Bloodgrounds: Anteprima di un tattico brutale che dovete provare

Bloodgrounds sfrutta la strategia per vincere in arena

di Simone Marcocchi

Bloodgrounds non è solamente un gioco di tattica e strategia, ma il vostro personale viaggio nel dolore, nella vendetta e nella costruzione di un impero personale, dove ogni gladiatore può diventare leggenda… o cadere per sempre, con la stessa brutalità che avveniva al tempo, anche se in questo caso la libertà creativa che si sono presi gli sviluppatori è molto aperta.

Sangue e gloria

Come dicevo inizialmente, il titolo fonde combattimenti tattici a turni con una profonda gestione cittadina, ambientato in un mondo fantasy ispirato all’antica Roma. Il protagonista è un ex schiavo gladiatore che, dopo aver conquistato la libertà, diventa un ricco patrono deciso a vendicarsi dell’Imperatore Dammas II, responsabile della morte di suo padre e della sua giovinezza rubata. La narrazione si sviluppa attorno a questa sete di giustizia, mentre il giocatore guida un gruppo di gladiatori attraverso arene mortali, affrontando nemici fantastici e cercando di guadagnare il favore del pubblico.

La componente gestionale si svolge nella città costiera di Marevento, che può essere ampliata e potenziata tra una battaglia e l’altra. Costruire edifici, sbloccare nuove strutture e farle evolvere nel tempo è fondamentale per migliorare le capacità del proprio team - qualcuno ha detto Darkest Dungeon? (ma solo per questa parte). Ogni edificio ha una funzione specifica: alcuni permettono di allenare i gladiatori, altri di equipaggiarli con armi e oggetti potenti, altri ancora offrono abilità divine o possibilità di sabotaggio tramite accordi con criminali locali. La città diventa così un centro nevralgico per la preparazione strategica, che non vale solo sul campo di battaglia, ma anche fuori dall'arena, dove assume un'importanza ancora più capitale, più ancora della vita di chi andrà (quasi sicuramente) a morire.

Il gameplay si basa su combattimenti a turni su griglia, dove ogni gladiatore appartiene a una classe con abilità uniche. Si possono usare punti azione per muoversi, attaccare, lanciare incantesimi, piazzare trappole o utilizzare oggetti come pozioni e pergamene magiche. L’ambiente stesso può essere sfruttato tatticamente, e il pubblico ha un ruolo attivo: soddisfare le sue richieste durante i combattimenti può portare a ricompense preziose. Una meccanica distintiva è la possibilità di mostrare misericordia o uccidere un nemico sconfitto: risparmiarlo lo rende reclutabile, mentre giustiziarlo aumenta il favore del pubblico.

Dal punto di vista visivo, Bloodgrounds adotta una pixel art dettagliata e atmosferica, con arene ornate da torce fiammeggianti, corpi crocifissi e scenari che evocano un mondo decadente e brutale. Ogni combattimento è accompagnato da un’interfaccia chiara che distingue i punti movimento da quelli azione, e le animazioni dei personaggi, pur stilizzate, trasmettono il peso e la ferocia degli scontri. I dettagli e la qualità delle animazioni è talmente alta che è un piacere da guardare, anche solo cosa può accadere muovendosi o facendo alcune cose, rispetto ad altre. La sconfitta è sempre dietro l'angolo, ma il vostro scopo - e qui scomodo nuovamente Darkest Dungeon -, è quello di far crescere la vostra area, così da reclutare e migliorare sempre di più i vostri campioni. 
Per essere in e.a. si presenta piuttosto bene e ha degli ottimi numeri dalla sua. Vedremo se riuscirà a mitigare gli ultimi bilanciamenti.