Crooks: la serie tedesca di Netflix prevedibile ma curata nella realizzazione

Tre nazioni, una moneta piccola ma dal grande valore, una serie di clan di criminali in lotta per accaparrarsi il bottino della situazione. E un ex criminale, Charly (Frederick Lau), impegnato a guadagnarsi da vivere con il suo lavoro di fabbro e con il lavoro da veterinaria della moglie per condurre un’esistenza tranquilla e il più “normale” possibile. Inutile dirlo: gli ex compagni di attività criminali busseranno alla sua porta, forzandolo a prendere parte al famigerato “ultimo colpo” che, come da copione, gli stravolge completamente la vita.

È Crooks, la serie tedesca di Netflix in 8 episodi.

La trama di Crooks

Una rara e preziosissima moneta viene rubata da un museo. Vale più di due milioni di euro. Ma sono in tanti, anche dopo il furto, a volerci mettere le mani sopra. I ladri, i fratelli Karim e Tarek di un clan molto temuto a Berlino, hanno attirato l’interesse di molti. I vecchi compagni di furto di Charly, che cerca di vivere una vita normale con la moglie Samira (Svenja Jung) e il figlio Jonas (Jonathan Tittel), lo costringono a tornare in azione. Charly è un fabbro ed è esperto di serrature: sa aprirle tutte, in fretta e senza fare danni. Charly torna in contatto con Stepan (Sergej Trifunovic), che gli espone il piano. Ma a organizzare il furto è stato il fratello (Karl Welunschek) del boss di Vienna, noto come “Il Grande” (Branko Samarovski) e in punto di morte. La moneta sarà solo una parte dell’eredità lasciata dal Grande, su cui l’avido fratello non vede l’ora di mettere le mani. Ma ci sarà un imprevisto nel testamento, che tira in ballo il fedele scagnozzo Joseph (Christopher F. Krutzler), guardia del corpo e innamorato della prostituta Alina (Klara Mucci), per la quale scatena una rissa sgradita ai capi. Mentre tutti cercano di accaparrarsi la moneta, e ci scappa qualche morto e qualche ferito grave, la vendetta fra clan criminali diventa il vero pericolo da cui Charly dovrà guardarsi, mentre stringe un’inaspettata amicizia con Joseph.

La recensione di Crooks: una serie prevedibile ma curata nella realizzazione

Un grande, intramontabile classico: l’ultimo colpo. Solo per questa volta, dai. L’ultima. Poi avrai un sacco di soldi e potrai ritirarti a vita, lasciando il crimine. L’ultimo colpo che, di solito, risulta quello che ti frega. Sarà davvero così?

È ciò che dobbiamo scoprire in Crooks, quando - dopo un furto al museo di Berlino con un astuto travestimento - il fabbro Charly, che per lavoro apre serrature senza spaccarle, si trova a fronteggiare la richiesta di un ultimo colpo. Charly si è ritirato, conduce una vita onesta, ha una famiglia. Ed è stato in prigione, pagando il prezzo della sua vecchia vita. Ma si sa, il passato criminale finisce sempre per venire a tormentarti, prima o poi. Ed è esattamente ciò che succede.

Perché, in effetti, in Crooks succede sempre ciò che ti aspetti. Tecnicamente ben realizzata, con un cast variegato - cioè con tanti personaggi diversi, per quanto stereotipati - Crooks è una produzione tedesca che vuole imitare lo stile americano.

Sì, le scene d’azione sono abbastanza divertenti. Sì, gli attori sono bravi. Sì, ci sono dei personaggi interessanti - Joseph su tutti. Ma sì, certo: è tutto già visto, nonché prevedibile. E di conseguenza piuttosto noioso. Il brillante inizio, con la primissima sequenza, viene vanificato da una serie di déjà-vu che ti restituiscono la domanda-tormentone: perché dovrei perdere tempo a vedere questa serie, se ne ho già viste centinaia simili? Se ci pensate, troverete moltissimi titoli che avete già visto a tema “l’ultimo colpo e poi ne esco”. Costretto o meno, il protagonista finisce sempre nei guai con il famigerato ultimo colpo.

L’attesa di un elemento innovativo è vana, negli 8 episodi, e il finale si può definire solo deludente e incredibilmente prevedibile. Tutto sommato, però, Crooks vanta una certa cura per la realizzazione, una colonna sonora inusuale (a cominciare da I Nuovi Angeli, primi a figurare nella tracklist con il pezzo Troppo bella per restare sola), attori che s’impegnano al massimo. Alcuni anche troppo, va detto.

Quindi scorre via in fretta, senza stupirci mai, neanche una volta, ma senza neanche impegnarci troppo con la visione.

L’elemento più riuscito è sicuramente la strana coppia formata da Charly e Joseph, due personaggi piuttosto particolari che condividono il dover fare ciò che ci si aspetta da loro senza condividere la passione per il crimine e la violenza. Ci si affeziona, a questi due criminali controvoglia che si commuovono in momenti inaspettati e sognano una vita profondamente diversa.

Scritto (insieme ad altri) e diretto da Marvin Kren (4Blocks, Freud), Crooks è un racconto che si svolge attraverso affascinanti città europee, che arricchiscono l’esperienza dal punto di vista visivo. Ma aggiungono anche personaggi davvero troppo sopra le righe (come la gangster donna, non scendo in dettagli per non inserire spoiler ma è imbarazzante).

Con tutto il rispetto per lo stile americano imitato, qua siamo in Europa e gli scenari cambiano parecchio. I monumenti storici, la storia millenaria, il fascino artistico: tutte cose che Baltimora o Detroit non possono offrire, mentre Vienna, Berlino e Marsiglia hanno tanto da raccontarci.

Il collegamento fra Berlino, dove inizia il racconto e Vienna, dove prosegue, è semplice: i criminali fanno tutti parte della stessa organizzazione, che fa affari anche con dei misteriosi gangster russi. E poi c’è la pista francese… Tanta carne al fuoco, senza dubbio. Ma, ancora una volta, carne già mangiata da chiunque abbia visto un po’ di film e serie TV.

Crooks risulta prevedibile, insomma, ma sufficientemente godibile senza impegno (sebbene sia veramente troppo lunga) grazie all’amicizia sui generis al centro della storia e alle ambientazioni suggestive.