Ballard: Maggie Q è una risoluta detective nello spin-off di Bosch

Nella serie in dieci episodi la protagonista, a capo della divisione dei cold case, scopre un giro di corruzione all'interno della polizia di Los Angeles.

di Maurizio Encari

La detective Renée Ballard, declassata perché ritenuta potenzialmente scomoda, è ora alle prese con la gestione della divisione cold case della LAPD, povera di risorse ma carica di aspettative e di colpevoli da consegnare alla giustizia, anche molto tempo dopo che i crimini sono stati commessi.

Ritrovandosi a investigare su questi delitti dimenticati, tra cui una serie di omicidi compiuti da un potenziale serial killer, Ballard scopre presto una pericolosa cospirazione legata a un giro di corruzione all’interno dello stesso dipartimento. Con l’aiuto del suo team di volontari e del detective in pensione Harry Bosch, la risoluta protagonista si troverà a dover far i conti con una serie di traumi personali e sfide professionali, con il pericolo che aumenta per lei e per i suoi colleghi quando più la verità è prossima a venire finalmente a galla.

Da Bosch a Ballard il passo è breve

La sua comparsa in un episodio del sequel Bosch: Legacy non era certo casuale, in quanto il personaggio di Renée Ballard era destinata a tornare con una serie tutta sua, spin-off dell'originale in dieci episodi, distribuito da qualche giorno in esclusiva nel catalogo di Amazon Prime Video. Alla base vi sono sempre i romanzi di Michael Connelly, che dal 2017 ha cominciato a scrivere le avventure di questa risoluta detective, le cui vicende sono ambientate nello stesso universo del più famoso e maturo collega.

Nel ruolo principale troviamo una Maggie Q in gran forma, pronta a imprimere determinazione, fascino e carattere a una figura che racchiude in sé molti spunti, perfettamente contestualizzata a un racconto dove vengono sottolineate le dinamiche patriarcali in seno alle forze dell'ordine. Se da un lato il racconto denuncia la corruzione interna al LAPD con un approccio quasi disilluso, dall'altro l'impressione è che la narrazione rischi di cedere agli stilemi del procedurale più tradizionale, oscillando tra la critica sociale e il classico "caso della settimana", con tanto di colpo di scena a chiudere pressoché ogni puntata. 

In certi passaggi il ritmo si fa teso e coinvolgente, anche grazie a una regia precisa e a una buona gestione di dialoghi e personaggi secondari. Certo non mancano delle forzature qua e là, ma l'insieme "tiene botta" e non ha praticamente mai dei momenti di stanca, con tanto di epilogo chiuso da un inaspettato cliffhanger che apre le porte alla seconda stagione.

L'unione fa la forza

Il punto di vista privilegiato è quello femminile, e non poteva essere altrimenti dato che l'investigazione scoperchia un vaso di Pandora legato a crimini sessuali e alla figura di un killer seriale che prendeva di mira giovani donne. Ecco così che tra flashback e traumi passati la ricerca della verità diventa una dolorosa, ma necessaria, catarsi, in attesa che la giustizia faccia finalmente il suo corso, anche laddove è stata infangata da chi doveva onorarla. Razzismo e sessismo vengono messi alla berlina in un'evoluzione degli eventi dal taglio relativamente classico, per una serie che di certo non rivoluzionerà il genere ma sa come appassionare il target di riferimento.

Gli appassionati di Bosch non potranno che gioire in quanto compare anche l'omonimo personaggio, nelle vesti di nume tutelare pronto a dispensare consigli o a dare una mano nel momento del bisogno. Ma Ballard, come d'altronde mette in chiaro già il titolo, vive sulle proprie gambe e sull'energica performance di Maggie Q, misurata e carismatica al punto giusto.