli RTS post Command & Conquer qui s'affaccia appena!

Ah, già, l'ambientazione. Non storcete la bocca, voi quattro o cinque che vi siete avventurati a leggere quest'anteprima senza sapere già che Ruse utilizza ancora una volta i campi di battaglia della Seconda Guerra Mondiale. In fondo si tratta del conflitto più cruento e variegato della storia dell'umanità, capace di offrire ad un titolo strategico di questa portata le locazioni più suggestive, decine di unità e di fazioni autentiche, ricostruzioni di scontri realmente avvenuti e così via.
Nulla di male davvero, dunque, che si sia scelto un periodo storico talvolta abusato, invece di crearne uno ad hoc o di cercarne un altro nell'arco della litigiosa storia umana. Personalmente non sono un particolare estimatore delle guerre del futuro, combattute a colpi di laser, spore e smart bomb. Molto meglio, a mio giudizio, conquistare una collina a colpi di bombe a mano, o difenderla interrando un paio di cannoni da 75 controcarro e una mezza dozzina di MG nei punti giusti, per preparare una sorpresa al nemico.

Strategia e tattica. Un generale deve saper improvvisare e adattarsi alle situazioni mutevoli della campagna, durante il suo svolgimento. A parità di forze, insegna la storia, vince il più scaltro e, non di rado, il più fortunato. L'uso sapiente dei ruses, giocati dai contendenti sotto forma di carte da gioco con poteri speciali scritti sopra (si va dal silenzio radio, capace di occultare le proprie forze alla ricognizione nemica, alla possibilità di lanciare una falsa offensiva in un settore della mappa, per scatenare poi le proprie forze dall'altra parte, una volta attirate lontano le forze nemiche di pronto intervento) é in grado quasi sempre di volgere le sorti della battaglia a nostro favore, e la cosa si fa oltremodo interessante quando si guerreggia contro altri avversari umani (fino a 4 per schieramento). Anche le differenze tra le unità dei diversi eserciti (quelle tedesche costano molto in termini di sviluppo, ma sono al top della tecnologia, gli americani hanno il controllo dell'aria, i russi possono produrre carri low-cost a decine e possiedono una fanteria irresistibile, e così via...) costituiscono variabili da sfruttare sul terreno, così come ovviamente le caratteristiche orografiche (rilievi, corsi d'acqua e altri ostacoli naturali).

Nulla da dire, per il momento, in merito agli aspetti tecnici. La Beta di Ruse, scaricata da più di un milione di utenti, gira fluida e senza impasse nonostante l'ampiezza delle mappe, senza lag o caricamenti. Merito sicuramente del motore IrisZoom, capace di prodezze davvero rimarchevoli, e della stabilità dei server dedicati alle partite online, già piuttosto affollati (l'attesa di una partita libera, in questi giorni, potrebbe non essere brevissima: portatevi un sacchetto di patatine e un fumetto accanto al PC!). Il quadro, ovviamente, non é ancora completo e dovremo attendere il rilascio del gioco completo per capire se il gioco vale davvero quel che promette. Soprattutto visto l'ambizioso (per un RTS) obiettivo di un porting anche su Xbox 360 e PS3.
Nell'attesa di mettere le mani sul prodotto finale, a Ubisoft chiediamo un solo favore. Non ci faccia brutte sorprese integrando sistemi di protezione che richiedano connessioni online sempiterne, stavolta! La mia linea ADSL reclama il suo diritto sacrosanto a venire disconnessa, di tanto in tanto, che diamine!

Come non immaginarsi nei panni di Eisenhower, in una stanza come questa?
Come non immaginarsi nei panni di Eisenhower, in una stanza come questa?
Quando si dice una contraerea efficiente...
Quando si dice una contraerea efficiente...
Casa per casa. I carri devono vedersela con la fanteria!
Casa per casa. I carri devono vedersela con la fanteria!

R.U.S.E.

R.U.S.E.

R.U.S.E. Alzi la mano chi, leggendo il titolo del nuovo RTS di Ubisoft, non si é chiesto il significato dell'acronimo. La verità é che, nonostante le illazioni avanzate dal popolo della rete in merito, di cui alcune davvero esilaranti, probabilmente il senso di quei punti rimarrà nella mente fervida d'immaginazione di qualche creativo della Eugen Systems. Meglio togliere di mezzo la punteggiatura, invece, e concentrare l'attenzione sul senso della parola inglese ruse, ossia inganno. Il gameplay del gioco, infatti, ruota attorno alla possibilità d'ingannare l'avversario, fondando le proprie possibilità di vittoria sull'astuzia più che sulla potenza di fuoco che di solito caratterizza il panorama degli RTS. Finalmente qualcosa di nuovo, insomma. Pazienza, quindi, se l'ambientazione non é proprio inedita.