I Mkers inaugurano la gaming house: l'Esport conquista il cuore di Roma

di Giancarlo Valletta

A due passi dal Circo Massimo, e proprio dietro la Chiesa di San Giorgio al Velabro, nasce MKERS Gaming House Powered by Mercedes Benz. Un luogo -unico nel suo genere- dove i Pro Player possono conoscersi, allenarsi, condividere, proprio come succede in qualsiasi club tradizionale. Un Meda Center a tutti gli effetti, dove poter fare ognuna delle attività che un Pro Player è chiamato a fare.

I MKERS sono un team di eSports. Gli eSports sono tutto ciò che riguarda il gaming competitivo, videogiocare non più come un passatempo, ma una attività con la dignità di un vero e proprio sport, e tutto ciò che è competizione attraverso il gaming è considerato eSports.

Del resto il mondo del Gaming è in forte evoluzione, con dei numeri parlano chiaro: 19 milioni di appassionati in Italia, da quello vero e proprio fino alla video-ludica da smartphone. E il settore eSports è quello in maggiore crescita, con circa 1,5 milioni tra giocatori e spettatori tramite piattaforme come Twitch. E di questi circa 500.000 sono avid-fan, ovvero persone che seguono almeno tre volte alla settimana un evento eSports, con un fervido mondo di scommesse, con molte delle partite nazionali ed internazionali già quotate. Tutto questo fa assurgere il mondo degli eSports, e le sue logiche, a quello di uno sport “tradizionale”.

MKERS nasce nel 2017 come startup, e oggi, nel 2021, è la prima SPA del settore eSports, a testimonianza della crescita esponenziale del settore.

Mercedes Benz Italia ha creduto fin dalla prima ora negli eSports, e adesso è main sponsor dei MKERS, in un percorso che durerà un anno e mezzo e nel quale costruiranno insieme una serie di attività, di cui questa MKERS Gaming House è solo la prima, ma rappresenta un tassello fondamentale per la crescita del team, essendo un luogo fisico, in un mondo che prettamente pensa in digitale. Un vero e proprio centro sportivo dove organizzare eventi, dirette streaming, conferenze stampa. Mercedes Benz crede fortemente in tutto l'ecosistema degli eSport, e anche i suoi recenti investimenti nella finale di Legal Legend (che fa numeri più alti della Champions League), confermano questa convinzione.

Il prossimo step di questa parnership sarà quella di implementare con MKERS il primo team ERACE che sarà composto da 4 Pro Player. Tre avranno un contratto e verranno scelti selezionando i migliori sul mercato, mentre il quarto sarà trovato tra i gamers amatoriali. A questo scopo sta partendo una iniziativa che si chiama Be The Next Driver, che permetterà di completare il team MKERS attraverso una attività concorsuale. Dal Romix, alla Milano Games Week è partita una attività di recruting, per trovare il fortunato 4° giocatore. In progetto prevede anche la creazione di web series, formati video che raccontino questo mondo al grande pubblico che ancora non conosce questa realtà. E poi, aspetto indispensabile, l’organizzazione di tornei sponsorizzati da Mercedes Benz insieme con MKERS.

La Gaming House

Nella Gaming House di MKERS Powered by Mercedes Benz, i Pro Player si allenano, stanno insieme trascorrendo del tempo, con la possibilità di conoscersi fisicamente, e disponendo di attrezzatura all’avanguardia in termini tecnologici.

Gli ambienti sono numerosi. Una prima camera dall’ambientazione soffusa, con 5 postazioni (la maggior parte dei giochi per PC prevede squadre da 5, come League of Legend o NBA) e sono presenti 2 PC per coach e analist, che accompagnano i ragazzi nella loro formazione, sfruttando anche la LIM interattiva. E’ poi presente una sala streaming: essere oggi un Pro Player non significa solo giocare, alcuni di loro sono delle vere e proprie autorità, e sono spesso anche influencer. Si affiancano al Content Creator dando dei consigli tecnici o svelando qualche segreto delle loro skill, trick di FIFA o come affrontare questa o quella curva in un gioco di simulazione di guida.

C’è poi una Trophy Room, una sala celebrativa dei successi, con una bacheca dei trofei vinti dagli atleti MKERS. Esposte ci sono la coppa del mondo per club di FIFA, vinta da Daniele Paolucci in arte Prinsipe, o il word Champion di Moto GP, varie partecipazioni alla Champions di FIFA, un secondo posto al Roland Garros virtuale di tennis World Tour e la vittoria a Clash Royale, spaziando quindi molto sia in termini di titoli che di piattaforme. C’è poi la postazione di simulazione di guida, un “guscio” mozzafiato ottimizzato sotto ogni punto di vista e che permette un allenamento di livello assoluto. Proseguendo nel percorso, una stanza letto con 4 posti e che fa parte dell’irrinunciabile percorso di consolidamento dei rapporti interpersonali tra i giocatori, una sala con 4 postazioni di gioco, e infine una sala lounge con una cucina, e un salotto per rilassarsi e condividere il tempo libero.

