Terra Nil: recensione dell’indie ecologico

Può un videogioco farci riflettere sul valore delle risorse naturali? Forse no, ma Terra Nil sicuramente aiuta

di Simone Marcocchi

Terra Nil: il valore delle risorse naturali

Dato il momento storico particolarmente imbarazzante per la razza umana, che evidenzia quanto il maltrattamento del pianeta stia avendo degli effetti tutt’altro che teorici o futuri, ma palesemente concreti – vedi il caso siccità degli ultimi due anni -, ecco quindi che il tema portato dalla software house Free Lives diventa incredibilmente attuale.

In Terra Nil lo scopo è quello di ricreare la vita su un terreno ormai reso impraticabile e inadatto alla vita, un deserto riarso che tuttavia non ha del tutto perso la speranza di riprendersi, ed è esattamente quello l'obiettivo del giocatore. Alla base di ogni scelta esiste naturalmente il concetto di “risorsa”. Se volete sfruttare una certa tecnologia per portare la natura nuovamente in auge dovrete fare delle scelte. Ecco quindi l’eolico prendere piede su una sparuto spuntone roccioso, grazie ad esso potremo collegare generatori e poter ammirare l’inizio della bonifica di un territorio, il quale col tempo torna rinverdire, con il goal rappresentato da alcune mete che devono totalizzare il 100%.


Quest’ultimo pensiero va ovviamente spiegato meglio, perché la percentuale diventa sì fondamentale per coronare il completamento di alcune quest, ma più si va avanti e più diventa complesso. Innanzitutto alcuni territori hanno substrati evolutivi diversi, quindi si inizia colonizzando un’area ma a quella si aggiungono in un secondo momento altre zone che si scoprono successivamente o componenti che andranno sbloccati poi, di conseguenza è giusto prestare attenzione al consumo di terreno e ai mezzi corretti da impiegare fin dal primo istante, inoltre alcuni obiettivi si complicano strada facendo, ecco quindi che un prato che ha senso in una quest, potrebbe dover “subire” la semina di alcune piante fino ad un tot in percentuale o addirittura dover vederne distruggere una parte per nuove colture, il tutto facendo collimare i risultati.

La parentesi di riflessione è quantomeno palese ad ogni run, dato che comprendere quanta energia possa servire, quanto consumo del suolo sia utile (o dannoso) a creare un risultato non banale come bilanciare i fattori cardine della vita – per quanto sia fatto senza un tono simulativo – aiuta comunque a riflettere sulla situazione attuale del territorio che ci circonda. La grafica è minimale, ma gira tranquillamente anche su PC senza scheda grafica dedicata e richiede un consumo di spazio su disco davvero minimo, pur avendo un gradevole impatto visivo.