Resident Evil 6

di Simone Rampazzi
Bisogna dirlo, il nuovo capitolo della nota software house Capcom, che a noi piace chiamare Biohazard 6 (per gli occidentali Resident Evil), é riuscito a farsi amare ed odiare allo stesso tempo. Amare perché a modo suo si presenta sempre come un tassello dell'enorme puzzle creato con piacevole minuzia e ricchezza di contenuti. Odiare forse perché troppo attaccati a quella visione malinconica che ancora oggi ci accompagna piacevolmente nel ricordare quelle sessioni di gioco incollati al monitor seguendo le vicissitudini di Villa Spencer, della stazione di polizia di Raccoon City e di quegli inseguimenti al limite del possibile contro le varie creature mutate dal virus T, come il lento Tyrant o lo spinoso Nemesis. Erano i tempi in cui il gioco poteva ancora essere definito un puro “survival horror




Cominciamo dalla storia. Maestosa, avvincente, se non addirittura superba. La sua bellezza risiede non solo nelle tematiche affrontate, distribuite ed organizzate al fine di ideare un intreccio fenomenale e ricco di suspense, ma si radica inoltre nella modalità di gioco, che ci viene presentata e fatta vivere da quattro differenti punti di vista. Evitando gli spoiler, (che un licker possa mangiarci se vi anticipiamo qualcosa anche solo per sbaglio) sappiate che potrete impersonare personaggi già conosciuti nei vari capitoli precedenti (come Leon S. Kennedy e Chris Redfield) o personaggi minori che ora ci regalano nuove rivelazioni (come Ada Wong e Sherry Birkin) che in coppie abbinate alla buona ci permettono di affrontare la storia senza cali di ritmo. Il bello di Resident Evil 6 é proprio questo.

Prima di tutto cambia l'impronta, che dal classico “survival horror”, passa ad uno stile decisamente più action, che di spaventoso mantiene solamente qualche raro momento, giusto per farci saltare ogni tanto sulla nostra confortevole sedia. Nella campagna in singolo giocatore infatti, sarà forse la storia di Leon a mantenere un po' del puro stile RE, aggiornato certo agli standard odierni, ma al contempo reso familiare sia dai mostri che affronteremo (con qualche piccola aggiunta, é chiaro) sia dai vari enigmi sparsi qua e là che ci richiederanno un po' più tempo ed inventiva per raggiungere la tappa preposta, cosa che i puristi del genere apprezzeranno.

Nelle altre campagne, invece, lo stile action viene più marcato, se non addirittura portato all'estremo. Con Chris Redfield affronteremo delle sessioni di gioco che sembrano farci rivivere le battaglie più furiose di uno degli ultimi CoD dove azione e reazione sono l'unico dogma a cui dovremo affidarci per sopravvivere. Persino i nemici, completamente diversi dalla campagna di Leon, sono impostati per sfidare il giocatore ad una prova continua di riflessi, dove delle reazioni veloci e quasi mai improvvisate diventano il nostro pane quotidiano, colpa dei nuovi avversari figli di mutazioni di un nuovo virus (sshh, non diremo altro) che ne farà cambiare l'aspetto a seconda delle situazioni, creando (ad esempio) forti braccia per abbattere ogni ostacolo o scudi impenetrabili alle nostre raffiche di proiettili.

Ecco quindi entrare in gioco il sistema di copertura, che se utilizzato a dovere determinerà la differenza fra vittoria e sconfitta. Ma fate attenzione. Il sistema di configurazione tasti vi metterà decisamente alla prova, data la configurazione standard un po' ostica che ci ha dato non poche gatte da pelare, soprattutto nei momenti di foga in cui speravamo di raccogliere munizioni importanti e ci siamo trovati con l'inventario aperto a mischiare mucchietti d'erba (lo so, lo so non ridete é imbarazzante) elemento che probabilmente con l'ausilio del fidato controller XBOX non si presenta. Sistemata anche la sensibilità del mouse, il topo ci é stato d'enorme aiuto per quanto concerne la mira, ed una configurazione personalizzata ci ha quantomeno permesso di sopravvivere ad un'apocalisse bioterroristica abbastanza a lungo per scrivervi questa recensione.

Ecco forse perché molti dei puristi sono rimasti un po' delusi dall'ultimo titolo.

Il quasi completo occultamento del trend horror, votato sembra all'unico scopo di lasciare spazio ad una componente troppo votata all'azione, vede quasi un Leon S. Kennedy trasformarsi come i mostri che affrontiamo in un Dante di DmC, preoccupato più a spiattellare ogni cosa si pari nel suo cammino. C'é infatti l'altro lato pregevole (sempre se viene osservato dalla curva degli amanti dell'azione) che vede tutti i nostri protagonisti esperti di arti marziali, praticamente padroni di una serie di tattiche che ci hanno fatto affrontare molti scenari delle varie campagne a difficoltà Agente senza quasi sparare un colpo (boss particolari esenti, chiaramente).

