Moonlighter 2: The Endless Vault, la dura vita del mercante (parte due) – Anteprima PC

Moonlighter è uno di quegli indie che ha fatto “carriera”, con un buon responso da parte della critica e oltre due milioni di copie vendute. Ciò ha consentito ai suoi creatori di continuare a lavorare sul franchise, perfezionando l’originale e sviluppandone un sequel, che uscirà in early access proprio la prossima settimana.

Moonlighter 2: The Endless Vault riprende e amplia la formula del capostipite, introducendo meccaniche inedite, raffinando gli elementi più apprezzati dalla community e racchiudendo il tutto in un nuovo motore grafico 3D. Lo abbiamo provato in anteprima; ecco cosa ne pensiamo.

Probabilmente lo avete beccato spesso in saldo sugli store digitali, ma in caso vi sia sfuggito: in cosa consiste Moonlighter e di conseguenza questo secondo capitolo? Si tratta di un action-RPG con dinamiche da dungeon crawler. Nei panni del mercante Will dovremo esplorare regioni remote, piene di mostri ma anche tesori preziosi. E una volta tornati a casa sani e salvi, se ci riusciamo, ci toccherà venderli, regolando il prezzo in base al feedback dei clienti. La realtà dei fatti è un pelo più complessa, ma di base andremo a razziare dimensioni parallele per sbarcare il lunario.

La storia di Moonlighter 2 si colloca dopo gli eventi del primo episodio, con Will e gli abitanti del suo villaggio sfrattati da un “invasore di mondi” e ora costretti a ricominciare da zero in una piccola comunità rurale. Durante la sua prima spedizione da profugo, Will s’imbatte in una strana entità sovrannaturale, l’Endless Vault che dà nome al gioco, che in cambio di ingenti somme di denaro gli fornirà succose ricompense e l’accesso a nuove aree, con la promessa di esaudire qualunque desiderio a missione ultimata. Purtroppo la versione di prova s’interrompe al quarto traguardo su sette, ma c’è già abbastanza materiale per macinare qualche dozzina di ore.

Uno degli aspetti più piacevoli del titolo Digital Sun è il senso di progressione. Le meccaniche sono tante, ma vengono introdotte con garbo e sono tutte molto intuitive. Le prime run sono lente e poco remunerative, ma non appena si prende confidenza con i vari aspetti del gameplay si passa dal vendere quattro cianfrusaglie per pochi spicci a intascare centinaia di migliaia di crediti in un colpo solo, spingendosi sempre più a fondo nei dungeon.

Più che di dungeon però parlerei di arene interconnesse, che il giocatore navigherà in base al premio proposto, vuoi scrigni o potenziamenti, ma anche eventi, punti di ristoro, e ovviamente miniboss e boss di fine livello. Il sistema di combattimento è semplice e immediato. Ognuna delle quattro tipologie di armi ha una regolare combo e una mossa speciale, ma presentano proprietà particolari e diverse varianti che influenzano significativamente lo stile di gioco e la build che andremo ad assemblare.

La spada corta, ad esempio, lavora tanto sulle “finisher”, ovvero il colpo al termine di una sequenza; lo spadone ha un sistema di acutezza che sale e scende a seconda degli attacchi sferrati, con bonus al danno se si riesce a mantenerla oltre una certa soglia; la lancia lascerà cadere delle punte dopo ogni stoccata, con la possibilità di “richiamarle” per rotearci attorno o inseguire i nemici, e così via. Abbiamo poi un’arma a distanza, utile per abbattere i bersagli in volo, attivare abilità e in generale eliminare gente fuori portata, e infine una randellata con il grosso zaino, per schiantare i mostri storditi contro gli alleati o accompagnarli fuori dalla mappa.

Will si controlla con precisione e l’IA telegrafa piuttosto bene i suoi attacchi. Con un po’ di pratica si riescono a evitare gran parte dei danni senza problemi grazie agli iframe della schivata. I boss sono gli avversari più coriacei, onesti per la maggiore, anche se nelle ultime fasi il mix di proiettili ed esplosioni pare uscito da un bullet hell e senza un setup decente è impossibile buttarli giù senza perderci un sacco di tempo.