La vita del Pro Player è scandita dall’eSport manager, che si occupa di loro a tutto tondo. La definizione degli obbiettivi stagionali, prima di tutto, avvalendosi della collaborazione di analyst, coach e data analyst; effettua anche scouting e la formazione mentale dei giocatori, aiutandoli a trasformare il gaming individuale in una professione. Nell’ottica dell’allenamento ci sono molti momenti differenti che preparano gli atleti, ma curare gli aspetti quotidiani di una persona è forse il compito più delicato e che può influire non poco sulle prestazioni. La difficoltà nello studio, la relazione con i genitori, o anche solo problemi di coppia. Il player porta -come ognuno di noi- la sua vita privata in campo, e come ogni allenatore che si rispetti, l’eSport manager segue ogni aspetto del proprio team, in modo da portare sempre a casa il risultato, ma nel rispetto della persona.

Ma prima di lasciare la MKERS Gaming House Powered by Mercedes Benz, non ci siamo fatti sfuggire l’opportunità di intervistare Daniele Paolucci in arte Prinsipe, presente con Cosimo Guarnieri alla conferenza stampa.

Cosa vuol dire essere un Pro Player?

Fare il professionista di videogiochi vuol dire competere a livello nazionale e internazionale ed essere stipendiato da un team , nel mio caso MKERS. Fare allenamenti e sfide, per portare il proprio nome e il proprio team alle competizioni. La mia giornata lavorativa è piuttosto variegata. La mattina faccio allenamento fisico, nel mio caso palestra. E’ un aspetto molto importante questo, del resto un torneo può durare anche 8 ore nelle quali devi stare seduto, quindi il movimento è fondamentale, oltre ad aiutare la mente nella concentrazione e nel gestire lo stress. Nel pomeriggio faccio streaming su Twitch e mi alleno, allenamento che prosegue anche la sera.

Che tipo di lavoro è quello del Pro Player ?

E’ un lavoro duro, dove c’è bisogno di tanto allenamento. Certo, i videogiochi sono sempre stati la mia passione, ma per farlo diventare un lavoro c’è bisogno di un ritmo diverso, le cose cambiano se vuoi arrivare ad alti livelli.

Dal punto di vista retributivo, cosa significa essere campione di e-Sports ?

Dipende molto dal videogiocatore, se sei molto forte puoi anche arrivare a guadagnare 5/10 mila euro al mese, ma dipende da quanto sei conosciuto e quanto sei bravo.

eSport è un mercato in espansione, qual è il tuo punto di vista ?

Io gioco da 6 anni a livello competitivo, e le cose in questo lasso di tempo sono cambiate di molto, e in positivo. Spero in una crescita ancora più robusta nei prossimi 10 anni, e questa Gaming House fa capire che il mercato sta esplodendo.

Quanto dura la carriera di un campione di eSports?

Io ho 25 anni, purtroppo in questo lavoro, un po' come accade nel calcio, non puoi giocare fino a 40 anni, diciamo che lo puoi portare avanti dai 16 fino ai 30, poi non hai più la giusta reattività, la velocità di esecuzione dei movimenti, e di pensiero. L’altro obbiettivo di carriera, una volta finita quella agonistica, è diventare coach.

Rispetto alla vita personale, quindi studi e vita intima, cosa significa diventare campioni di eSports ?

Per quanto riguarda gli studi io mi sono diplomato. E’ molto difficile fare entrambe le cose bene. Un professionista deve dedicare tutto il tuo tempo a sua disposizione, e quindi studiare e fare il campione di eSports non è semplice, ma c’è qualche giocatore che conosco che lo ha fatto. Dal punto di vista della vita strettamente privata, ho una fidanzata e conduco una vita normale, devi solo essere molto abile a conciliare tutto, lavoro e privato. Per l’aspetto della socialità più in generale, da una parte è vero che sei spesso chiuso dentro casa a competere, dall’altra, però, questo apre anche a una parte più sociale, che è quella dei tornei dal vivo, quando ovvero quelle persone che hai conosciuto competendo le incontri, e quindi il percorso conoscitivo “virtuale” aiuta molto l’incontro reale.