Storia della mia famiglia: recensione della miniserie Netflix con Eduardo Scarpetta e Vanessa Scalera

Fausto ci accompagna per 6 episodi come narratore, anche quando non c'è più

di Chiara Poli

Storia della mia famiglia è la miniserie di Netflix, disponibile dal 19 febbraio, interpretata da Eduardo Scarpetta (L’amica geniale, La legge di Lidia Poet), Vanessa Scalera (Qui non è Hollywood, Imma Tataranni - Sostituto procuratore), Cristiana Dell’Anna (Gomorra) e Massimiliano Caiazzo (Mare fuori).

6 episodi per raccontare la storia di un uomo, malato terminale, che affida i suoi figli alla famiglia - e alla sua migliore amica - perché vuole che li crescano insieme.

La trama di Storia della mia famiglia

La serie, come accennato, esplora temi delicati e universali. Oltre a quelli già citati si parla molto d’amore, ma naturalmente anche di perdita. Il lutto è al centro della narrazione come la famiglia, in ogni sua possibile accezione a partire dalla famiglia che ci scegliamo una volta diventati adulti.

La combinazione di dramma e commedia pende più verso il primo dopo un ottimo equilibrio iniziale, ma il prodotto resta valido: Storia della mia famiglia offre uno sguardo intimo sulle dinamiche familiari e sulle sfide che emergono quando si cerca di costruire un nuovo nucleo familiare in circostanze difficili.

La storia è ambientata principalmente a Roma, con alcune scene girate nei dintorni, come il comune di Valmontone e alcune località in Campania (regione da cui vengono i famigliari e gli amici di Fausto).

Non secondario anche il processo di accettazione della malattia, che fa da filo conduttore mentre Fausto deve pensare a se stesso ma soprattutto al futuro dei suoi bambini. In una combinazione a tratti straziante ma ottimamente resa dalla performance del protagonista.

Non a caso è proprio la voce narrante di Fausto a presentarci i “fantastici quattro” – Lucia, Valerio, Maria e Demetrio – che, nonostante le loro differenze e imperfezioni, si uniscono per onorare il suo ultimo desiderio con tutte le difficoltà del caso.

Fausto resta protagonista dal primo all’ultimo episodio, sia prima di morire che dopo. Mentre la storia della sua famiglia offre uno spaccato realistico delle complessità e delle gioie che caratterizzano le relazioni familiari, nonostante qualche scivolone inutile in situazioni davvero poco verosimili.