A tal proposito, la mole di power-up che possiamo equipaggiare è impressionante. Gli “altari” dedicati ne offriranno sempre tre casuali, quindi la fortuna gioca un ruolo importante, e sebbene in genere si limitino a incrementi secchi di parametri offensivi, percentuali o status alterati, la varietà è tale da rendere ogni sessione molto avvincente, soprattutto se si trova roba di rarità superiore.

In caso invece ci attendano uno o più forzieri al termine di uno scontro, prende piede la seconda anima dell’opera: la gestione dell’inventario. Gran parte delle reliquie che potremo raccattare non solo hanno infatti un valore commerciale intrinseco (ignoto finché non lo vendiamo, ma deducibile dalla rarità) e una certa qualità, che funge da moltiplicatore sul prezzo finale, ma anche effetti secondari, o "maledizioni", che alterano sé stesse o gli altri tesori se vengono rispettate determinate condizioni.

Nella prima area ad esempio alcuni oggetti possono dare fuoco a quelli vicini, oppure proteggerli con uno scudo; nella seconda possiamo elettrificarli e in seguito scaricarli collegandoli ad una batteria; nella terza vige un sistema di matriosche, con bambole che assorbono cristalli e altre bambole della stessa rarità, salendo di livello fino a diventare pezzi leggendari inestimabili... Nonostante l’esplorazione si fermi per diversi minuti mentre rovistiamo nello zaino, smanettare con così tanti gingilli per massimizzare gli introiti è molto divertente, un puzzle dalle numerose sfumature, e non vedo l’ora di scoprire cos’altro ha in serbo l’avventura.

In caso di morte non perderemo nulla, tuttavia la qualità delle reliquie raccolte verrà dimezzata (che non equivale a restare a secco, ma poco ci manca). Per fortuna potremo rincasare in qualunque momento con l’apposito tasto, e senza penalità di sorta, anche nel bel mezzo dei combattimenti. A questo punto per terminare la giornata non resta che aprire bottega.

Il costo della merce lo sceglie il giocatore, che dovrà fare attenzione alla reazione degli avventori, in modo da trovare il prezzo “perfetto”, non troppo basso da rimetterci ma neanche troppo alto, al punto da scacciare potenziali acquirenti. Dobbiamo quindi riempire costantemente gli espositori e scegliere quelli opportuni, tenere d’occhio gli eventi del momento, i perk che si sbloccano dopo un certo numero di vendite, i clienti speciali, le mance... C’è un sacco di roba di monitorare, ma i ritmi sono abbastanza rilassati da considerare a chiunque di gestire il tutto in tranquillità.

E una volta incassato, che fare? L’Endless Vault esige un ingente tributo pecuniario, ma non dovremo mai effettivamente sborsare un centesimo. Ragion per cui subentra un elaborato sistema di potenziamenti in grado di svuotarci sempre e comunque il portafogli, a prescindere dai nostri affari. Armi e armature, ristrutturazioni, decorazioni e mobilio per il negozio, toppe e tasche aggiuntive per lo zaino, pozioni, materie prime, bonus e proprietà extra per loot e power-up... Tante (ma proprio tante) variabili che convergeranno per rendere Will sempre più forte, versatile, fortunato e ricco. Se vi piace grindare ci perderete la testa.

Sul versante tecnico, la nuova veste grafica tridimensionale cattura molto bene lo spirito della pixel art originale, con una presentazione gradevole alla vista, design e ambienti dettagliati al punto giusto, e un’azione sempre pulita e leggibile grazie a un uso bilanciato di colori ed effetti di luce, anche quando decide di diventare uno shmup.

Va detto però che l’esperienza si è rivelata tutt’altro che stabile. Durante la prova siamo stati funestati da nemici che cascano nelle texture o vengono trascinati verso il bordo da forze misteriose, collisioni che smettono di funzionare, il lock automatico della pistola che decide di andare per prati, lunghi secondi in cui il gioco si blocca completamente, per poi ripartire come se niente fosse, e frequenti problemi di stuttering, nonostante il frame rate non sia mai sceso sotto i 120fps. Nulla di grave, o che abbia intaccato il mio ottimismo nei confronti del titolo (non a caso ho accumulato 15 ore in un paio di giornate), ma non sarebbe male porvi rimedio prima della messa su strada.