Come finisce Avatar 2 - La via dell'acqua, in attesa di Fuoco e cenere

Il finale spiegato.

di Biagio Petronaci

Tredici anni dopo averci fatto scoprire le meraviglie di Pandora, James Cameron ci riporta nelle profondità del suo universo con Avatar – La via dell’acqua, un kolossal che amplia in modo vertiginoso la mitologia di Pandora. Tra nuove culture, ambienti sottomarini e legami familiari destinati a mettere radici nell’immaginario collettivo, Cameron costruisce un secondo atto che parla di fuga, adattamento e rinascita. Al centro della vicenda ritroviamo la famiglia Sully, costretta a reinventarsi mentre la minaccia della colonizzazione umana torna a incombere con brutalità. Ma cosa accade davvero nel finale? E in che modo La via dell’acqua prepara il terreno per Avatar 3 – Fuoco e cenere, atteso nel 2025? In questo approfondimento, analizziamo il significato del secondo capitolo e il modo in cui disegna il futuro della saga.


La trama di Avatar 2 - La via dell'acqua

Dopo gli eventi del primo Avatar, Jake Sully è ormai il leader del clan Omatikaya. Al suo fianco c’è Neytiri, con cui ha costruito una famiglia: i figli Neteyam, Lo’ak, Tuk e l’adottiva Kiri, nata misteriosamente dall’avatar di Grace Augustine. La fragile pace di Pandora viene però spezzata dal ritorno dell’RDA, che torna a colonizzare il pianeta con un esercito di “recombinanti”, corpi Na’vi potenziati e programmati con i ricordi di soldati umani. Tra loro c’è anche il colonnello Miles Quaritch, risorto in una nuova forma e deciso a vendicarsi di Jake.

Braccati, i Sully sono costretti ad abbandonare la giungla e rifugiarsi tra i Metkayina, il popolo del mare guidato da Tonowari e Ronal, dove imparano a vivere secondo le regole e i ritmi dell’oceano. È qui che Lo’ak stringe un legame con Payakan, un tulkun, gigantesco cetaceo senziente, emarginato per aver reagito alla violenza umana. Nel frattempo, Kiri rivela una connessione spirituale profonda con Eywa e con le forze vitali del mare, mentre Quaritch, supportato dall’RDA e dal giovane Spider, suo figlio umano cresciuto su Pandora, scatena la propria furia nel tentativo di stanare Jake.

Come finisce Avatar 2 - La via dell'acqua?

La caccia dell’RDA ai tulkun, simbolo della brutalità umana e della sacralità profanata di Pandora, culmina in un epico scontro attorno a una gigantesca baleniera tecnologica. È qui che il conflitto diventa personale: i figli di Jake vengono presi di mira per costringerlo alla resa, ma l’intervento di Payakan, il tulkun emarginato e ora alleato dei Sully, ribalta il corso della battaglia, dando il via a un crescendo di azione e tragedia.

Nel caos dell’assalto, Neteyam riesce a salvare Lo’ak e Spider, ma viene colpito a morte: una perdita che spezza la famiglia Sully e imprime alla storia una nota di dolore irreversibile. La nave affonda, trasformandosi in un claustrofobico labirinto sommerso. Jake affronta Quaritch in un duello corpo a corpo che richiama la loro sfida originaria, ma questa volta la lotta è più intima e più disperata. Riesce infine a metterlo fuori combattimento e a riemergere con l’aiuto di Lo’ak e dell’immenso Payakan, mentre Kiri, guidata da Eywa e dalle creature marine, salva Neytiri e Tuk in una sequenza che unisce mistica e istinto materno.

A chiudere il cerchio è Spider: pur rifiutando l’umanità brutale rappresentata da suo padre, sceglie di salvarlo dall’annegamento. Un gesto che lascia sospesa la linea tra odio e compassione, anticipando le tensioni morali che torneranno centrali nel prossimo capitolo.

Avatar 2 - La via dell'acqua, il finale

Dopo il funerale di Neteyam, la famiglia Sully è spezzata dal dolore e tentata ancora una volta dalla fuga. Jake, segnato dal lutto, vorrebbe lasciare i Metkayina per non trascinarli in una guerra che sembra senza fine. Ma il capo Tonowari lo ferma con una frase destinata a restare impressa: “La famiglia Sully è del mare”. È il riconoscimento definitivo di una nuova appartenenza, il punto di non ritorno nel viaggio identitario dei protagonisti.

Il film si chiude su una doppia promessa.

  • Intima, perché la famiglia rielabora la perdita e trova nell’oceano non solo un rifugio, ma una nuova casa, un grembo che accoglie e rigenera.
  • Politica, perché Jake comprende che la fuga non è più possibile: l’unica via è la resistenza. Decide così di restare e combattere, ora sostenuto dal popolo del mare e dal legame spirituale con i tulkun, emblemi viventi dell’equilibrio tra natura e coscienza.

Cameron posiziona con precisione i suoi personaggi in vista del futuro della saga: Quaritch, ancora vivo, incarna la vendetta e l’ossessione umana; Spider resta diviso tra le proprie origini e la nuova famiglia; Kiri emerge come figura chiave nel rapporto con Eywa; Lo’ak, sempre più coraggioso e impulsivo, si profila come l’erede narrativo e spirituale di Jake. I coniugi Sully, infine, si ricompattano come leader, pronti a difendere Pandora e ciò che rappresenta da un’umanità che non ha ancora imparato a convivere con la vita.

Avatar 3 - Fuoco e cenere, le anticipazioni

Senza avventurarsi in speculazioni non confermate, La via dell’acqua lascia numerosi indizi su ciò che attende Pandora nel terzo capitolo. James Cameron sembra pronto ad ampliare ulteriormente il suo ecosistema narrativo, portando lo spettatore in nuovi biomi e tra nuovi clan Na’vi. Se il secondo film ha esplorato la dimensione fluida e spirituale dell’oceano, Fuoco e cenere promette un viaggio opposto, verso territori incandescenti e inospitali, dove il fuoco diventa metafora di distruzione e anche di rinascita.

Il conflitto si prepara a uscire dai confini tribali per assumere una portata globale. L’RDA non è più solo una minaccia militare: rappresenta un progetto coloniale di lungo periodo, pronto a trasformare Pandora in un nuovo pianeta-Terra. Lo scontro, dunque, non sarà più tattico e locale, ma strategico e planetario.

A reggere la struttura emotiva della saga saranno tre linee principali: il lutto di Neteyam, la crescita interiore e guerriera di Lo’ak e il mistero di Kiri, sempre più connessa a Eywa e al lascito spirituale di Grace. Sul fronte opposto, Quaritch, sopravvissuto e ora divorato da motivazioni personali, si prepara a tornare come antagonista ricorrente, mentre il legame irrisolto con Spider potrebbe trasformarsi nella miccia emotiva più esplosiva del racconto.

La possibile alleanza tra i Na’vi e le creature di Pandora, in particolare i tulkun, suggerisce un’evoluzione del tema cardine di Cameron: la natura non come semplice scenario, ma come forza senziente e attiva, capace di reagire all’aggressione umana. Un conflitto tra mondi, sì, ma soprattutto tra visioni del vivere. Qui trovi tutti i dettagli.