Un sistema di abilità abbastanza ricco ci viene incontro nella personalizzazione del personaggio, aiutandoci nelle sessioni di gioco e permettendoci di scegliere tre opzioni per completare una terzina richiamabile a piacere, ed a seconda delle situazioni, dal pannello opzioni anche durante il gioco, così da improntare subito la sessione a seconda del capitolo e del personaggio che andremo ad utilizzare. Il fattore che ci risulta più incentivato é infatti la longevità. stato piacevole rigiocare i vari scenari a difficoltà più elevate, com'é stato piacevole inoltre rivedere tutti i vari livelli esplorati alla ricerca di particolari Emblemi del Serpente, capaci di sbloccare interessanti features extra in una sezione dedicata, dove consultando un juke-box (uno per ogni personaggio) potremo attingere ad informazioni più succulente riguardanti la storia.

Vi starete domandando, ordunque, in che modo RE6 si differenzia dalla sua controparte console?





Potremmo finalmente dire la grafica, ma come molti di voi avranno già constatato oltre a noi, risulta essere una mera e piccola soddisfazione, non certo agli standard odierni di top gamma (ci teniamo a dirlo) ma che comunque, a onor del vero, a media risoluzione riesce a regalarci delle sessioni ad alta risoluzione decisamente fluide e prive di blocchi, con giochi di luce e nitidezza delle immagini più curate rispetto alle versioni console. Nelle opzioni grafiche sarà infatti possibile selezionare non solo il V-Sync, ma anche l'Anti-Aliasing, che con un buon processore sotto i vostri piedi vi regalerà delle sessioni sicuramente più convincenti, ma non al massimo delle possibilità che il nostro calcolatore é capace di sopportare. Tradotto in poche parole, l'ombra del mostro porting riesce sempre a farsi sentire, deludendo i fanatici ed i più non solo per la lunga attesa (7 mesi più tardi dall'uscita console) ma anche per alcuni dettagli degli scenari poco convincenti che ci sono sembrati più un abbozzo che altro.

L'interfaccia comunque risulta gradevole agli occhi, cambiando colore e forme a seconda del personaggio che utilizzeremo. Il pad super-tecnologico che avremo a disposizione ci mostrerà una barra della vita, una della stamina (per le azioni di lotta corpo a corpo) ed una dei proiettili a nostra disposizione, aspetto controtendenza ad una passata interfaccia completamente priva di informazioni.

Un aspetto che abbiamo invece notevolmente gradito é stato il comparto multi-giocatore che, in questo speciale titolo, assume una parte più pratica e semplice, facilmente configurabile ed intuitiva. In pratica all'inizio dello scenario designato che ci prepareremo a giocare ci verrà richiesta la possibilità di rendere la nostra partita “raggiungibile” da tutti i giocatori della rete, della nostra area o dell'intero mondo, così da mettere a piena disposizione il nostro secondo in carica e creare notevoli quanto più accattivanti sessioni, risparmiando una notevole quantità di tempo e munizioni. Questo l'abbiamo decisamente apprezzato, visto che il legnoso sistema di caricamento fra una cutscene o un passaggio di zona ci vedrà spettatori di almeno due o tre pause consecutive, cosa che ci fa rimpiangere i fantomatici door-loading-salvavita (i puristi capiranno..ahah) che erano sì pure loro legnosi, ma si adattavano ad un iter di gioco complessivamente più lento così da risultare meno pesanti. Ad aggiungersi, un po' più in sordina, al comparto multiplayer, troviamo le modalità Caccia all'Uomo, Mercenari e Mercenari Extra. Queste ci permetteranno di giocare partite simili ai classici death-match 1vsTutti oppure a squadre, impersonando i vari protagonisti della saga o magari i loro acerrimi nemici (visto che in una sessione abbiamo avuto la fortuna di far parte di una squadra di J'avo) e persino qualche costume che riceveremo extra all'acquisto del gioco che ci vedrà impersonare i panni dei protagonisti di Left For Dead 2.

C'é da sottolineare in ogni caso l'ottimo lavoro svolto nel comparto sonoro, che può vantare tranquillamente un doppiaggio in italiano eccezionale, privo di scivoloni che di solito ci colpiscono da dietro l'angolo senza nemmeno darci il tempo di prepararci. Anche le musiche, profonde ed avvolgenti, fanno il loro sporco lavoro, creando il giusto ambient con melodie lente e ricche di pathos (che con un buon sistema surround non potete immaginare nemmeno cosa vi regalano..).

In conclusione, la versione PC non differisce moltissimo da quella console, tranne qualche miglioria grafica ed il prezzo decisamente più accessibile, visto che il mercatino Steam lo rilascia ad appena 30€. Cos'altro dire?! Il nuovo capitolo targato Capcom non ci delude, ed aggiunge sicuramente nuove ed interessanti sfaccettature ad un mondo che dal lontano 1996 accompagna l'adolescenza di molti con una moltitudine di giochi ed una storia, raccontata anche da S.D.Perry con un ottima narrazione, veramente da capogiro!

Non lasciatevi contagiare..


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