Stray Souls, la recensione di un survival horror che sbaglia in ogni singolo aspetto

Jukai Studio confeziona un'esperienza, senza mezzi termini, brutta e che non sentiamo di consigliare a nessuno

Stray Souls la recensione di un survival horror che sbaglia in ogni singolo aspetto

Una volta Stephen King disse: "Horror e comedy sono due dei generi più difficili da scrivere. In mani inesperte possono involontariamente raggiungere obbiettivi diametralmente opposti." Dopo un'ora trascorsa su Stray Souls, il survival horror sviluppato da Jukai Studio (fondato da un ex membro di Bloober Team), ho pensato che questa affermazione fosse una summa perfetta dell'esperienza che stavo vivendo. Arrivata alla conclusione, con tutti e tre i finali sbloccati, posso dire che la citazione di King era soltanto una debole scintilla di ottimismo nei confronti di un gioco brutto sotto ogni aspetto.

Non fa il giro, passando da horror a commedia o viceversa. Semplicemente, si attesta su standard talmente bassi che si fa fatica a credere sia stato non solo sviluppato su Unreal Engine 5 ma anche ritenuto passabile. Non mi piace calcare tanto la mano quando parlo di videogiochi che non ce l'hanno fatta; tuttavia, questo è uno di quei casi in cui a ogni minuto che si trascorre nell'incubo messo in piedi da Jukai Studio non si può fare a meno di chiedersi perché: perché nulla funziona, perché tanti bug, perché sono state ritenute accettabili certe soluzioni di game design per cui non serve l'occhio esperto di un designer - basta un minimo di logica a capire come non fossero proprio da pensare dapprincipio.

Errori grossolani in cui si cerca quel barlume di ispirazione che gli sviluppatori hanno dichiarato di aver preso da giochi altisonanti: Silent Hill, Alan Wake, The Blair Witch Project. Niente di tutto questo si riflette nel risultato finale, che forse si potrebbe paragonare a un progetto scolastico di ragazzi alla loro prima esperienza; anche qui, però, avrei i miei dubbi considerate le esperienze personali che ho avuto frequentando il Politecnico e i progetti prodotti durante uno specifico corso.

Stray Souls: perchè il suo horror proprio non funziona

Se con questa premessa vi ho convinto a non avvicinarvi a Stray Souls a meno che non abbiate la passione del grottesco, vi invito comunque a leggere la recensione perché non basta dirvi che è un brutto gioco: serve capire fino in fondo i motivi.

Stray Souls, la recensione di un survival horror che sbaglia in ogni singolo aspetto

Stray Souls racconta la storia di Daniel, un diciottenne che a ridosso del suo compleanno viene a conoscenza della morte della nonna (di cui non ha mai saputo nulla, essendo stato adottato in tenera età) e della cospicua eredità a suo favore: si parla soprattutto di una casa, grande sebbene un po' malmessa, ma anche di tutta una serie di provvedimenti dei quali la misteriosa nonna si è fatta carico - tasse e quant'altro. Insomma, un colpo di fortuna non indifferente. Questo però lo veniamo a sapere qualche minuto dopo l'introduzione del gioco, una scena in cui non si capisce cosa sta succedendo o perché, realizzati in modo visivamente discutibile. Al suo risveglio nel bagno di casa un uomo, completamente nudo tranne per un paio di boxer, prende un fucile e inizia a sparare a quelli che si presume siano i membri della sua famiglia: una bambina, un bambino e la moglie, tutti impegnati in pratiche di dubbio gusto come il cannibalismo.

Non è affatto chiaro se si tratti di allucinazione o realtà, fatto sta che dopo questo incipit la storia passa a diciotto anni dopo con Daniel: mentre sta chiacchierando con una ragazza su un sito per appuntamenti, scopre che è la sua vicina di casa e conosceva sua nonna (seppur di sfuggita), della quale non sembra avere un'opinione positiva. Nel frattempo iniziano a verificarsi strani fenomeni in casa, di quelli che ne basterebbe uno per convincere chiunque a non metterci più piede: da rumori inquietanti a manifestazioni che dovrebbero esserlo altrettanto - ma in realtà strappano una risata - la preoccupazione di Daniel si fa sempre più evidente sebbene per i motivi sbagliati, finché la misteriosa ragazza si presenta alla sua porta e, assieme, affronteranno qualsiasi cosa il destino abbia in serbo per loro. Questo per darvi una panoramica generale delle premesse.

Stray Souls, la recensione di un survival horror che sbaglia in ogni singolo aspetto

Andando più nel dettaglio e partendo dalla scrittura: è terribile. Quello che succede anche nel solo prologo in casa di Daniel non ha senso né per il susseguirsi degli eventi né per come sono scritti. I dialoghi spesso non hanno capo né coda e per la maggior parte si svolgono attraverso la minuscola chat del sito di appuntamenti, in uno spiegone continuo di cui non si sente il bisogno, oltre a minare pesantemente l'atmosfera. Proseguendo diventa persino peggio, con eventi sconnessi tra loro oppure messi forzatamente a contatto, spiegazioni utili non pervenute a favore di altro, scambi di battute che vanno sempre più a toccare il fondo, caratterizzazione inesistente almeno quanto la trama, che culmina in tre possibili finali uno più insensato dell'altro nonché privi di pathos. Il percorso intrapreso da lui e Martha (la vicina di casa della quale almeno vi posso dire il nome) non segue alcun filo logico, né si capisce perché lo stiano facendo anziché semplicemente andarsene: non è un caso à la Silent Hill, dove i protagonisti sono intrappolati nella città stessa e nei propri incubi, e non ci sono dati i motivi per cui vogliano davvero mettersi in pericolo fino a questo punto.

