Unwanted - Ostaggi del mare arriva su Sky dal 3 novembre: ecco trama, cast e recensione

Alla scoperta della trama, il cast e la recensione di Unwanted - Ostaggi del mare, storia di una nave da crociera che salva alcuni migranti da un naufragio nel Mediterraneo

di Chiara Poli

Una nave da crociera, una vera e propria città galleggiante con 5000 persone a bordo e tutti i comfort e i servizi possibili e immaginabili.

Un barcone partito dalla Libia, naufragato e finito per pura fortuna sotto l’occhio del comandante della Orizzonte,.

Un salvataggio disperato, e l’accoglienza dei sopravvissuti, ma solo sulla nave: quasi impossibile trovare una soluzione per farli sbarcare in sicurezza.

Un’odissea senza fine, in cerca di un porto sicuro ma soprattutto disposto ad accogliere.

Unwanted - Ostaggi del mare, una produzione Sky Studios, Pantaleon Films e Indiana Production, debutta su SKY e NOW il 3 novembre con i primi 2 degli 8 episodi realizzati.

La trama è liberamente ispirata al libro di Fabrizio Gatti, Bilal, che anni fa si è infiltrato fra i migranti per attraversare il deserto, sbarcare a Lampedusa e andare a lavorare nei campi per due soldi, proprio come i tanti disperati che cercano una nuova vita in Europa.

La trama di Unwanted - Ostaggi del mare

Il comandante della Orizzonte, nave da crociera di lusso, si accorge della presenza di un barcone in difficoltà. Manda delle scialuppe, che tornano con 28 persone salvate da un naufragio: sono migranti partiti dalla Libia, vittime dei trafficanti di uomini.

Quando vengono portati a bordo, la situazione inizia a diventare problematica: nessuno vuole accoglierli, nemmeno la Tunisia - dove loro non vogliono sbarcare perché verrebbero rimandati subito in Libia. Ed è proprio qui, in Libia, che al comandante viene ordinato di riportarli. Ma la sua vice, Edith Schneider, contatta una ONG per chiedere di prenderli a bordo. Fino a quando la situazione precipita e la nave viene presa in ostaggio dai migranti: non tutti sono chi dicono di essere e quando capiscono che verranno rimandati in Libia sono pronti a tutto pur di non tornarci…

Il cast di Unwanted - Ostaggi del mare

La serie è girata in diverse lingue: si parla principalmente inglese, a bordo, ma ci sono anche tedeschi, i migranti che parlano francese e arabo, inglesi e americani.

La nave però è italiana, come parte dell’equipaggio più rilevante: il comandante Arrigo (Marco Bocci, Fino all’ultimo battito) e il Direttore di Crociera, con esperienza pluridecennale, Coppola (Massimo De Lorenzo, Boris).

La vice comandante della Orizzonte Edith Schneider è interpretata da Jessica Schwarz (Narciso e Boccadoro), mentre l’uomo dal passato oscuro, che s’improvvisa leader dei migranti, Tareq, è Dada Fungula Bozela.

Francesco Acquaroli (Suburra - La serie) è Franco, Cecilia Dazzi (Una mamma all’improvviso) interpreta sua moglie Silvia, mentre l’altra coppia italiana protagonista è formata da Nicola (Marco Palvetti, Gomorra) e Diletta (Denise Capezza, Bang Bang Baby).

Jonathan Berlin (Black Box) interpreta il cameriere tedesco Jurgen, i cui genitori sono in crociera per stargli vicino. Li interpretano Sylvester Groth (Bastardi senza gloria) e Barbara Auer (Storia di una ladra di libri).

Fra i personaggi dei migranti salvati dal naufragio c’è il ragazzo albino Elvis, che scappa dal Camerun e che è nel cast in rappresentanza di quei “minori non accompagnati” che rappresentano uno dei temi più delicati nel tema dell’immigrazione.

La recensione di Unwanted - Ostaggi del mare

Ci sono tante storie in Unwanted. Il dramma dei migranti, la paura di tornare in Libia, il trauma delle esperienze vissute - chi ha dovuto vendersi per comprarsi la libertà, chi è stato torturato, chi ha torturato - è certamente il punto focale della narrazione, ma non è l’unico.

Ci sono Franco e Silvia, che dopo oltre 20 anni di matrimonio e i figli si trovano a mettere in discussione loro stessi e la loro relazione.

Ci sono Nicola e Diletta, che tentano disperatamente di avere un bambino dopo delle esperienze negative - e si affezionano alla piccola salvata dal naufragio insieme alla madre Marem.

E poi c’è Mary, in viaggio con i nonni, che stringe amicizia con Elvis, a mio parere uno dei personaggi più rilevanti in questa storia.

Elvis è solo un ragazzino. Vivace, simpatico, spiritoso, provocatorio: un adolescente in tutto e per tutto, che non capisce perché non può andare dove vuole sulla nave e avere la maglietta che vuole dopo averla vista esposta in un negozio. È solo un ragazzino, non ha idea del dramma enorme di cui fa parte, dei problemi burocratici, delle questioni politiche, dei delicati rapporti internazionali.

Elvis è certamente il personaggio che colpisce perché sulla nave sono superstiziosi: si dice che a bordo un albino porti sfortuna, ma la sfortuna, in questa storia, non esiste. Se non quella di essere nati dalla parte sbagliata del mondo.

La riflessione importante - un po’ banalizzata dalle posizioni dei 4 italiani in viaggio che dicono la loro non appena viene effettuato il salvataggio - si perde in mezzo a un microcosmo di storie riguardanti i passeggeri.

In crociera c’è la storia di Jurgen e della sua famiglia, con le crisi depressive della mamma. Ci sono le coppie che sono in crisi o ci entrano, quelle che tentano di metter su famiglia, quelle che non si capiscono più.

C’è un mondo a bordo: 5000 persone fra personale e passeggeri, ci sono gli italiani - una delle cose più inverosimili della serie - che parlano un perfetto inglese con tutti i membri dell’equipaggio, mentre sappiamo che gli italiani a bordo di una nave italiana pretenderebbero senz’altro di parlare la propria lingua.

Ci sono tante piccole incoerenze che fanno perdere di vista il quadro generale. C’è un ritmo narrativo molto lento, con le riprese delle passeggiate dei personaggi mentre si recano a destinazione, piene di tempi morti.

Ci sono delle banalizzazioni piuttosto ingenue, ma anche un ottimo cast, sempre all’altezza della situazione. Ed è interessante assistere alla convivenza di queste persone di tante diverse nazionalità che si raccontano le loro esperienze.

Il lusso sfrenato a bordo della più grande nave da crociera del mondo, i difficili contatti con le autorità dei vari Paesi, il peso della responsabilità sulle spalle del comandante che decide, di fatto, della vita di oltre 5000 persone.

Apprezzabile il tentativo, ma troppo dispersivo e troppo privo di verosimiglianza. Ottima la direzione del cast.