Tomb Raider I-III Remastered Starring Lara Croft: il ritorno dell'archeologa più famosa degli anni '90

Tomb Raider I-III Remastered Starring Lara Croft è il gioco Aspyr che riporta Lara alla sue origini dell'era PlayStation

di Simone Marcocchi

Se chiedessi ai più vecchi di voi di raccontare la vostra storia legata ai momenti di uscita del primo Tomb Raider, probabilmente mi parlereste di quando lo avete acquistato per un fiammante nuovo PC – come nel mio caso – o magari che avete messo il disco nella prima rivoluzionaria PlayStation – aborro il nome PlayStation One – e che vi siete stupiti ed innamorati di uno dei personaggi più iconici della storia videoludica degli anni ’90.

Di un’intera trilogia - che poi in realtà per battere cassa si potrebbe dire che ci sono stati anche altri spin-off – ognuno di noi ha provato affezione più per un capitolo, rispetto ad un altro, nel mio caso con il primo sono rimasto folgorato dall’inizio, che poi pensare di combattere anche i dinosauri, oltre ai cattivi armati fino ai denti, non è certamente qualcosa che ti capita tutti i giorni, a meno che tu non ti chiami Lara Croft. L’amore vero però è scattato con Tomb Raider 2, Venezia e le sue musiche, le calle, i canali a bordo di un motoscafo da sbloccare, teatri e cattivi, insomma, pura magia.

La saga dell’archeologa più famosa del mondo… o almeno la prima ad essere la più famos… va bè, oggigiorno i personaggi dei videogames sono tanti e purtroppo la stella di Lara si è un po’ spenta, almeno dopo che Nathan Drake ha fatto la sua comparsa e nonostante abbia avuto una trilogia più che dignitosa in tempi moderni. A quel tempo però miss Croft era sinonimo di gioco action, di avventura e anche di platform. Sì, perché questa trilogia è anche fondamentalmente un platform in tre dimensioni, per quanto ci si possa spostare liberamente, dovrete sempre ragionare in termini di “quadrati” per spiccare salti o misurare i passi, ovvero gli spazi necessari sulle varie forme per calcolare ogni movimento.

Si spara, e tanto, ma fondamentalmente il punto nodale è comprendere come superare un puzzle ambientale – come trovare un pezzo mancante per una leva o una chiave nascosta – e proseguire, ma anche stare attenti ad evitare che il balzo sbagliato non crei dolori alle ossa della povera studiosa, nonostante la sua estrema agilità.

Dal punto di vista tecnico il lavoro svolto è eccellente, si intuisce infatti che il motore di gioco ora è un solido 3D – ve ne accorgete perché anche gli oggetti non sono disegnati o a due dimensioni, ma hanno una loro profondità – e anche le ombre in tempo reali sono credibili e proiettate su superfici che permettono un uso ben calibrato di tutte le luci. Le texture sono state completamente riviste e come spesso accade, quando fate “play” la prima volta pensate “ok, me lo ricordavo così”, ma non è vero, vi basterà infatti premere un pulsante per rivedere in tempo reale la grafica originale, per accorgersi di quanto tempo sia in realtà passato (e giustamente oserei dire) tanto che vi accontenterete di farlo ogni tanto, ma poi ve ne dimenticherete.

C’è proprio tutto, gioco principale, DLC (che in tanti non avranno fatto) e le “case di Lara” di allenamento, con tanto di possibilità di chiudere il maggiordomo nella cella frigorifera – sì trovate il filmato appena sotto – ed è stato fatto un lavoro rispettoso, pulito, fluido senza nulla di obiettare, così come un prezzo proposta che si aggira intorno ad una decina di euro per capitolo, quindi direi che non ci sia nulla da ridire nemmeno lì.

Altro aspetto non meno importante, la conferma che la lingua del parlato è italiano, questo perché tempo fa c'erano voci che smentivano che ci sarebbe stato, dato che al tempo fu anche uno dei doppiaggi meglio riusciti nel nostro idioma.

L’unico problema, che non può essere tale, ma che in realtà lo è, sono i comandi. Assurdo oggi pensare di muoversi in questo modo, con una totale mancanza di fluidità e pensare di usare (nel caso del PC) una tastiera senza il mouse o fermarsi prima di compiere alcune azioni perché si deve calcolare così tanto la distanza. Nonostante questo, per l’amore che Aspyr ha impiegato nel riportare alla luce l’eroina che per lavoro riportava alla luce reperti storici, dovete assolutamente fare vostra questa trilogia, che l’abbiate fatta al tempo o (ancora di più), se volete rivivere la storia dei videogames.