Quello che succede contestualmente a loro, dai mostri che appaiono ad altri eventi di per loro, ha se possibile ancora meno senso: più si prosegue e meno si capisce quale sia il filo conduttore di una trama mai pervenuta davvero. C'è una costante prefigurazione, sia nelle reazioni di Daniel che avvengono ben prima di qualsiasi evento sovrannaturale possa manifestarsi, sia nel dire al giocatore di enigmi da risolvere (anche se questo lo catalogo più nel pessimo game design); infine, la maggior parte di questi non è stata costruita in modo da avere un'idea di cosa fare e in un caso specifico la soluzione non coincide con il suggerimento dato.

Stray Souls, la recensione di un survival horror che sbaglia in ogni singolo aspetto

Se Stray Souls non è supportato in alcun modo dalla scrittura, si poteva almeno sperare nel gameplay e nelle meccaniche: del resto, agli horror e ai survival horror si tende a perdonare un po' di più una narrazione assurda (non è però questo il caso). Sfortunatamente, lo scarno gameplay risulta un altro grosso problema fatto di combattimenti basilari, ripetitivi anche in termini di varietà dei nemici e sfiancanti soprattutto in specifiche sezioni; enigmi poco chiari o mal inseriti nel contesto al punto che dev'essere il gioco a dirti quando risolverne uno; level design inutilmente dispersivo nella foresta e pigro in tutti gli altri luoghi; boss fight messe per il gusto di farlo e prive di contestualizzazione; assenza totale di un inventario, con tutto quello che comporta a cominciare dalla presenza di una sola arma per tutto il gioco; sezioni di dialogo al cellulare (seppur poche) tediose e che bloccano la progressione perché mentre si parla al telefono non è possibile fare altro se non stare fermi ad aspettare che finisca; distribuzione delle risorse che passa dall'essere inutilmente eccessiva a scarna.

Insomma, non c'è davvero nulla che funzioni e questo senza considerare l'incalcolabile quantità di bug e glitch che affliggono l'esperienza e a volte può essere sfruttata per aggirare le pessime soluzioni di design - come una boss fight combattuta all'interno di una casa, senza cure per la sua intera durata fino allo scontro finale (comprese alcune sezioni extra) e in cui la gestione degli spazi è quantomeno discutibile. Un team di QA è segnato, nei titoli di coda, ma viene da chiedersi a cosa sia servito se il risultato è tra l'esilarante e lo scoraggiante.

Stray Souls, la recensione di un survival horror che sbaglia in ogni singolo aspetto

L'orrore di Stray Souls? L'uso dell'Unreal Engine 5

Passando infine al tanto decantato Unreal Engine 5... è molto probabile che sia stato ben utilizzato per generare alberi su alberi e vegetazione su vegetazione. Tutto il resto, a cominciare dalle animazioni facciali e non per deviare poi verso l'interazione ambientale, è quanto di più grossolano e brutto a vedersi ci possa essere. Daniel e Martha hanno espressioni inquietanti, non stanno fermi un attimo e, se non dondolano su loro stessi, gesticolano o muovono la bocca in quelli che a volte risultano grotteschi sbadigli. Sorvoliamo sulla reazione di Martha qualora dovessimo scontrarci con lei.

La stessa telecamera è mal gestita specialmente negli spazi chiusi, con la pessima tendenza a bloccarsi in un punto e tremolare, né viene sfruttata a dovere quando dovrebbero esserci i momenti di tensione. A proposito di questi ultimi, mi permetto una deviazione per dire che non solo risultano ben poco ispirati ma ricorrono all'obsoleto ed eccessivo uso del jump scare per un risultato ancora una volta sciatto. A volte incappiamo in apparizione improvvise e illogiche, slegate come sempre dal contesto e che si capisce essere l'ennesimo espediente per provare a generare inquietudine nel giocatore. Tornando invece alla questione tecnica, un altro problema sono i minuscoli sottotitoli che non possono essere modificati: persino su uno schermo da 55" ho faticato a leggere cosa dicessero i personaggi, preferendo alla fine ascoltare e tradurre i dialoghi.

Tirando le somme, non c'è pressoché nulla da salvare in Stray Souls. Neppure nelle premesse, che non hanno il tempo di risultare interessanti prima di sfociare in un intreccio inevitabilmente ridicolo, incomprensibile e noioso. Il gameplay mal realizzato fa il resto, rendendo questo gioco una prova di volontà per capire fin dove siamo disposti a spingerci.

Stray Souls

Versione Testata: PS5

3

Voto

Redazione

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Stray Souls

Inutile girarci attorno: Stray Souls è un brutto gioco. Non riesce in niente, dalla scrittura al gameplay passando per il lato tecnico. Difficile spiegarsi come un progetto simile possa aver visto la luce, considerato soprattutto che i bug sono il problema minore del pacchetto. Non è mai piacevole stroncare il lavoro di qualcuno, qui tuttavia viene da chiedersi se e che lavoro sia stato fatto, a fronte di un'esperienza assolutamente improponibile.