Roulette Hero: L'idea è geniale, ma perché la ruota gira a vuoto? La recensione del roguelite che non convince
Un team di animali antropomorfi sulla roulette: scopri come il gameplay strategico si scontra con una realizzazione tecnica minimalista e ripetitiva.
Nel mondo dei roguelike deckbuilder, dove ogni settimana sembra spuntare un nuovo clone di Slay the Spire, ora sembra che il nuovo stile da copiare sia la roulette, dove il buon CloverPit è riuscito a ritagliarsi il suo spazio, altri tentano l'approccio… non sempre con risultati altrettanto positivi, sia in termini di qualità, che di proseliti acquirenti. Ecco la recensione di Roulette Hero.
Il gameplay di Roulette Hero
Il gioco di CLLC Studio, pubblicato da Spiral Up Games, non si limita a introdurre una ruota come gimmick visivo, ma la trasforma nel fulcro dell’intera esperienza ludica. Ogni azione, ogni attivazione, ogni effetto dipende da dove si ferma la rotazione. E in questo, Roulette Hero riesce a costruire una tensione costante, tra ciò che accade per casualità, e ciò che in realtà il giocatore è in grado di controllare.
La struttura è quella di un roguelite puro: si costruisce un team di animali antropomorfi, ciascuno con abilità uniche, e lo si dispone sulla ruota. Al momento dello spin, si attivano gli effetti corrispondenti, generando combo, sinergie e – talvolta – disastri. Con oltre 100 creature suddivise in 13 specie e più di 90 power-up, le possibilità di costruzione sono ampie e incoraggiano la sperimentazione. La posizione sulla ruota non è solo decorativa: determina l’ordine di attivazione, aggiungendo un ulteriore livello di strategia che va oltre la semplice selezione delle carte.
Roulette Hero, la grafica e l'audio
Dal punto di vista visivo, Roulette Hero adotta una filosofia minimalista. La grafica è funzionale, quasi brutale nella sua essenzialità. Sprite bidimensionali, animazioni ridotte all’osso, interfaccia pulita e leggibile. Non c’è spazio per fronzoli o effetti visivi spettacolari: tutto è pensato per rendere chiaro cosa sta succedendo, senza distrazioni. È una scelta che può dividere: da un lato garantisce accessibilità anche su macchine meno performanti, dall’altro sacrifica quell’impatto visivo che spesso aiuta un indie a farsi ricordare. Tutto questo però non è il peggior difetto. Sembra davvero un lavoro poco raffinato e svolto con poco sforzo, inoltre porta a noia velocemente, anche attraverso un sistema di avanzamento particolarmente pigro.
La parte audio altro non è che un musica che si ripete all'infinito e che vi porterà a dover disattivare molto presto, non è certamente il difetto più grande ma è comunque un elemento di una ricetta che avrebbe avuto bisogno di un maggior lavoro prima di sfornare il piatto finale.